[0] 10/10/2020
Dalla Musica alla Grafica (2001)
a cura di Vincenzo Zappia

La partecipazione ai concerti del Centro dell'Arte, la relazione tra i musicisti ed il pubblico, è improntata alla vicinanza, alla familiarità, piuttosto che alla di­stanza, al distacco; i concerti mattutini si svolgono con tanta luce naturale, senza la separazione della sala buia, in cui il pubblico scompare per lasciare solo il giusto spazio all'esecutore.

Il concerto diventa allora un modo di stare insieme, in cui ciascuno porta qualcosa, in segno di gentilezza verso gli altri. I musicisti portano la loro musica, il pubblico il calore dell'applauso per l'esecuzione ap­pena ascoltata.

Per dare un segno tangibile del ringraziamento per il piacere che ci hanno regalato, dopo le "medaglie" che venivano consegnate i primi anni, a partire dal 2001, abbiamo scelto una strada che sottolinea il dialogo tra linguaggi artistici diversi quali la musica e le arti figurative.

Ed è grazie all'impegno del prof. Vincenzo Zappia che ogni anno un artista ci offre una acquaforte appositamente preparata che, riprodotta in tiratura limitata, viene offerta quale tangibile segno di ricordo a nome del Centro e del pubblico, a tutti gli esecutori.

Un grazie di cuore agli artisti che ci hanno dato gratuitamente la loro arte ma anche a chi la donerà in futuro.

Il Consiglio Direttivo

[910] 31/03/2019
Leonardo Cipriani (1966)
Una tesi su Orazio Barbieri prima del concerto

sono nato a Firenze il 17 gennaio 1966. Dal '73 mi sono trasferito a Scandicci ( da una decina d'anni risiedo a Pontignale) Lavoro presso il negozio di famiglia da sempre. Ho frequentato il liceo Classico Dante Alighieri e mi sono laureato in Scienze politiche indirizzo storico, nel 2003, con il prof. Conti (lo stesso docente con cui si è laureato il sindaco Fallani) con una tesi dal titolo " Scandicci: da borgo a città, il ruolo delle amministrazioni Barbieri dal 1965 al 1975". La tesi è stata molto apprezzata dalla Commissione e lo stesso Barbieri ne ha richieste 40 copie. Sono stato Guardia zoofila Enpa dal 1989 al 2004. Numerose esperienze nel volontariato e come organizzatore culturale: Cultura 2000, presso la Casa della Cultura di via Forlanini dal '99 al 2010; Associazione Giovanni Papini dal 2008 al 2014; Associazione di cinema indipendente come vice presidente dal 2010 al 2014. Ho svolto vari ruoli anche nell'impegno politico in generale.

[909] 24/03/2019
Celeste Di Luca (1954)
Un poeta prima del concerto presenta: L'anima imprigionata (Florence Art Edizioni)

Celeste Di Luca nasce ad Accettura (Matera) il 25 luglio 1954 e qui, in questo paese collocato ai piedi delle “Piccole Dolomiti Lucane”, trascorre la sua infanzia. Nel 1966 si trasferisce con i genitori in Toscana, dove prosegue i suoi studi fino a conseguire il diploma di Maestro d’Arte e Arte applicata - Sezione di Pittura, all’Istituto d’Arte di Firenze. Si abilita all’insegnamento di Educazione artistica. Frequenta la Scuola libera del Nudo all’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Nel corso degli anni manifesta un costante impegno e una forte passione nella ricerca e nella produzione artistica. Espone le sue opere, fra l’altro, in due mostre personali: Fra gesto e contemplazione (Polo “Lionello Bonfanti”, Incisa Valdarno, 19 settembre - 11 ottobre 2009) e Intimità e Galassie (Spazio Soci Coop Figline Valdarno, in occasione del Progetto culturale “La donna nell’arte”, 8 - 31 marzo 2012). Dal 2009 collabora anche con la Acsd Figline Danza - Scuola di Danza e Balletto, Figline Valdarno, per la quale realizza le scenografie di Pierino e il lupo, progetto per le scuole materne ed elementari, l’“Action Painting” ne La danza dei colori e le scenografie del Carnevale degli animali, “Spettacolo Radio Piano” su musiche di Saint-Saëns. I suoi dipinti compaiono in numerose pubblicazioni e in collezioni pubbliche e private. Nel 2014 presenta a Villa Fornacina di Figline Valdarno (sede espositiva permanente) l’opera L’anima imprigionata, quaderno di poesie e disegni dell’Artista (Florence Art Edizioni, Firenze). L’11 aprile 2015 partecipa alla Giornata Mondiale della Poesia ad Arezzo, presso la Sala Conferenze della Casa del Petrarca, organizzata dall’Associazione Tagete in collaborazione con la locale sezione dell’Unesco e patrocinata dalla Fondazione Nicodemo Settembrini di Cortona. Nel 2015 pubblica Dolomiti. Il silenzio e il cammino (Florence Art Edizioni, Firenze). Celeste Di Luca lavora a Figline Valdarno, dove vive con la figlia Laura.

[907] 10/03/2019
Maria Laura Piccinini
Un poeta prima del concerto presenta: Passi in sordina (Florence Art Edizioni)

Maria Laura Piccinini nasce a Firenze. Dopo studi classici consegue la laurea in Giurisprudenza che orienta la sua attività professionale. Nell’arco di tutta la vita conserva e coltiva interessi umanistici, con una particolare dedizione alla scrittura.

[906] 03/03/2019
Federica Bembo (1991)
SCF - Divagazione su "La musica" n.3 - La musica guarisce la mia tristezza

Sono nata a Firenze il 2 gennaio 1991. Nel 2014 ho pubblicato con BookSprint Edizioni la silloge poetica Nuvole e sogno. Ora sono alla ricerca di un impiego e continuo a dedicarmi alla scrittura, ma, nella mia poliedricità, coltivo anche altre passioni, una su tutte quella per la recitazione. Quando mi hanno insegnato a leggere ho sviluppato immediatamente una vera e propria dipendenza per le parole: non sono mai stata una gran chiaccherona, ma ho sempre amato studiare, leggere e scrivere. Questa avventura con le parole è iniziata quindi per gioco, scrivendo filastrocche alle scuole elementari. Anche ora scrivo spesso testi giocosi ed ironici, oltre a componimenti che risultano invece più profondi e seri. Credo fermamente nell'importanza dell'ironia, infatti. Penso che se ci dedicassimo più seriamente a fare ironia sui mostri sacri della letteratura e non, potremmo capirli molto di più. Potremmo scoprire l'universo interiore e quello esteriore come in un gioco di esplorazione, vincendo così la tristezza e la solitudine. Perché forse al centro della nostra galassia interiore c'è un massiccio buco nero, proprio come nella Via Lattea. E le domande sono sempre quelle: chi siamo, da dove veniamo, di cosa ci facciamo... Ma soprattutto: e allora?

Dolce Verità

Incontro la musica e me ne innamoro


Vestita di stracci e felicità,

vago nell’entusiasmo

e nella disperazione,

ebbra del nulla

nel solitario ascolto

di mille sensuali canzoni.

Pur non trovandoti

mi innamoro di te,

dolce Verità.



Dolcemente

La musica guarisce la mia tristezza


Penso di non scrivere, ma poi


ricordo di non essere io, ma noi.


Che folle l’umana folla appartiene


e non c’è abisso


da cui non riemergiamo insieme.


Penso di non scrivere, ma poi


tu mi dai di gomito e


impugnare una penna,


liberare un sorriso,


decidere di arrendere


a questa malinconia le orecchie


è veramente un attimo.

È quell’attimo di silenzio


in cui la morte arresta il canto.


O forse sono solo io


che più non ascolto


la sua falsa musica.


Ora ardo di un canto diverso


e il tuo mi giunge finalmente.


E il tuo canto,


così diverso,


così uguale al mio,

mi conquista dolcemente.



Contatto

Trasmetto agli altri il mio amore per la musica


Tra vie poco battute ti guido

nella mia narrazione

in crescendo,


ma tu non sai quanto la

musica mi stordisce

né quanto

io goda


nel mancare il punto.


Solo ti lasci trasportare,

solo ti lasci annientare,

mentre io tocco la tua anima


perché ho perso la mia.

[905] 24/02/2019
Leonardo Colicigno Tarquini
La chiesa di Santa Maria a Greve: Storia e patrimonio artistico

In un documento steso a Pisa il 31 maggio 978 d.C., la contessa Willa di Tuscia, madre di Ugo il “gran barone” di dantesca memoria (+ 1001), assegnava alla Badia Fiorentina, da lei stessa fondata, la Corte e il Castello di Scandicci e alcune chiese, tra le quali figurava Santa Maria a Greve (Repetti, 1833); dal 1937 il nome ufficiale della chiesa è Santa Maria a Scandicci ( Sancta Maria de Scandiccio- Note sulla storia della chiesa, 2016).

La chiesa rimase affiliata alla Badia Fiorentina per più di due secoli. Nel 1246 (Carocci), secondo altri storici invece nel 1350 (Moreni), il diritto di patronato della chiesa scandiccese passò a quella di San Romolo in Piazza della Signoria, anche se il rettore di Santa Maria veniva ancora nominato dall’abate della Badia Fiorentina, come riportato dai documenti relativi alle viste pastorali dell’arcivescovo Altoviti e di Monsignor Ceccarelli, vicario di Leone XI ( Alessandro di Ottaviano de’ Medici, n. 1535, m. 1605, p. dal 1605).

Nel Trecento fu istituita una Compagnia dell’Annunziata che andò a sostituire una precedente Opera, la quale forniva alla chiesa arredi e lumi in occasione di solenni festività. La Compagnia svolgeva opere caritatevoli, come l’assistenza agli infermi e il seppellimento dei defunti, e vantava il patrocinio dei Viti - antica famiglia proveniente dalla Lombardia proprietaria anche di una villa scandiccese (Il Melarancio a Scandicci Alto), che istituì nel Settecento un fondo che offriva due doti l’anno alle fanciulle in procinto di sposarsi. Tale compagnia poi fondò un oratorio.

Censuaria della mensa arcivescovile, nel 1187 la chiesa di Santa Maria a Greve era compresa nel piviere di Giogoli (di cui farà formalmente parte fino alla seconda metà del Novecento) fra le “cappelle” che papa Gregorio VIII (Alberto da Morra, n. 1100, m . 1187, p. dal 1187) confermava sotto la protezione apostolica. Non mancarono delle tensioni tra la Pieve di Giogoli e Santa Maria, soprattutto quando quest’ultima divenne, a partire dal Cinquecento e poi nel 1688 , quando fu nominata prioria, il punto di riferimento di diverse parrocchie limitrofe ( Lamberini, 1990).

Nell’archivio parrocchiale è custodito un pannello ligneo contenente l’elenco dei parroci, nominati a partire dalla seconda metà del XIII secolo. Leggendo questo elenco si viene a sapere che, all’anno 1461, rettore di questa chiesa era l’umanista Leonardo Dati (1408- 1472). Segretario dei pontefici Callisto III ( 1455-1458), Pio II (1458-64), Paolo II (1464-71) e Sisto IV (1471-1484), nominato nel 1467 vescovo di Massa Marittima, il Dati fu principalmente un poeta latino, anche se nel 1441 partecipò al Certame coronario (una gara di poesia in volgare ideata a dall’Alberti) con una scena tratta dal De amicitia, recitata nella cattedrale di Firenze.

A causa dei numerosi lavori di ristrutturazione subìti nel corso dei secoli (un primo massiccio intervento risale ai secoli XVII-XVIII, Lamberini, 1990), la chiesa ha perduto le tracce della sua plurimillenaria antichità.

Nel 1894 l’edificio fu ampliato e ristrutturato e, in quell’occasione, tornò visibile un affresco trecentesco (purtroppo già deteriorato all’epoca e oggi conservato nella sagrestia, Carocci), proveniente dalla primitiva facciata, raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Benedetto e Scolastica attribuito a Taddeo Gaddi ( id.).

Nel 1934 l’edificio cambiò orientamento: l’antica facciata situata a Ovest, assai semplice e allineata alla canonica, fu demolita per far posto al catino absidale e la nuova facciata a capanna, aperta da tre enormi archi a tutto sesto che poggiano su pilastri a base quadrangolare, fu progettata dall’architetto Arduino Matassini in stile razionalista; allo stesso Matassini si deve anche il progetto della vicina Scuola Elementare (oggi Biblioteca) “Duca degli Abruzzi”. ( Conti, 1983; https://www.scandiccicultura.eu/ biblioteca-e-archivio-storico/ storia.html- URL consultato il 15 gennaio 2019). Una iscrizione latina, collocata tra la canonica e il porticato, commemora la fine dei lavori di ristrutturazione, avvenuta nel 1937. Nel novembre del 1949 la chiesa fu elevata a propositura dal cardinal Dalla Costa (Bollettino dell’Arcidiocesi di Firenze- alla data 15 novembre).

L’attuale campanile, progettato da Don Marcello Peruzzi, fu inaugurato nel 1964.

Durante la recente campagna di restauro, sono tornate alla luce le antiche decorazioni neogotiche (fb L’Aria che Mancava, https://ariachemancava.it/chiesa-santa-maria-nuove-decorazioni-restauro/). Tra le numerose opere conservate si segnala, per esempio, nella Cappellina dei Voti, una Madonna col Bambino a mezzobusto, uno stucco attribuito a uno scultore vicino a Ghiberti o Donatello, dipinto di nero nel XIX secolo per la devozione alla Madonna del Carmelo. Questa scultura fu donata alla chiesa nel Seicento dalla famiglia Vitolini e veniva scoperta solo in caso di gravi calamità.

O ancora una terracotta invetriata raffigurante la Madonna col Bambino, uscita dalla bottega di Giovanni della Robbia ( inizi XVI secolo); un quadro di Pietro Benvenuti (anche se il Carocci attribuiva quest’opera a Tito Benvenuti, Sancta Maria de Scandiccio, Note storiche sulla chiesa di Santa Maria a Scandicci, 2016) rappresentante Cristo nel deserto che riceve il cibo dagli Angeli, datato 1828.

Ma forse l’opera più importante, purtroppo poco valorizzata, si trova nel corridoio che conduce alla canonica.

Si tratta di un architrave (e non come scriveva Carocci “il fronte di un sarcofago bassomedievale”) con figure mitologiche in pietra serena. L’opera scomparve all’inizio del XX secolo e venne rinvenuta nelle vicinanze della chiesa alla fine degli Anni Trenta (purtroppo non versa in buono stato, presenta infatti delle fratture, v. la foto qui sotto; Sancta Maria de Scandiccio, Note storiche sulla chiesa di Santa Maria a Scandicci, 2016).

La struttura è divisa in cinque formelle; in quella centrale troviamo due personaggi che sembrano danzare: Ercole, “il più popolare degli eroi greci” (Minigazzini-Turchi, s.v. Ercole- Enciclopedia Italiana, 1932), riconoscibile dalla pelle del leone nemeo che funge da mantello svolazzante, e una donna, cui l’Eroe tende la mano. La figura femminile sembra strapparsi i capelli, emblema di follia e disperazione. Ho il sospetto che l’artista si sia ispirato a un triste episodio della biografia di Ercole, forse tratto da una tragedia di Seneca, l’Hercules Furens, a sua volta ispirato all’Eracle di Euripide ( il Trecento fu l’epoca d’oro per le tragedie di Seneca, che furono commentate e volgarizzate) : nel prologo della tragedia senechiana, la dea Giunone annuncia la sua vendetta contro Ercole: gli farà perdere la ragione così ucciderà la moglie Megara e i figli. Lico, approfittando dell’assenza dell’Eroe, chiede a Megara di unirsi con lui in matrimonio, ma a causa del suo rifiuto, l’uomo ordina di sterminare la famiglia di Ercole. Provvidenziale è l’entrata in scena dell’Eroe che uccide il perfido Lico. Purtroppo il nostro Eroe scambia la moglie Megara per Giunone e la uccide senza pietà insieme ai figli; l’Eroe da benefattore dell’umanità si trasforma in un “baccante di Ade”, in un folle toro che muggisce e invoca “le Chere del Tartaro” come riportato nella tragedia di Euripide ( vv. 867-870).

Per quanto riguarda gli animali alati, inseriti nelle altre quattro formelle del fregio scandiccese, potrebbero rappresentare dei Vizi. A giudicare dal soggetto profano, sospetto che quest’architrave decorava l’ingresso di qualche residenza privata, forse qualche palazzo fiorentino, ma non è da escludere la provenienza da un palagio del popolo di Santa Maria a Greve.

Nel corso del Medioevo le fatiche di Ercole continuarono a sopravvivere, seppur tra confusioni e varie sostituzioni. Addirittura alcuni intellettuali credevano che l’Eroe fosse realmente esistito.

Tra le dodici fatiche quella che occupò maggior rilievo fu la lotta col Leone di Nemea, sia perché la pelle dell’animale, insieme alla clava, è uno di quegli attribuiti che meglio lo caratterizzano, sia perché l’evento veniva messo in relazione con alcuni episodi biblici- in particolare quello della lotta tra Sansone e il leone. Le figure di Ercole e Sansone le troviamo in un capitello della galleria orientale del chiostro di Moissac (1085-1100), mentre in un altro capitello un leone è tenuto contemporaneamente dai due personaggi (cattedrale di Langrès, XII-XIII secolo).

La figura di Ercole compare in alcune formelle del trono di Carlo il Calvo (823- 877), giunto a Roma intorno all’ 876 d.C.; per il sovrano franco Ercole era considerato un ideale modello di virtù, perché nella propria vicenda egli offriva “lo specchio di una vita parallela, deus-homo come l’imperatore carolingio, entrambi minacciati da forze ostili su cui riuscirono a trionfare.” (Weitzmann, 1973, cit. in C. Frugoni, s.v. Ercole, Enciclopedia dell’Arte Medievale, 1994). L’eroe ricompare come emblema della Fortezza (concezione risalente all’epoca tardoantica, v. Tertulliano, Agostino) nei pulpiti di Nicola (Pisa, Battistero, 1259-60) e Giovanni Pisano (Pisa, Cattedrale, terminato nel 1310, C. Frugoni, op. cit.). Nella Firenze dei secoli XIII e XIV, Ercole col Leone Nemeo divenne inizialmente il simbolo dalla fazione ghibellina e poi compare, insieme a San Giovanni Battista, nel sigillo del Comune (Davidsohn, vol. III, 1960). Nella città di Dante, l’Eroe assunse un preciso significato politico: i fiorentini videro in Lui la personificazione della propria città e nel Leone sia il rischio della presa di potere da parte di un despota, sia i nemici esterni (come i Visconti), che rappresentavano dei pericoli reali per Firenze.

Per quanto riguarda la sua datazione, Conti (1983) la inscrive al tardo XIII secolo, attribuendola ad un ignoto scultore vicino al Nicola Pisano della fase più tarda, cioè al periodo pistoiese-perugino (anni 1270) quando non affollava le sue scene, prediligendo delle formelle con poche figure. Chi scrive invece propone di spostare la datazione dell’opera alla fine del XIV secolo, ipotizzando come probabili modelli per il fregio scandiccese alcune sculture della Loggia dei Lanzi, in particolare mi riferisco a quei leoncini collocati alla base dei pilastri della Loggia dei Lanzi- opere di Jacopo di Piero Guidi e Francesco Neri Sellaio (Le statue della Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria- Capolavori restaurati- 2002) , alle protomi, anch’esse leonine, sulle quali veniva issato il velario attorno alla Loggia e quelle coppie di Telamoni ( realizzati dagli artisti sopra citati in collaborazione con Francesco Neri Fardelli) presenti in due mensole sulla parete di fondo della Loggia.

La Signoria decise di costruire ”unam pulchram et honorabilem logiam” ( C. Frey, 1885) nel 1356, in un periodo di grande fervore per le attività edilizie; la loggia fu inaugurata il 1° novembre 1382, ma l’apparato decorativo proseguì fino all’anno 1394 e il fatto che la gestione del cantiere fosse affidata all’Opera del Duomo determinò una “fusione stilistica” degli elementi decorativi della Loggia e della Cattedrale ( Le statue della Loggia dei Lanzi, p. 233). I primi responsabili dell’apparato scultoreo della Loggia furono Jacopo di Piero Guidi e Francesco Neri Sellaio, pagati nel 1382 ( anno in cui venne terminata la parte architettonica) per l’esecuzione di alcuni leoncini collocati alla base dei pilastri della struttura, oggi sostituite con copie moderne. Sarà forse a causa delle loro dimensioni ridotte, oppure a causa del rapporto con lo schematico Neri Sellaio se questi leoncini però non riescono ad eguagliare la vivacità e la grazia dei leoni stilofori della porta dei Cornacchini in duomo, gruppo scultoreo realizzato dal Guidi intorno al 1380 ( cfr. KREYTENBERG, 1995).

Interessante è l’iconografia dei personaggi che popolano le due mensole: le coppie di Telamoni, affiancati da due angioletti, potrebbero rappresentare due diverse sfere sociali della Firenze dell’epoca, la Nobiltà ( con panni all’antica- mensola ad est) e la Borghesia ( con abiti moderni- mensola ad ovest).

Nonostante questo lavoro sia ancora in fase di sviluppo, ci sono buone possibilità che quest’opera possa essere inserita nel corpus di questi artisti minori.

Per concludere, Scandicci, come del resto lo stesso contado fiorentino, seppur al cospetto della Grande Firenze, conserva delle piccole, splendide perle storico-artistiche, che non hanno nulla da invidiare coi beni culturali di altri territori limitrofi. È nostro dovere tutelare queste opere d’arte per lasciarle in eredità alle future generazioni

[904] 17/02/2019
Angela Label (1979)
Una conduttrice televisiva prima del concerto presenta: Ma che Bontà

Angela Label nasce a Lamezia Terme l’8/7/1979. La sua carriera artistica inizia a 18 anni quando, partecipando a Miss Italia, vince il premio Miss Wella per la Calabria.

All’età di 20 anni si sposta in Toscana dove lavora per Il Nuovo Corriere di Firenze. Incontra quindi un editore, titolare di Toscana TV e TVR Teleitalia, che le offre la possibilità di avere una trasmissione.

Inizialmente Angela rifiuta, poi si convince diventando così la conduttrice di “Linea diretta” e “Mattino in salute”.

Rimane nell’emittente per quattro anni, quando arriva la chiamata di Stefano Poli, editore di Italia 7.

La proposta è quella di diventare il volto dell’emittente regionale, opportunità che Angela coglie.

La storia con Italia 7 dura per cinque fruttuosi anni, durante i quali conduce “Salute e Benessere” e occupa il ruolo di segretaria di produzione di “Aspettando il Tg”, trasmissione enogastronomica.

Nel frattempo Angela scrive per varie testate e posa spesso come modella per shooting fotografici, cosa che tutt’ora le capita spesso, principalmente prestando la sua figura a raffinate marche di gioielli. Conduce per anni, fra le altre cose, “Magnifica Toscana” insieme a Sergio Forconi.

Dopo la parentesi ad Italia 7, inizia l’avventura con Teleregione Toscana, storia tuttora in corso e ricca di soddisfazioni. Angela conduce da due anni con successo “Ma che Bontà” ed è conduttrice inoltre di “Il professionista risponde”.

La carriera di Angela abbraccia anche il mondo del cinema: partecipa negli anni a film come “Uscio e bottega” di Marco Daffra, “I Toscanacci” di Gaetano Gennai e “Perchè mi guardi così”, film di Alessandro Gelli in uscita ad Aprile.

I progetti per il futuro non mancano: è in programma un impegno teatrale in cui viene trattato il ruolo della donna nella società, toccando temi delicati come la violenza, affrontati però in maniera autentica e ironica.

[903] 10/02/2019
Stefano Menichetti (1972)
ZONA DEBULLIZZATA. Un presidente prima del concerto presenta: Bullismo, cyberbullismo, conoscere, sapere, agire

Mi chiamo Stefano Menichetti, sono nato a Fucecchio in provincia di Firenze il 28 ottobre del 1972, dal 2006 sono sposato con Valentina e nel 2007 nasce mia figlia Giulia.

Nel 1973, al compimento del mio primo anno di età, con la mia famiglia, ci siamo trasferiti da una zona rurale di Cerreto Guidi alle splendide colline di Giogoli, molto vicino a Villa Collazzi, meta dei miei pomeriggi estivi. Nella pace del luogo ho avviato e portato avanti il mio percorso scolastico, fino a quando l'improvvisa perdita di mio padre mi ha costretto a un incontro prematuro con il mondo del lavoro. Ho passato un anno come dipendente di una radio locale, occupandomi di regia e registrazione di spazi radiofonici, una parentesi intensa che ha suscitato in me l'istinto della scoperta e il valore delle relazioni. Ben presto, grazie alle opportunità offerte dal nostro territorio, sono entrato nel mondo della moda, presso un famoso brand di livello internazionale. L'azienda ha investito molto nella mia formazione, il mio lavoro oggi consiste nello stimare il costo industriale delle categorie di pelletteria belt e luggage, per donna, uomo e bambino.

Non sono mancati gli impegni extra lavoro, con una militanza politica durata dieci anni passando dai più svariati incarichi, da referente comunale del partito, fino a membro del direttivo regionale dello stesso, un'esperienza tanto straordinaria quanto fondamentale nella mia vita. Ho vissuto questo periodo con grande spirito di servizio.

Abbandono il percorso politico nel 2017, il mio impegno prosegue con l'adesione all'associazione genitori del primo comprensivo scolastico di Scandicci, prendendo parte per due anni al direttivo con l'incarico di segretario. Oltre al rapporto con l'istituzione scolastica sono stati molti gli eventi organizzati, feste di Natale, feste di fine anno, settimane della legalità e così via, fino all'evento che, oltre a toccare la mia sfera personale, mi ha portato a prendere una decisione importante per la mia vita, la giornata del 7 febbraio del 2016, evento di sensibilizzazione ai fenomeni del bullismo e del cyber bullismo.

Ho maturato la consapevolezza che era necessario fare qualcosa di più, andando oltre a quelli che erano i limiti del nostro statuto, che poneva vincoli territoriali e di autonomia nei confronti del comprensivo stesso.

Questo è stato uno dei motivi che ha portato me e altri genitori a pensare di fondare un'associazione dedicata al fenomeno, autonoma e senza vincoli. Altro motivo, sicuramente molto importante per me è stata l'esperienza vissuta con mia figlia, vittima di episodi di bullismo.

È così, che nel giugno del 2017 prende vita Zona Debullizzata, una realtà formata da genitori che, a causa delle più svariate vicende, sono entrati in contatto con il fenomeno del bullismo. Questa diventerà ben presto una realtà multidisciplinare composta di psicologi e avvocati, ritenendo opportuno di fare qualcosa in più, oltre l'importante opera di sensibilizzazione.

[902] 03/02/2019
Sandra Landi
Una scrittice e saggista prima del concerto presenta: "Punte di spillo" contro ogni violenza

Sandra Landi, scrittrice e saggista, lavora nel campo dell’antropologia culturale e delle scienze sociali, con particolare attenzione alle storie di vita. Ha collaborato e collabora con le maggiori case editrici nazionali ed è tradotta in spagnolo e in tedesco. Ha pubblicato La guerra narrata (Marsilio 1989); Ritratto a tinte forti, scritto con C. Corso (Giunti 1991, Fischer 1993, Talasa Ediciones 2000); Il quaderno di Quintilio e Il quaderno dell’insegnante (Protagon 1993); Lettere dal limbo (Morgana 1996); Donna Anna (Morgana 1996); Quanto vuoi? Clienti e prostitute si raccontano scritto in collaborazione con C. Corso (Giunti 1998); Griselda fra memoria e scrittura (Olschki 2001) Giardini di marzo (Morgana 2003), Con passione e con ragione in collaborazione con altri autori (Polistampa 2004); ha curato Leggere e scrivere in tutti i sensi (Morgana 2003), Scritture e Ri-scritture (Morgana 2005); Scrivere di scienza e di mistero (Morgana 2007); con F. Cambi ha curato Il dis-agio giovanile nella scuola del terzo millennio, (Armando 2007), L’immagine della società nella fiaba (Armando 2008), La magia nella fiaba (Armando 2010), Fiabe di tutti e di ciascuno, (Nicomp 2011); con A. Borsetti Luna e l’altro (Morgana 2009); altri scritti di narrativa, poesia e saggistica sono apparsi in riviste, testi scientifici collettivi e libri d’arte. Del 2006 è SpreadingOut/ dif-fusione poetica, del 2007 Io/oI, ovvero resistere per esistere, rappresentazioni teatrali più volte replicate.

Nel 2016 ha curato De amicitia, per Nicomp L. E.

Da un suo racconto è stata tratta la performance per voci, action painting, ensemble e nastro magnetico Ottavia più volte rappresentata, l’11 Gennaio 2018 è stata replicata nella Sala della Regina di Montecitorio.

L’ultimo libro “Ottavia e le altre” è uscito nel 2018 per la Casa Editrice Le Lettere e ha inaugurato il Progetto “Punte di spillo” che raccoglie 15 eventi contro la violenza sulle donne www.puntedispillo.it.

Formatrice di insegnanti e Dirigente scolastica è stata Direttrice dell’Agenzia Nazionale per l’autonomia scolastica per la Toscana e l’Umbria. Organizzatrice di eventi, ha fondato l’Associazione culturale Griselda, per favorire la crescita di una cultura della diversità e dell’integrazione attraverso la lettura e la scrittura come “anticorpi per la mente”. Unisce all’impegno per la scrittura, quello politico per il movimento femminile e giovanile.

www.sandralandi.it

www.facebook.com/sandra.landi.184/

[902] 03/02/2019
Danilo Fusi
Acquaforte: "Volto" (Donata nel 2019)

Danilo Fusi nasce a Scandicci (Firenze). È stato nella cerchia dei pittori che formarono il gruppo Come pittura, attiva presso la storicamente nota Galleria Inquadrature di Marcello Innocenti. Fin da subito la sua è una figurazione sontuosa, elegante e pensata. La pagina di Fusi s'innesta, sulla percezione dell'anacronismo, lo straniamento del quotidiano, attraverso l'introduzione dell'elemento incongruo, "anticlassico" e "antigrazioso". I critici Pier Paolo Castellucci, Tommaso Paloscia e Dino Pasquali tennero a battesimo, fin dai primi anni Settanta, l'attività dell'artista fiorentino, inaugurandone la fitta serie di esposizioni che l'accompagnerà fino ad oggi. Nel '77 aveva già esposto, oltre che a Firenze, anche a La Spezia, Bologna, Modena, Parma, Padova, Verona, Napoli e Roma, quando venne invitato da Armando Nocentini al Premio del Fiorino, in Palazzo Strozzi. Nel 1979 aderisce con Del Testa, Nigiani, Cantini, al manifesto Foto di gruppo presentato da Pier Carlo Santini. Siamo negli anni Ottanta: Renzo Biasion lo segnala sul "Bolaffi 1980". Quel decennio diviene ancora più fertile per il lavoro di Fusi, che venne mostrato in personali e collettive a Damasco (Siria), Mantova, Palermo, Barcellona, Madrid, Torino, Lucca. Si ricordano in particolare la mostra del 1986 a Trento "Danilo Fusi. L'irrealtà della pittura". Nello stesso anno è invitato sia da Tommaso Paloscia per "Ab antiquo" presso la Sala d'Arme di Palazzo Vecchio, sia da Renato Barilli a "Firenze per l'arte contemporanea" con richiesta di un'opera per il costituendo Museo d'Arte contemporanea. Nel '87 alla Galleria Ghirlandina (Mo) è presentato da Giorgio Celli. Vengono anche le importanti mostre tematiche come "Il museo dei musei" in Palazzo Strozzi con presentazione di Federico Zeri, nel 1988; poi nel '89, "10 Peintres Italiens" a Sevran; "La devolution et l' antique" a Parigi; "Bicentenario della Rivoluzione francese" a St. Quen, Pantin, Firenze, Certaldo, Scandicci. Negli anni Novanta è a Tokio, Barcellona, Nizza, Wolfsburg (Germania), Mantova, Rouen, Chaolon (Francia), Lagenfeld (Austria). Nel 1994 a Firenze, con presentazione di Corrado Marsan alla Ken's Art Gallery. Nel 1997 Giorgio di Genova presenta Brancolini, Fusi, Gerico, Nigiani come i "Quattro pittori dello sguardo cristallino". In quel periodo, attraverso Samuele Mazza, fervido ideatore di originali rassegne tra arte e moda, partecipa a mostre a Milano ("Il Reggi Secolo" e "Scarperentola"), Genova, Londra, New York ("Cinderella's revenge"), San Paolo in Brasile. Il 2000 si apre con una mostra itinerante (Carpi; Bari presso Expo Arte; Padova, Museo San Rocco; Pavia, Museo dell'Annunciata; Firenze, Palazzo Vecchio; Pavullo, Palazzo Ducale; Firenze, Limonaia di Villa Strozzi) a cura di Giorgio Segato, "Navigazione ultima. Quattro itinerari dell'immagine dentro l'Uomo di Dante: Brancolini, Fusi, Gerico, Nigiani". Nel 2003 mostra "La Vita nuova" presso la Casa di Dante, Castello Gizzi — Torre dé Passeri (PE). La stessa mostra nel 2004 viene presentata da Vittorio Sgarbi e Carlo Fabrizi Carli a Palazzo Firenze a Roma. Nello stesso anno la Galleria Gagliardi (San Gimignano, Si) la mostra "Attraverso uno sguardo". Nel 2005 è inserito nella mostra curata da Giorgio Di Genova nel Museo d'arte delle generazioni del '900 G. Bargellini, a Pievi di Cento. Nel 2006 mostra "Dante e Ovidio nella Divina Commedia" a cura di Corrado Gizzi e Giorgio Segato presso la Fondazione Casa di Dante, Castello Gizzi — Torre dé Passeri (PE). Nel 2007 presso la Regione Toscana, "La camicia dei Mille" a cura di Giovanna M. Carli. Nel 2008 all'Impruneta (Fi) in "Omaggio alla Bellezza" con un ritratto di Martina Stella. Nel 2010 a Lucca "Arte per l'Arte" presso Lucca Center of Contemporary, a cura di Maurizio Vanni. Nello stesso anno nella sede del Castello dé Passeri (PE) a cura di Corrado Gizzi e Giorgio Di Genova "Dante e l'Antipurgatorio". Nel 2011 a Pontassieve (Fi), "Vagare nel mito" a cura di Andrea Mello. Nel 2012, Milano, "Asta silenziosa, Silent Auction" presso Hangar Bicocca. A Firenze "Arte per la ricerca", Galleria degli Uffizi (Fi). Nel 2013 "Le donne del Paradiso" a cura di Giorgio Di Genova a Pescara. Nel 2014 "Omaggio alla bellezza", a Palazzo Guinigi (Lu) a cura di Catia Giaccherini. Nello stesso anno inoltre partecipa a "Gioielli d'artista" a cura di Ornella Casazza e Laura Felici, presso la Fondazione Cassa di Risparmio a Firenze.

"È forse così che possiamo immaginare il livello zero della creazione: una linea rossa di divisione attraversa la densa oscurità del vuoto, e su questa linea appare un qualcosa di indistinto, l'oggetto-causa del desiderio; probabilmente, per alcuni, il corpo nudo di una donna...La linea rossa che attraversa l'oscurità è il soggetto, e il corpo è il suo oggetto."

Slavoj Zizek, Meno di niente

Mi ha fatto ricordare, questa frase, il momento in cui Fusi mi parlò di una traccia rossa, una linea che seguiva certe parti delle sue figure, mantenendo inalterato l'equilibrio delle forme. Temporalmente nato per ultimo rispetto al quadro già presente, questo sottile colore rosso marcava e s'inscriveva lasciando una doppia firma sulle figure che da sempre narrano le poetiche del Fusi. Non posso dire che sia stata fondamentale: ma, dallo sgorgare del rosso, anche un'altra profondità è nata. Con quest'ultima produzione, il pittore fa ancora un passo avanti andando a rileggere un immaginario che gli è proprio. Un immaginario di un mondo che si faceva conoscere attraverso un certo cinema americano, che creava miti sia degli attori, sia dei ruoli che andavano a interpretare. Fusi, mai come prima, mi permetto a dire, parla veramente di sé: sono suoi, attraverso la tela, gli indiani, gli attori della MGM, Rodolfo Valentino, Marilyn Monroe, Marlon Brando. Quella patina che vela le figure, stavolta, è proprio l'esatto attraversamento dell'occhio verso un proprio interiore. L'immagine è resa reale, firmata di rosso, raccontata attraverso un velo, resa ancora una volta avanti l'occhio esattamente così come deve rimanere, nella sua distanza.

Andrea Mello

Il disegno e la pittura di Danilo Fusi pongono al centro l'uomo e la donna, e di loro specialmente il volto, che entro l'impeccabile concatenazione dei contorni si raccoglie e viene esaltato nello sguardo. E per non restare prigioniero entro una bravura che potrebbe diventate maniera, Fusi apre alla propria arte vie di fuga, sommesse irregolarità entro una forma che tenta le vie della perfezione: a volte è un segno forte che interrompe la continuità dell'immagine, a volte un inatteso schiarimento o iscurimento, a volte un contorno rosso che profila un particolare dandogli un risalto e un'enfasi al di fuori e al di sopra dell'intorno. E quando Fusi entra in contatto con l'energia delle creature animali, come i suoi bei cavalli, la classicità sapiente del disegno prende andamenti infervorati, e il rosso e il nero delle matite divengono gli strumenti per catturare il movimento nella luce. Pur da artista che ha una sua profonda coerenza e una vocazione sicura, lo sentiamo ogni volta -sulle tele e sulle carte - alla ricerca di un rinnovamento di sé, che non teme la rottura e l'imprevisto.

Cristina Acidini

Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

[901] 27/01/2019
Antonio Frazzi
Un regista prima del concerto presenta: Realizzare un film, oggi

Insieme al fratello Andrea esordisce come regista teatrale nel 1972.


Don Giovanni, Victor ou les enfants au pouvoir, Hamlet, Calamity Jane (quest’ultimo allestito al Piccolo di Milano) sono alcuni dei testi che hanno diretto in Italia e all’estero.

Dal 1975 inizia la loro collaborazione con la RAI e firmano come registi numerosi film, miniserie e commedie tra cui: Impostore (film per RAI DUE), La cosa sulla soglia (film per RAI DUE), La biondina (miniserie in tre puntate per RAI DUE), Diario di un uomo di cinquant’anni (film per RAI DUE), La purga del bebè e Leonia è in anticipo (2 commedie per RAI DUE), La contessina Mizzi (commedia per RAI UNO), Uscita di emergenza (commedia per RAI DUE), I nuovi territori del teatro (cinque specials per RAI DUE), Nel gorgo del peccato (miniserie in due puntate per RAI UNO), La storia spezzata (miniserie in quattro puntate per RAI DUE), La storia di Chiara (miniserie in due puntate per RAI DUE), Due madri per Rocco (miniserie in due puntate per RAI DUE), Dopo la tempesta (film per la tv RAI DUE), L’avvocato delle donne (serie in sei puntate RAI UNO), Il nostro piccolo angelo (film per la tv RAI DUE), Don Milani: il priore di Barbiana (miniserie in due puntate RAI DUE), Come l’America (miniserie in due puntate RAI UNO), Marcinelle (miniserie in due puntate RAI UNO), Angela (film per la tv RAI UNO), Giovanni Falcone (miniserie in due puntate RAI UNO).

Dopo la scomparsa di Andrea, Antonio ha realizzato sempre per la Rai: Il commissario De Luca (quattro film per la tv RAI UNO), Violetta (miniserie in due puntate RAI UNO), Per amore del mio popolo - Don Diana (miniserie in due puntate RAI UNO )

Nella loro attività di registi hanno diretto Mariangela Melato, Sergio Castellitto, Annamaria Guarnieri, Gabriele Ferzetti, Umberto Orsini, Gastone Moschin, Massimo Dapporto, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Andrea Giordana, Luca de Filippo, Lelo Arena, Barbara de Rossi, Elena Sofia Ricci, Claudio Amendola, Lorenza Indovina, Antonio Manzini, Maria Grazia Cucinotta, Emilio Solfrizzi, Vittoria Puccini, Massimo de Francovich, Jean-Pierre Cassel...e molti altri.

Durante la loro attività televisiva Andrea e Antonio Frazzi hanno ottenuto numerosi Premi Nazionali e Internazionali tra cui: - Premio AICRET della critica televisiva per Il gorgo del peccato - Premio per il miglior film al Festival Internazionale “Central European Iniziative” per Dopo la tempesta - Premio Ennio Flaiano per Don Milani : il parroco di Barbiana - Premio Ente dello Spettacolo RdC Awards 2006 per Giovanni Falcone - Premio come miglior film al 13th Shanghai TV Festival per Giovanni Falcone - Premio Internazionale Efebo d’oro, Premio Kineo e Silver Chest per Il commissario De Luca.

I quattro film de Il commissario De Luca sono andati in onda anche su Channel Four della BBC

Per il cinema hanno realizzato nel 2004 il film Certi Bambini che ha ottenuto i seguenti riconoscimenti: European Film Academy Award 2004 Discovery – Prix Fassbinder - 3 Nominations ai Nastri d’Argento - 2 David di Donatello e 4 Nominations tra cui miglior film e miglior regia - Globo d’oro come miglior film al Festival Internazionale di Karlovy Vary - Premio come migliori autori per la Federazione Italiana Cinema d’Essai - Menzione Speciale della Giuria al Festival CinemaMed di Bruxelles - Premio della Film Commission della Regione Piemonte - Premio per la migliore sceneggiatura al Festival du grain a Demoudre 
(Francia) - Premio per il miglior attore protagonista al Premio Flaiano - Premio speciale della Giuria e Il Grifone d’argento al Giffoni Film Festival. 


Sempre per il cinema hanno diretto il film Il cielo cade che ha ottenuto i seguenti riconoscimenti: Nomination al Premio David di Donatello - Nomination al Premio Nastri d’Argento - Menzione speciale della Giuria al Kinderfilmfest del 51° Festival di Berlino - Premio come Miglior Film e premio del Pubblico al Festival di Giffuni - Premio Globo d’Oro della Stampa Estera in Italia - Premio del Pubblico al Festival di Villerupt (Francia) - Premio Miglior Film al Fort Lauderdale International Film - Festival (USA) 


Antonio Frazzi è Membro della Giuria del David di Donatello ed è membro della Giuria dell’European Film Accademy Award

[900] 16/12/2018
Giuseppe Fricelli (1948)
Uno scrittore prima del concerto presenta: Setticlavio di parole (Revery Edizioni)

Giuseppe Fricelli (Figline Valdarno, 09 Luglio 1948). Dal 1997 è nella direzione artistica sezione musicale del centro dell’arte Vito Frazzi di Scandicci. Vive a Firenze. Si è formato al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze diplomandosi con il massimo dei voti sotto la guida di R. Nardi. Ha studiato musica da camera per quattro anni con Franco Rossi, e composizione con Vito Frazzi. Ha suonato, in prima esecuzione assoluta, più di cento composizioni. Vincitore di borse di studio, si è distinto in vari concorsi pianistici e cameristici. Ha tenuto 2000 concerti come solista e come camerista in Italia, Europa, Giappone, Australia, Africa e Medio Oriente. Moltissimi i suoi concerti in duo con i flautisti Mario Ancillotti, Roberto Fabbriciani, Severino Gazzelloni, con il violoncellista Bacchelli, con il violinista Michelucci e con l’attore cantante Alfredo Bianchini. Da ventitre anni svolge intensa attività concertistica in duo pianistico con Giovanni Carmassi. E’ stato invitato a tenere concerti in vari festivals e stagioni concertistiche: Festival dei Due Mondi di Spoleto, Avignone, teatro Valle ed Eliseo di Roma, Teatro della Pergola di Firenze, Teatro Massimo e Biondo di Palermo, Kammeroper di Vienna, National Gallery di Dublino, Accademia di Gerusalemme, filarmonica di Tel Aviv, Ente Arena di Verona, Accademia Chigiana di Siena, Musikhalle di Amburgo, Museo Al Prado e Accademia Reale di Madrid, sale da concerto dei conservatori di musica di: Malaga, Tokyo, Damasco, Tolone, Siviglia, Oslo, Bologna, Milano, Napoli, Firenze, Lubecca, Kiel, Verona, Bolzano, Tromsø, Teatro Manoel di Malta, Innsbruck Octagon Theatre di Perth. Melba Hall di Melbourne, Ateneu du Porto, Museu Machado de Coimbra, Sala Verdi di Milano, Sala del Comune di Bruxelles,Teatro Giordano di Foggia, Auditorium Rai di Torino Ha registrato per varie reti televisive e radiofoniche: NRK (Norvegia), BBC, Melba RAI, Radio Vaticana, Radio Giappone, Spagnola, Egiziana, Greca, Maltese, Svedese, Olandese, Belga, Australiana, Austriaca, Rumena, Siriana,Israeliana, Tele Montecarlo, Capodistria,RAI Radiotelevisione Italiana. Ha inciso vari dischi e curate molte pubblicazioni musicali per la Carisch, la Berben, la Pizzicato, la Cecchini, l’Eridania, la Ciliegia, il Chiostro. Ha scritto musiche di scena per varie commedie e brani pianistici. Più volte membro di commissioni in concorsi nazionali pianistici, ha inoltre scritto saggi pubblicati su riviste, quotidiani e libri. Molte composizioni a lui dedicate da musicisti quali: Margola, Chailly, Rigacci, Cardini, Grego, Calligaris, Cioci, Abbado, Casagrande, Anzaghi, Adorno, Zangelmi, Mascagni, Spezzaferri, Scattolin, Rossi, Fellegara, Ramous, Valdambrini, Fabbriciani, Zanon, Da Ros, Miari, Anastasi, Riccardi. Già docente di pianoforte principale presso il conservatorio di Bolzano, Verona, Bologna. Insegna oggi presso il conservatorio di Firenze, e da tempo cura mostre di grafica, abbinate a suoi recitals, dei Maestri Pietro Annigoni e Primo Conti di cui fu amico. Da anni tiene corsi di perfezionamento e masterclass presso l’Accademia Musicale di Firenze. Ha tenuto masterclass presso the School of Music of the Victorian College of the Arts of the University of Melbourne. Ha collaborato in veste di pianista e compositore in vari spettacoli e commedie con registi quali: Tatiana Pavlova,Umberto Benedetto,Paolo Poli,Alfredo Bianchini,Cosimo Fricelli e con attori come Andreina Pagnani, Turi Ferro, Ave Ninchi, Paolo Pieri, Annamaria Sanetti, Saverio Marconi, ecc. Oltre centocinquanta i recitals da lui tenuti in molte città europee con la spinetta.Una pubblicazione dal titolo La Spinetta edita dalla Carisch e curata dallo stesso raccoglie molte composizioni scritte da validi Autori contemporanei a lui dedicate. Ha inciso vari Dischi e CD ed ha vinto il primo premio assoluto al VII° Concorso di Composizione Pianistica “Città di Savona 2006”.Attualmente è direttore artistico del concorso nazionale “Vito Frazzi” di pianoforte, del concorso musicale “Città di Bardolino”, del concorso per autori di teatro “Sarah Ferrati”, del concorso di pittura “Primo Conti” di Firenze. Tiene corsi estivi di perfezionamento a Norcia e ad Abbadia San Salvatore, è creatore e direttore artistico dei premi Spezzaferri di Verona e Rinaldo Rossi di Mantova e del Concorso Pianistico nazionale “Val di sole”.

[898] 09/12/2018
Matteo Mazzoni (1991)
SCF - Divagazione su "La musica" n.2 - Anatomia del ritmo di un sospiro

Matteo Mazzoni nasce a Firenze nel 1991. Laureato in Scienze forestali e ambientali e in Architettura del paesaggio, inizia a scrivere poesie tra i banchi del liceo e nel 2012 pubblica alcune delle sue poesie sul giornale scolastico “The Gaudie student newspaper” presso l’università di Aberdeen, Scozia, dove ha studiato durante una esperienza Erasmus. Tornato a Firenze nel 2013 fonda insieme a Lucrezia Neri e Elena Meini il gruppo di scrittura creativa “EsseCìEffe”, gruppo che ancora oggi ospita decine di scrittori fiorentini e offre loro la possibilità di confrontarsi e crescere. La sua prima raccolta di poesie “Battiti di ciglia” viene pubblicata nel 2016 da Porto Seguro Editore.

Mi sto innamorando di te

Quante parole torturiamo?

Singole, a coppie, a gruppi di tre,

perfino intere frasi.

Che siano semplici, di tutti i giorni

o pesanti, il gusto non cambia.

Le soffochiamo con la lingua,

le deglutiamo giù per la gola

senza mai digerirle.

Quante parole torturiamo

senza mai riuscire poi ad ucciderle?

Spingono dal petto

e noi stupidi, resistiamo

perché illusi che per dirle

sia troppo presto.

Loro se ne fottono

dei tempi giusti o di quelli sbagliati.

Loro vogliono uscire,

poco importa se dalla pancia

o dalla testa.

Loro vogliono soltanto vivere

e dovremmo imparare a farlo anche noi.

Pas de bourree

Un, due, tre e quattro.

Quanto tempo ho lasciato per strada,

scivolato tra le dita

a desiderare di cambiare il passato,

a modellare come un Dio egoista

sorti e l’altrui fato.

Cinque, sei, sette e otto.

Qui, l’ora sono la nostra materia,

l’argilla che una volta usata

rimarrà tale, sempre.

Un, due,tre e quattro.

Una musica scandita

un passo indietro col corpo fuori asse,

un pas de bourree tra le fini lancette

dei nostri eterni orologi.

Cinque, sei, sette e otto.

Darò nuovo valore alla mia danza

e sarò felice

se mi penserai anche solo il tempo

necessario a leggere questa poesia.

PNX

Sei come l’aria dei miei polmoni,

nascosta vicino al cuore e spingi

e sgomiti cercando il tuo spazio.

Non ti arrendi,

spezzi il fiato,

ti fai sentire forte

ad ogni mio respiro

a ricordarmi che sei qui,

dentro di me e non vuoi uscire.

Ti tieni con le unghie al petto,

i colpi di tosse

i tamburi della marcia,

del tuo inno

che io canto mano sul cuore.

Regina

Capelli contorti,

rami di nocciolo dalle foglie disadorno

alle porte dell’inverno.

Immagini della fuga d’ogni pensiero

dalla ristretta gabbia della mia testa.

Occhi di terra fertile e legno antico,

scure cortecce bagnate dalla pioggia.

I colori del mio volto

si contendono le ombre dell’abisso,

basta sporgersi un poco per perdersi

in quella oscurità e vederla

col suo scettro e corona.

Dentro poesia regna

le mille altre anime

scalpitano chiuse nella

rete sempre più stretta del tempo.

Regina generosa

quando nutrita,

ma crudele se tradita.

Droga che scopre ogni mio nervo,

radica il dolore su pagine ingiallite

e veste di prestigiosi tessuti il mio amore.

[896] 02/12/2018
Luigi Bicchi
Uno scrittore prima del concerto presenta: È caduto giù l’Armando (Betti Editrice)

Luigi Bicchi nasce a Siena, da adolescente si trasferisce con la famiglia a Firenze ed oggi vive a Sesto Fiorentino. Promotore culturale e scrittore di racconti e poesie ha pubblicato nel 2004 “Un amico strano, l’amore ed altre storie” (Siena, Amico Zorro). Nel 2013 “Peripli, vite in punta di penna” (Firenze, Edizioni Polistampa). Appassionato di arte, nel 2005 fonda, a Sesto Fiorentino, l’Associazione Culturale LiberArte e nel 2014 l’Associazione Modo Fiorentino, con le quali organizza esposizioni ed venti. È del 2014 il suo primo giallo dal titolo “Il gioco delle tombe” (Siena, Betti Editrice), la prima indagine del maresciallo Casati, seguito da “Il Gioco del tempo” (2015), da “Il gioco dei nomi” (2016) e da “È Natale, maresciallo Casati – Una storia di donne” (2017). Alcuni suoi racconti sono presenti nelle Antologie “Ai piedi del sorbo” e “Il ritorno degli Esuli” sempre edite da Betti Editrice.

Sinossi

Nelle pacifiche stanze della Basilica di San Francesco, a Siena, durante una riunione di condominio la discussione degenera molto bruscamente. I buoni frati, non riuscendo a portare la pace, chiedono l’intervento del vicino Comando Stazione dei Carabinieri. Per un caso del tutto fortuito, sarà Casati a doversi occupare della questione.

Inizia così una storia, non molto chiara, di prestiti, cooperative, investimenti immobiliari, il cui protagonista principale, ingegner Quintiliano Recalcati, si è reso irreperibile.

Una professoressa confida a Costanza, giornalista ed amica di Casati, alcuni episodi di pesante bullismo che si stanno verificando nella sua scuola.

Il nostro maresciallo dovrà affrontare quindi due indagini molto particolari. Cercherà perciò di muoversi con grande accortezza coinvolgendo anche il buon Anselmi che, nel frattempo, è andato in pensione.

Nonostante tutte le cautele, alle prime difficoltà, con un pretesto, gli vengono sottratte entrambe le indagini. Casati non sa davvero che pesci prendere né darsi spiegazioni convincenti. Proprio in quei giorni anche Marisa è costretta a lasciarlo solo.

Si fa improvvisamente buio nella vita del maresciallo. E poi… poi c’è l’Armando che cade.

[894] 18/11/2018
Gianna Giachetti
Un' attrice prima del concerto presenta: Essere attrice

Gianna Giachetti - Giovanissima si diploma nel 1956 all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, insieme ad altri futuri grandi nomi dello spettacolo italiano come Umberto Orsini, Giuliana Lojodice, Gian Maria Volonté, Ferruccio Soleri e Mario Missiroli. Ma già tre anni dopo, in seguito ad alcune esperienze teatrali ("Il mistero", "Nostra Dea", "Ifigenia in Tauride" e "Liolà", la maggior parte dirette da Orazio Costa), entra a far parte di uno sceneggiato di Giacomo Vaccari L'idiota (1959) con Giorgio Albertazzi, Anna Maria Guarnieri, Anna Proclemer, Stefano Tofano, Lina Volonghi e l'amico Gian Maria Volonté. Passa dalla più leggera commedia musicale "Lina e il Cavaliere" con Vittorio Caprioli e diretta da Giuseppe Patroni Griffi alla prosa impegnata di "Veglia la mia casa Angelo" di Luchino Visconti e viaggia di città in città con titoli come: "Le ragazze bruciate verdi", "Portava la maschera", "Gog e Magog" di Sandro Bolchi con Ugo Tognazzi, "Uomo e Superuomo" di Luigi Squarzina con Alberto Lionello, "L'irresistibile ascesa di Arturo Ui", "La cameriera brillante, "J.B.", "Don Giovanni involontario", "La Moscheta", "L'ufficiale reclutatore" e "Don Giovanni". È una delle migliori attrici in circolazione, la pupilla di registi come Gianfranco De Bosio e Franco Parenti che lavoreranno principalmente con lei. Giorgio De Lullo, folgorato dalla sua passione sul teatro la vuole come Maša in "Tre sorelle" (1964), poi sarà la signora Perella in "L'uomo, la bestia e la virtù", che segnerà il suo passaggio dal Teatro Eliseo di Roma allo Stabile di Palermo. Infine, dopo l'incendio dello stesso teatro, andrà allo Stabile di Bolzano.

La scelta del teatro

Dopo essere stata diretta anche da Eduardo De Filippo in "Il cilindro", la si vede apparire al cinema nel film di Claudio Gora La contessa azzurra (1960) con Amedeo Nazzari e in La viaccia (1961) di Mauro Bolognini con Jean-Paul Belmondo e Pietro Germi. Ma il vero amore della Giachetti continua a essere il teatro e il piccolo schermo, così come il grande, è appannaggio di pochissimi titoli: Gli addii (1961), La maschera e il volto (1965), Don Giovanni (1971) e La signora delle camelie (1971) di Vittorio Cottafavi, Grandi ospiti (1967) e Il commissario De Vincenzi (1974). A un certo punto, sceglierà senza ombra di dubbio il teatro, preferendo alla cinepresa e agli studi di registrazione televisivi il palcoscenico. È un vuoto incolmabile quello che la Giachetti lascia nel cinema, è doveroso dirlo. Ma tutto quello che toglie alla settima arte, dove è eccelsa, lo restituisce al teatro con interpretazioni folgoranti: "Terra sconosciuta" (1985), "Faust" (1986) diretta da Glauco Mauri, "Vita di Galilei" (1988), "Sogno di una notte di mezza estate" (1988) dove è una favolosa Titania, "Edipo" (1991) di Renzo Rosso, dove è una fulgida Giocasta, "I rusteghi" (1992) riscuotendo un enorme successo, "Il ventaglio" (1993) ritrovando Luigi Squarzina.

Il ritorno sul grande schermo

Il cinema la riacciuffa solo nel 1996, quando la ritroviamo accanto ad Alessandro Benvenuti nel divertente Albergo Roma. Benvenuti trova la Giachetti un monumento intoccabile della toscanità teatrale e la impone nel suo film Ritorno a casa Gori (1996). L'attrice torna anche a fare televisione: Don Milano - Il priore di Barbiana (1997), il telefilm giallo Trenta righe per un delitto (1998) di Lodovico Gasparini, Ama il tuo nemico (1999) e Un prete tra noi (1999).

Il bellissimo ruolo di Elsa in Il cielo cade

Supera se stessa nell'incisiva scena di Il cielo cade (2000) di Andrea Frazzi, ispirato alle reali vicende che colpirono nell'età infantile la regista italiana del free cinema inglese Lorenza Mazzetti. Il suo ruolo è Elsa, la cameriera di casa Einstein (parenti del grande scienziato Albert Einstein), dove la piccola Lorenza vive dopo la morte dei genitori, affidata alla zia (Isabella Rossellini). Quando le truppe naziste entrano nella casa dove le ragazze abitano, fucilando a tutta la famiglia, Elsa si nasconde con le due bambine (Lorenza e sua sorella) fra le braccia e le difende da morte certa confermando la loro religiosità cattolica e non ebrea. Anche se è una scena che dura pochissimo, gli occhi della Giachetti, quel leggero tremolio delle labbra, ma la forza che imprime nel tenere strette le bambine a sé non passano inosservate.

Altri lavori

Scelta da Abbas Kiarostami per il suo Copia conforme (2010), l'attrice la si può vedere più frequentemente in Un colpo al cuore (2000) di Alessandro Benvenuti, Incompreso (2002) di Enrico Oldoini con Luca Zingaretti, Margherita Buy, Fabio Sartor, Riccardo Manera, Irene Ferri, Luigi Diberti e Carlo Monni, A casa di Anna (2004), Don Matteo (2002-2006), Donna Roma (2007).

83 anni, 24 Luglio 1935 (Leone), Sesto Fiorentino (Italia)

[892] 04/11/2018
Leonora Leonori Cecina
Un poeta prima del concerto presenta: Chiaroscuri del silenzio (Florence Art Edizioni)

Leonora Leonori Cecina è nata a Roma e risiede a Firenze. Fin dall’eta giovanile si dedica alla poesia e alla pittura. Ha pubblicato Frammenti di Poesia (1995), Sensazioni di Vita (1996), Valzer di Sensazioni (1997), Poesia e Management (1997), Cipressi a mezzanotte (1998), Folletti nell’ombra (2000), Nel segno della luna (2007). Numerosi i premi letterari nazionali e internazionali che la vedono ai primi posti. Sue liriche in Antologie e Dizionari di Letteratura italiana, alcune delle quali tradotte in inglese, francese e russo. Ha collaborato per collane fiorentine e toscane su vari temi di attualità. “... poesia amabile ed incisiva" ha scritto di lei Mario Luzi.

Nel silenzio la parola

muove i suoi passi.

Dai labirinti dell’anima

segue il filo del sentire profondo,

dipana matasse Intrigate

dove luci ed ombre

hanno volti di bimbi,

fa tesoro di un linguaggio segreto

poco a poco illuminato di luna

e su su risale

col respiro del cuore

fino a posarsi sulla pagina bianca

a sigillo di nudità nascoste.

[890] 21/10/2018
Francescomaria Tedesco (1973)
Uno filosofo prima del concerto presenta: Intorno alla politica

Sono nato a Crosia nel 1973 e sono dottore di ricerca in Teoria e storia del diritto. Sono abilitato alle funzioni di professore universitario di II fascia in Filosofia politica e in Filosofia del diritto. Attualmente sono ricercatore in Filosofia del diritto presso l’Università degli studi di Camerino, dove insegno Filosofia politica. Sono stato borsista presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze e per 5 anni assegnista presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Sono stato professore di Diritti umani presso l’Università per stranieri di Perugia. Ho tenuto seminari e lezioni in molte università in Italia e all’estero. Sono autore di numerosi saggi e articoli, voci enciclopediche, ed ho scritto cinque monografie: Introduzione a Hayek (Laterza, Roma-Bari 2004), Diritti umani e relativismo (Laterza, Roma-Bari 2009), Eccedenza sovrana (Mimesis, Milano 2012; traduzione inglese Sovereign Excess, Legitimacy and Resistance, Routledge, London-New York 2018), Modelli europei di accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo (Aracne, Roma 2016), Mediterraneismo. Il pensiero antimeridiano (Meltemi 2017; Premio Voltaire per la saggistica 2018). Ho collaborato coi quotidiani Europa e Pagina99. Tengo un blog personale dal nome ‘Le Palais du Rire‘ e un blog per Il Fatto Quotidiano. Academia.edu, unicam.academia.edu/FrancescomariaTedesco, Blog Il Fatto quotidiano, http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/ftedesco/, Blog "Le Palais du Rire", lepalaisdurire.wordpress.com

[889] 14/10/2018
Pietro Trapassi (1939)
Uno scrittore prima del concerto presenta: Caino vive a Palermo (Ed. Apice Libri)

Pietro Trapassi nasce a Palermo, nel 1939, dove si laurea in Giurisprudenza. Si trasferisce a Firenze nel 1970, dove riesce a coronare il suo sogno di scrittore, coltivato fin dagli studi classici. Infatti, esordisce nel 2003 con il romanzo "Il gelso" pubblicato con la Casa editrice Agemina e nel successivo anno nel Concorso letterario Atheste di Este a Padova, riceve una menzione speciale. Nel 2008, pubblica il romanzo "I ragazzi del rione Zaccaneddri". Nel 2013 Con la Casa Editrice Firenze Libri, pubblica "Caino vive a Palermo", che viene premiato lo stesso anno al Concorso-Firenze Europa Mario Conti. Nel 2014 stampa col patrocinio del Consiglio Regionale Toscano, la raccolta di poesie "La zagara e il giglio" che ottiene una segnalazione d’onore al Concorso internazionale della poesia edita, Firenze-Europa Mario monti. Nel 2016 infine, pubblica con la casa editrice Bonfirraro, "Laura Lanza-La baronessa di Carini". Negli anni consegue attestati e riconoscimenti con singole liriche.

[888] 07/10/2018
Alberto Severi
Un drammaturgo prima del concerto presenta: Brani tratti da "Gesti e gestacci" recitati dall’autore

Alberto Severi voce e volto storico della RAI, drammaturgo di grande sagacia ed ironia ha lavorato con molti ottimi attori e registi: da Ugo Chiti ad Arca Azzurra, da Flavio Bucci a Sergio Staino e non solo! Alberto è autore ed interprete anche e soprattutto di grandi e spiazzanti monologhi. È infatti con grande onore che ospitiamo la PRIMA NAZIONALE del suo ultimo lavoro che vuol ripercorrere il senso dei gesti: dalla "labbrata" al pugno chiuso nei cortei, dal girare col dito il dischetto per comporre i numeri di telefono al "gesto dell´ombrello". Una esilarante ricognizione fra i gesti che vanno scomparendo o sono ormai scomparsi, e che pure facevano la nostra vita più teatrale e dunque paradossalmente più vera. Il nuovo monologo di Alberto Severi consegna al pubblico un interrogativo senza risposta ("Cosa diavolo è successo alle zanzare?) e una quasi certezza: eravamo più intelligenti quando eravamo più stupidi. E si vede. Severi viene considerato dai molti unico esemplare fornito di humor tosco-british.

[888] 07/10/2018
Isabella Ceravolo (1997)
Durante il concerto la character designer Isabella Ceravolo eseguirà la caricatura di Alberto Severi

Isabella Ceravolo, nasce a Palermo nel 1997, incoraggiata e affascinata dall’attività pittorica del padre coltiva già da giovanissima la passione per l’arte, in particolar modo per il disegno, che da subito si rivela per lei un obiettivo da esplorare, maturando sempre l’interesse per il mondo dell’illustrazione, del fumetto, della ritrattistica e soprattutto del cinema di animazione. All’età di 11 anni frequenta il corso di fumetto presso la scuola del fumetto di Palermo, un’esperienza che aumenta il suo entusiasmo e la voglia di perseguire questa strada. Prosegue gli studi presso il Liceo Artistico Giuseppe Damiani Almeyda di Palermo. E’ presente in numerosi eventi culturali e partecipa a diverse mostre collettive nel territorio siciliano. Alcuni suoi ritratti sono presenti presso collezioni private e pubbliche come l’interessante Museo Civico di Bisacquino, ha inoltre al suo attivo illustrazioni di libri e collaborazioni con il settore dell’animazione come character designer. Nel 2014 al concorso “Rosalia Projet”, indetto dall’Associazione Culturale Eventiamo in collaborazione con la scuola del fumetto di Palermo, si classifica al II posto. Nel dicembre dello stesso anno viene inaugurata la sua prima mostra personale presso il circolo “Noi donne” di Bisacquino, suddividendo il percorso della mostra in due sezioni: il processo creativo del character design e lo studio del ritratto, immortalando busti e primi piani dei visi comuni e non comuni della quotidianità. Al Liceo si specializza nell’indirizzo delle Arti Figurative, praticando diverse tecniche, tra le quali pastelli morbidi, fusaggine, grafite, carbothelli, acquerelli, tecniche miste che applica ai suoi progetti ed ai suoi sketch book quotidiani. Terminato il Liceo frequenta il corso di Cinema d’ Animazione presso la Nemo Academy di Firenze, Accademia delle arti digitali, confrontandosi con artisti del panorama internazionale dell’animazione tra cui John Nevarez, Tomm Moore, Sandro Cleuzo, Ryan Lang, Mingue Helen Chen, Bobby Chiu, Liron Topaz, Masami Suda, Colin Chilvers, Tom e Tony Bancroft, Kazuhide Tomonaga, Takashi Namiki, Eric Goldberg, Moby Francke, John Canemaker e Mark Henn. Successivamente il diploma alla Nemo partecipa alla Summer Master Class “Animando” con Tony Tarantini e Sandro Cleuzo.

[887] 08/04/2018
ODEIATEATRO (2001)
LA HOUPPELANDE (il Tabarro) di Didier Gold

Costituitasi nel 2001 senza fini di lucro, l'associazione culturale ODEIATEATRO, in proprio o in collaborazione con altri Enti, si prefigge, attraverso letture sceniche o drammatizzate, la promulgazione e la diffusone di: Testi teatrali; Testi di poesia o di narrativa; Testi letterari in genere (saggistica, filosofia, politica, religione, musica ecc.) poco noti, di autori del passato o contemporanei, anche con carattere di sperimentazione. I componenti dell'associazione sono professionisti, tutti con una lunga e articolata esperienza artistica. Dal 1985 ad oggi la compagnia ha una produzione notevole di spettacoli in proprio e collaborazioni.
Enzo Lenzetti, in arte Zeno Renzi, milanese di nascita ma fiorentino di adozione, si forma come attore a metà degli anni '80 seguendo i corsi e i laboratori diretti da Orazio Costa, quelli del Teatro Oriolo, diretti da Gino Susini, quelli del Laboratorio 9, diretti da Barbara Nativi e, infine, quelli di Gabriella Bartolomei per l'espressione vocale. Dopo un periodo iniziale dedicato a spettacoli in forma tradizionale ha scelto la lettura drammatizzata come proprio modo di fare arte, prediligendo l'accostamento dell'esecuzione attoriale con la musica, la danza e altre forme artistiche. Ha lavorato in RAI e ha svolto attività didattica teatrale in molte occasioni, anche in condizioni di particolare disagio sociale, con carcerati e con handicappati. Ha al suo attivo circa 110 spettacoli diversi realizzati su tutto il territorio nazionale. Recentemente è stato premiato nel Salone dei 500 del Palazzo Vecchio a Firenze, per la sua interpretazione nel dramma LA MATERNITÀ OFFESA di Doretta Boretti. (http://www.elenzettiodeia.it)

IL TABARRO di Giacomo Puccini (New York 1918) - lettura scenica del testo. Dramma in un atto dello scrittore francese Didier Gold, rappresentato a Parigi nel 1910, a cui Puccini e il suo librettista Giuseppe Adami si riferirono per la composizione dell'opera omonima. Detto testo viene proposto nella traduzione, dall'originale francese-argot, del musicologo Vincenzo Ramon Bisogni e accompagnato da musiche tratte dall'opera di Puccini, eseguite al pianoforte

[887] 08/04/2018
Francesca Maggini
Una musicista prima del concerto

Francesca Maggini proviene dalla Scuola di Paolo Rio Nardi, Alfredo Casella ed Alfred Cortot. Si è diplomata giovanissima sotto la guida del pianista Pietro Scarpini, al Conservatorio L. Cherubini di Firenze. Ha partecipato ai corsi di perfezionamento dell'Accademia Chigiana di Siena, ed in molti concorsi pianistici nazionali ed internazionali come solista e in duo ottenendo riconoscimenti di merito. Ha svolto attività di Docente della Cattedra di pianoforte principale nei Conservatori Statali di Pesaro, Bologna e Firenze. Dall'inizio della sua fondazione, e per lunghi anni, ha insegnato una particolare attività didattico-concertistica nella Scuola di Musica di Sesto Fiorentino. Ha approfondito la propria conoscenza della musica attraverso Io studio e la pratica, dell'organo e del clavicembalo. Ha svolto attività concertistica in moltissime città italiane ed europee (Inghilterra, Francia, Germania, Belgio, Irlanda, Sudan, Grecia, Finlandia, Giappone e Colombia) come solista ed in gruppi di musica da camera. Ha registrato per la Radio Televisione Italiana, Radio Francese, Radio Vaticana e HTV del Galles. Francesca Maggini è nata e cresciuta in una famiglia di artisti.

[885] 23/03/2018
La Compagnia dei Nove - In scena "Seresarà"
"La maledizione del Villaggio", Testo e Regia di Marco Guglielminetti

La mattina del 2 aprile 1691, nel villaggio di Kulyenchikev, due giovani, Casimiro e Sophia, si innamorano perdutamente. Casimiro era molto bello ma era un contadino povero e ignorante. Sophia, invece, era la bellissima figlia del Conte che la costrinse a sposare uno studente ricco e di buona famiglia. Casimiro, saputa la notizia, si suicidò per il dolore e suo padre, sconvolto, lanciò una maledizione: “Possa la figlia di Mirkail Zubritsky, assassina del mio unico figlio, essere colpita dall’ignoranza che fu causa della morte di Casimiro! Possano i suoi discendenti e tutti gli abitanti di Kulyenchikev nascere e morire nell’ignoranza, incapaci di lasciare il villaggio maledetto finché la mia vendetta non sarà finalmente soddisfatta”. Diversi anni dopo arrivò nel villaggio Leon, un insegnante incaricato di rompere la maledizione e di far diventare intelligente la nipote di Sophia. Riuscirà il nostro giovane insegnante nel suo intento?

[885] 23/03/2018
Leonardo Colicigni Tarquini
Villa di Castel Pulci - Cenni storici: La Villa e i suoi proprietari

Il Cielo è invidioso della Bellezza di Firenze, per questo scrive Vasari: “tutti i dì di saette la percuote.” E se “Firenze è come un albero fiorito”, come canta il personaggio di Rinuccio nell’opera Gianni Schicchi (1918) di Giacomo Puccini, lo deve anche alle sue “convalli limpide e feconde”, che hanno dato i natali a illustri personaggi, che nelle Belle Arti e Scienze, hanno fatto “più ricca e splendida Firenze”.

Il contado fiorentino è stato anche teatro d’importanti eventi storici e conserva delle splendide perle artistiche; e anche Scandicci non fu di certo da meno.

In cima a un poggio, situato sulla sinistra del Vingone e rivolta verso la piana di Settimo, si erge la superba Villa di Castelpulci, uno dei più famosi beni culturali monumentali del nostro territorio.

L’importante strategicità di questo luogo è documentata fin dal più lontano Medioevo: infatti, poco lontano dal poggio adesso occupato dalla villa, sorgeva il castello di Montecascioli o Monte Cascioli (documentato fin dal Mille), uno dei tanti fortilizi dei Cadolingi, potente famiglia comitale della Toscana dell’Alto e del Basso Medioevo e patroni dell’abbazia di Settimo. Il castello venne distrutto dai fiorentini nel 1113, inaugurando così la politica espansionistica della Città del Giglio.

Nella XIII secolo la prestigiosissima famiglia Pulci acquistò il terreno occupato dall’ex dimora dei Cadolingi per costruirvi un castelletto di campagna.

Di parte guelfa questa famiglia possedeva delle case tra la chiesa di Santo Stefano al Ponte e quella di San Pier Scheraggio, mentre la torre urbana dei Pulci sorgeva in via de’ Lamberteschi e la loro loggia era ubicata nel popolo di San Pier Scheraggio. Furono attivi nell’Arte della Lana e, stando al Malespini, combatterono contro i partigiani ghibellini: erano infatti presenti tra le file dell’esercito fiorentino alla battaglia di Montaperti del 1260.

Si racconta che questa famiglia giunse in Italia dalla Provenza al seguito di Carlo Magno ( + 814). Secondo un’altra antica tradizione, già consolidata ai tempi di Dante (cfr. Pd, XVI, 127-132), questa casata ottenne dal marchese Ugo di Tuscia ( + 1001)- il gran barone di dantesca memoria- l’ambitissimo privilegio di fregiarsi, con alcune variazioni, dello stesso stemma del sovrano toscano: “di rosso, a tre pali d’argento.”

Alla fine del XIII secolo i Pulci erano una famiglia ben in vista a Firenze e nell’Italia dell’epoca: Ser Manetto prese in consegna dagli Este il castello di Argenta (1299) e due anni dopo ottenne la cittadinanza veneziana; Jacopo Sinibaldo divenne rettore in una chiesa irlandese per volere di Niccolo IV ( Davidsohn, 1896-1927, VI), successivamente fu elevato canonico di Romsey e infine arcidiacono di Winchester. Secondo alcuni studiosi la figura di Jacopo Sinibaldo sarebbe legata a Castelpulci, infatti egli avrebbe commissionato gli affreschi della cappella gentilizia di San Jacopo (fondata nel XIII secolo, purtroppo chiusa al pubblico) rappresentanti le storie di Santa Caterina d’Alessandria, a un artista moderno che la critica recente ha identificato in Grifo di Tancredi. Altri riportano come probabile committente degli affreschi Pulce di Fiorenzino- citato in un sigillo nelle Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi de’ secoli bassi (III, 1740) del Manni.

L’erudito toscano aveva ravvisato nel sigillo in questione, oltre allo stemma de’ Pulci, anche “l’antica prospettiva della suburbana Villa appellata Castel Pulci.”

La villa è stata poi raffigurata in alcuni disegni di Leonardo da Vinci ( Codice Madrid) e di Giorgio Vasari il Giovane, nipote del ben più famoso storico dell’arte.

Nel 1321, a causa di dissensi finanziari, l’immobile venne rilevato dal cardinale romano Napoleone Orsini e i suoi eredi restaurarono il castello; in epoca imprecisata l’immobile ritornò ai suoi antichi proprietari.

Nel 1325 durante la guerra tra Firenze e il signore di Lucca Castruccio Castrani- acquartierato a Signa- le truppe di quest’ultimo dilagarono nella pianura circostante e fecero razzie. Non è chiaro se il palagio de’ Pulci sia stato coinvolto nelle scorrerie del condottiere lucchese. Se vi fu una distruzione questa dovette essere parziale, in quanto dai registi quattrocenteschi, si evince che erano ancora in piedi le “mura del Chastello” scandiccese.

La famiglia Pulci diede i natali a tre importanti letterati: Bernardo, Luca e Luigi. Quest’ultimo compose il più antico poema faceto della nostra letteratura- Il Morgante, pubblicato nel 1478. Il letterato visse a Scandicci più di una volta, perché dovette fuggire da Firenze a causa dei debiti contratti dalla sua famiglia.

Spesso Luigi Pulci leggeva il suo poema, che si facevano delle grosse risate. Nell’anno del Signore 1480 si narra che a Castelpulci furono invitati Lorenzo de’ Medici, il Magnifico signore di Firenze, e il matematico Paolo dal Pozzo Toscanelli, che possedeva una villa a Mosciano (Villa Bertelli; Luigi Gravina, 1940, p. 37).

Un personaggio del poema del Pulci, Astradotte, discute con un cavaliere di viaggi attorno al globo, sostenendo che si possa viaggiare oltre lo Stretto di Gibilterra, le antiche Colonne d’Ercole. Allora uno dei presenti interruppe il Pulci dicendo che avventurarsi oltre le Colonne d’Ercole sarebbe stata un’impresa folle: antiche leggende narrano di mostri marini assetati di sangue umano i quali avrebbero ucciso chiunque avrebbe varcato i confini dell’ecumene allora conosciuto. Il Magnifico intervenne difendendo il Pulci: “egli è un buontempone”, disse, “ma anche un dotto”. Il Toscanelli prese la parola e informò i presenti che un marinaio genovese- tal Cristoforo Colombo disse- inviò al matematico fiorentino una lettera nella quale chiedeva una carta geografica e dei calcoli relativi alla distanza che separa l’Europa dall’ India. Il marinaio genovese, continuò Toscanelli, avrebbe intenzione di raggiungere l’Oriente passando per l’Occidente. Dell’impresa colombiana, che nel decennio successivo avrebbe portato delle grandi conseguenze, se ne discusse a Scandicci.

Il 18 agosto 1511 Castelpulci passò ai Soderini, all’epoca una delle famiglie più importanti di Firenze: Piero, dopo la cacciata dei Medici, assunse il titolo di Gonfaloniere a vita della Repubblica Fiorentina. Sotto il suo governo si disputò la “sfida del secolo” tra Leonardo e Michelangelo, chiamati dal capo dello stato fiorentino ad affrescare la Sala del Maggior Consiglio (oggi Salone dei Cinquecento), ma nessuna delle loro opere fu mai completata.

Il fratello minore di Piero, Francesco Soderini, già vescovo di Volterra, acquistò Castelpulci per 4.800 fiorini. Questa famiglia trasformò l’antico palatium medievale in una villa signorile. La villa rimase di proprietà dei Soderini fino al 1590, quando passò ai marchesi Riccardi di Firenze. Costoro furono dei grandi collezionisti e protettori di diversi artisti, come Francesco Conti, la cui famiglia proveniva dalla frazione scandiccese di San Colombano.

I Riccardi, a partire dal 1667, intrapresero dei lavori di ampliamento della fabbrica: aggiunsero un grandioso viale che collega la dimora alla Via Pisana- il cosiddetto Viottolone, progettato da Giuliano Ciaccheri ( Firenze, 1664- 1705); restaurarono la cappella e commissionarono all’ing. Gioacchino Fortini, che insieme al fratello Benedetto si occupò dell’ammodernamento di Villa Il Diluvio, la scenografica facciata (1735), ben visibile dall’intera vallata dell’Arno tra Scandicci e Lastra a Signa.

L’ultimo Riccardi, Riccardo Giuseppe, si suicidò a Torino a soli 18 anni gettandosi nelle acque del Po nel 1847, quando era al servizio del Re di Sardegna. In seguito all’estinzione della famiglia Riccardi, la maestosa villa divenne di proprietà pubblica. Con regio decreto del 3 maggio 1854 la struttura fu destinata a ospedale psichiatrico. La scelta fu dettata sia per la salubrità del luogo, sia per risolvere il problema dell’affollamento dell’antico Spedale di Santa Maria Nuova.

Nel 1860 i documenti dell’epoca riportano che le persone rinchiuse in manicomio erano 600. Dal 1918 la villa ospitò il poeta Dino Campana, che spirò a Castelpulci il 1° marzo 1932; a stroncarlo fu la setticemia. Venne tumulato in un primo momento nel cimitero di San Colombano e dopo tormentate vicende, dal 1946 riposa nell’abbazia di Settimo.

Nel 1973 la struttura cessò la sua funzione di ricovero e, dopo anni di abbandono, la villa risorse a nuova vita una volta elevata a sede della Scuola Superiore della Magistratura nel 2012.

[884] 18/03/2018
Liliana Ugolini (1934)
Un poeta prima del concerto presenta: "La marionetta vivente. Miscellanea di scritti sul tema" (Florence Art Edizioni). Fotoelaborazioni Dario Caiani

Liliana Ugolini (Firenze 1934) ha pubblicato 19 libri di poesia, 5 in prosa e 4 di teatro. Ha curato all’interno dell’Associazione Pianeta Poesia, per sedici anni, le manifestazioni dedicate alla poesia performativa e multimediale promuovendo la conoscenza di questa particolare modalità del linguaggio poetico. Tale attività è documentata, in collaborazione con Franco Manescalchi, in tre libri intitolati Documenti 1, 2, 3. Ha realizzato il teatro da camera di poesia e opere in versi e musica lavorando a fianco di attori, musicisti e performers. Fa parte dell’Archivio Voce dei Poeti e del Gruppo performativo Cerimonie crudeli (Multimedia91). Ha pubblicato 11 drammaturgie, tratte da suoi libri, in Tuttoteatro (Joker 2008). Le sue opere e i carteggi sono depositati sia nell’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne “Alessandra Contini Bonacossi” sia nell’Archivio Voce dei Poeti settore multimediale alla Barbagianna, Casa per l’Arte Contemporanea.

La marionetta vivente di Liliana Ugolini (Florence Art Edizioni)

Nelle nostre facoltà di parola e di volontà (che già esistono come possibilità dateci – ed è qui il punto... non ci siamo inventati da noi –) vedo l’incapacità di cambiare un disegno di cui anche noi siamo artefici, guidati proprio come marionette e burattini. Di questo non ci accorgiamo perché guardiamo gli avvenimenti da dentro presi come siamo a tentare di risolverli. Ma il giudizio sui tempi lunghi è l’evidente incapacità di cambiare i flussi naturali (maree, meteo, sommovimenti, rinascite, metamorfosi) dei quali facciamo parte poiché anche noi, con i nostri comportamenti, esprimiamo meteo, maree, sommovimenti, rinascite, metamorfosi.

La marionetta

Se io svolassi o vibrassi

i miei perché avrebbero risposte nel Divino

(sublime ai punti fermi).

Potrei fondarmi diritto d'individuo

o in metempsiche assorta alle magie

scoprire segni di destino, se io avessi

una fede qualsiasi che non sia

quella presente e naturale

nel giudicarmi cellula galattica,

mediterei domande che partono da me.

Invece io che son fuori di me

sono il gatto degli occhi, son le zanne d'avorio,

sono il calor di piagge e il maremoto,

son l'orrido e la nota che frange l'assoluto

il crac d'un ghiacciolo quasi muto, una vetta,

un nocciolo, la galassia lattea, il buco nero, il mistero

d'un carattere cocciuto. Qui nello stretto

rispondo al risaputo mentre aspetto prodezze

nel disegno, fuori dal centro

fuori da parole.

[882] 11/03/2018
Mery Nacci
Un attore prima del concerto presenta: "Una, nessuna ... tutte!"

Mery Nacci ha seguito diversi corsi teatrali con Fulvio Cauteruccio (“Laboratorio di cultura teatrale e dell’attore”) e alcuni laboratori della Scuola Nazionale Comici “Massimo Troisi” di Firenze diretti da Andrea Muzzi e Andrea Bruno Savelli. Nel 2000 ha fondato la compagnia teatrale amatoriale “Né fischi né fiaschi” con l’aiuto di importanti attori come Brunetto Salvini e Sergio Forconi. Nel 2003 ha vinto il premio “Club 7 bello” come Migliore protagonista femminile. Ha grande esperienza di recitazione teatrale, tanto in vernacolo fiorentino quanto in lingua italiana, e di recitazione cinematografica. Nel 2012 ha partecipato alle riprese del film “Uscio e Bottega” di Brunetto Salvini e Marco Daffrà. Sempre nel 2012 è entrata a far parte della compagnia teatrale Mald’estro, di Alessandro Calonaci, con il quale collabora attivamente anche alla stesura dei testi. In scena con “Riso Amaro” (riscrittura dei lavori di Eduardo De Filippo) “Don Pilone” (da Girolamo Gigli e Moliere), “Memorie del sottosuolo” da Dostoevskij, “Dante in Jazz” viaggio nella Divina Commedia accompagnata da musica jazz, “Suite per Amleto”, “Sogno di una notte di mezza estate”, “La dodicesima notte”, Misura per misura da William Shakespeare, “Il malato immaginario” e il “Tartufo” da Moliere. Ha interpretato Mila Pieralli, indimenticabile Sindaco di Scandicci, al quale il giorno 8 marzo 2015 è stato intitolato il Teatro Studio, diretta da Giancarlo Cauteruccio, su testo di Giuseppe Matulli.

09/03/2018
Premiata Rosa Maria Scarlino (2018)
Rosa Maria Scarlino, Direttore Artistico per la Musica del Centro dell’Arte Vito Frazzi, ha ricevuto il "Premio alla Carriera nella Musica e nella Cultura Città di Scandicci 2018", per i suoi meriti artistici e culturali.

La Presidentessa della Commissione Pari Opportunità, Laura D’Andrea, ed il Sindaco Sandro Fallani hanno premiato Rosa Maria Scarlino nel corso di una cerimonia che si è svolta il 9 marzo 2018 nell’Auditorium della Biblioteca M. A. Martini di Scandicci. Pianista raffinata, ha insegnato pianoforte principale al “Braga” di Teramo, al “Frescobaldi” di Ferrara, al “Cherubini” di Firenze ed ha avuto numerosi allievi che hanno anch’essi intrapreso una brillante carriera musicale. Attiva nella vita culturale fiorentina e scandiccese, è il Direttore Artistico del Centro dell’Arte Vito Frazzi, che l’ha vista protagonista sin dai primi anni di attività

[881] 25/02/2018
Cesare Giacomo Toso (1967)
Un poeta prima del concerto presenta: La rosa dei venti (Florence Art Edizioni)

Cesare Giacomo Toso è nato a Portoferraio (Isola d’Elba) nel 1967. Ha compiuto studi classici e si è laureato a Firenze in “Lettere e Filosofia”. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: Alter Ego. Versi liberi o neoromantici (Florence Art Edizioni, 1998); Giorno dopo giorno (Florence Art Edizioni, 2001) e La rosa dei venti (Florence Art Edizioni, 2012). Tra i riconoscimenti più recenti segnaliamo: primo premio al “Città d’Este” (2005); primo premio al “Bartolomeo Sestini” (Isola d’Elba, 2005); premio della giuria al “Città d’Este” (2006); premio della giuria al “Bartolomeo Sestini” (Isola d’Elba, 2006); Fiorino d’Oro al “Premio Firenze” per la poesia inedita (Firenze, 2006); segnalazione d’onore al “Premio Firenze” per la sezione Poesia inedita, (Firenze, 2007); selezione al “Premio Internazionale Mario Luzi” sezione Poesia inedita e pubblicazione nella “Antologia del Premio Mario Luzi” (Roma, 2012).

Elba isola di poeti e narratori di Alessandra Palombo domenica 15 settembre 2013

La rosa dei venti di Cesare Giacomo Toso (Florence Art Edizioni)

La rosa dei venti è l’ultima raccolta di poesia di Cesare Giacomo Toso che ha già pubblicato con la stessa casa editrice Florence Art Edizioni, Alter Ego. Versi liberi o neoromantici nel 1998 e Giorno dopo giorno nel 2001. Toso ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali ci limitiamo a ricordare il primo premio al Città d’Este nel 2005, il primo premio al Bartolomeo Sestini di Capoliveri nel 2005 e nel 2006, Il fiorino d’oro per la poesia inedita al Premio Firenze nel 2006, la selezione d’onore al Premio Firenze per la poesia inedita nel 2007, la selezione al Premio Internazionale Mario Luzi nel 2012.

La sua terza raccolta La rosa dei venti si apre con la poesia Se mai tornassi dove con tono quasi sussurrato e pochi versi delicati il Poeta dipinge il suo sogno:

Se mai tornassi/ a seguir la raganella/e contare i girini/dentro al fosso,/vedere il limo/incunearsi nel dosso/dove la vita/ torni a spargere sostanza/ e non limiti/ i colori all’evasione.// Illumini la finestra/ a sera, / dove l’impossibile/ preceda questo giorno.

Una poesia introspettiva, una poesia dell’anima alla continua ricerca di un mondo, di una felicità terrena perduta, ma tuttavia sempre inseguita e immaginata fuori dal presente, spostata altrove. L’altrove diventa così il punto focale verso cui l’uomo si sente attratto come le folene dalla luce delle lanterne e dove egli si illude si trovi il suo Eden. E’ una poesia legata alle emozioni del ricordo, alle sensazioni che restano fotografate nelle memoria ed oggi riproposte sul piano espressivo della liricità. Nel testo iniziale troviamo accennati i maggiori temi cantati dall’autore nella sua raccolta: la natura da lui spesso descritta con toni lievi, sfumati, quasi a dipingere un quadro impressionista, la malinconia per ciò che è passato, la riflessione sulla vita umana.

Descrizione della natura e riflessione si fondono nella seconda poesia Al bosco: la merla , poco prima dell’inverno, vola attorno al capanno dove arde la legna, si divide il pane e il taglialegna/ come la merla/ si contenta/ e campa/ e la natura e la grande capacità di descrivere con versi musicali e chiari sono i protagonisti di Quando è novembre che ci presenta un quadro di un lago dove il panorama e l’aria malinconie rinnova.

La malinconia che traspare nei versi di Toso, è una malinconia che possiamo definire delicata, mai tagliente, mai arrabbiata e anche quando l’autore rivolge al Signore una preghiera bastano poche righe per sintetizzare la sua esistenza e quella dell’umanità: Come luce vieni/col tuo nitore/ e dal dolore presente/ ci consoli.

Il mare, elemento centrale della natura e nella vita dell’autore cresciuto affacciato sul mare, ricorre in più di una poesia e non poteva essere altrimenti. Toso il mare lo conosce bene e lo canta con musicalità.

Mare che può essere aspro/ e struggente/ come il tempo/ che precede come quello che solcò assieme alla madre che volava con ali pesanti quando lasciarono l’Elba per trasferirsi a Firenze dove Toso riprese gli studi universitari dopo la perdita della vista in seguito ad un incidente stradale: 

Adonai

Fu quel giorno,

nella scia

di un mare aspro

e struggente,

come il tempo

che precede.

Sì, eravamo diversi

siamo quelli naufragati

al di qua

sul continente,

fra gli alberi

fatti ostacoli,

irte palafitte;

ignari,

sconosciuti pensieri.

Così cominciò

un altro giorno.

Perla, con me

mi guardava

con i suoi occhi

fatti brace.

Volava con ali pesanti

di colomba ferita

come spesso spirito

di forza

e solitudine.

Io, condottiero vinto

volsi lo sguardo

indugioso, perso,

su di lei

e la seguii.

Tutto taceva,

in quel grigio

fresco mattino.

Lei che d'inverno

amava il silenzio

quando il mare

senza nubi

è infinito,

era felice

nella pace

del suo cuore.

Ora, la stagione

del bello

è rimasta

al di là

sulle ferrigne, brunite

scogliere.

Si apriva

il nostro mare

ci lasciava andare

verso un'altra Sion;

allora si compì

l'ultima estate

e tutto si rifaceva

attesa e vita nuova.

Ma, non sentimmo

più né odore di mare,

né il vento.

Quel mare che i pescatori si portano dentro quando tornano a casa stanche e delusi in Porto Pidocchio, il mare che si vede dal suo balcone, che sbatte la sua schiuma in Capo Bianco , un bellissimo testo dedicato alla sua spiaggia, al suo amato sport, alla sua giovinezza ricordata quando i capelli più non sono come l’oro.

Capo Bianco è, tra l’altro, la poesia con cui l’autore ha vinto il XXIV Premio di Firenze per la poesia inedita nel 2007 con questa motivazione:

Con tratti rapidi e sapienti il poeta descrive un’estate elbana lontana nel tempo, interpretando con originalità la voce e i colori dell’isola amata, come metafora del proprio profondo sentire: così l’esistenza stessa intera si snoda attraverso il filtro dei ricordi in versi di intensa forza lirica. Di volta in volta i sentimenti si identificano con la voce del mare, con i colori vividi della natura, con il trascolorare dell’oro dei capelli; il tutto reso con pennellate vibranti “rubate” alla pittura impressionista. […]

Nei versi di Cesare Toso il mare s’intreccia con l’amore come nei versi iniziali e finali di Composizione breve: il mare in trasparenza/ di nuovo appare… le tue piccole mani/lievi, magiche, come l’Irlanda/ il cielo,/ Lucia.

E l’amore è, infatti, un altro grande tema trattato nelle poesie del libro La rosa dei venti. Il titolo, non a caso, prende il nome dal primo verso della poesia a Lucia G., ma anche altri testi parlano d’amore, l’ amore verso la madre Marta, la nonna, le donne tutte come nella poesia intitolata appunto Le Donne che si apre con un’invocazione di Giovanni Paolo II nella “ lettera alle donne” “ Vegli Maria,/ Regina dell’Amore/ sulle donne/ L’ amore , come ben scrive scrive Vera Franci Riggio nella prefazione in una prospettiva modernamente stilnovistica, veduto e vissuto, come sublimazione ( non negazione) dell’istinto e proiettato in una dimensione di luce, di canto, di consolazione. Lucia, la sua donna, è infatti luce gentile, stella che al pari dell’astro mattutino accompagna /il giorno/ chiara radiosa/ come Venere fanciulla”.

Lessi le prime poesie di Cesare Toso nel 2001 e già mi colpì la naturalezza dei suoi versi che riescono a rievocare un momento, sia descrittivo che introspettivo, con pochi tratti.

In La Rosa dei Venti ho trovato un Toso più maturo e ancor più raffinato nella scrittura, un poeta che oltre a riprodurre quadri nitidi e colorati ci regala poesie che trasmettono serenità per il continuo interagire della natura con i sentimenti umani e che in fondo sono una lezione di vita per chi legge perché ciò che scrive l’autore rispecchia le emozioni e i turbamenti degli stessi lettori.

[880] 18/02/2018
Fabrizio Borghini (1947)
Incontri con l'arte...e non solo - 30 anni di televisione (Edizione Masso delle Fate)

Fabrizio Borghini è nato nel 1947 a Firenze dove si è laureato in Materie Letterarie con indirizzo in Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa presso la facoltà di Magistero riportando la votazione di 110/110 e lode. Nel 1972 ha conseguito, presso il Consorzio Provinciale per l'Istruzione Tecnica di Firenze, il diploma di Cineoperatore con 110/110 e nel 1973 quello di Fotografo con 60/60. Negli anni 1974/75 e 1975/76 è stato docente ai corsi ECAP-CGIL della Regione Toscana per l'insegnamento teorico complementare. Dal 1977 è entrato nel giornalismo come collaboratore del settimanale Commercio e Turismo e in qualità di curatore dei servizi radiofonici per la trasmissione Sette giorni e un microfono della sede Rai della Toscana. Da allora, ininterrottamente per 40 anni, ha lavorato per emittenti televisive e radiofoniche, per quotidiani e periodici. Nel 1992 ha dato vita alla trasmissione Incontri con l'arte, la più longeva fra quelle condotte in televisione, che attualmente va in onda tutte le sere dalle 20 alle 20.30 su Toscana Tv Canale 18. Con uno staff di operatori, la rubrica propone circa 700 servizi di arte e cultura all'anno coprendo l'intero territorio regionale ed effettuando quello che può essere considerato un vero e proprio servizio pubblico. Unica nel suo genere per continuità, Incontri con l'arte ha un seguito giornaliero di circa 35 mila spettatori e ha raggiunto i 15 mila servizi realizzati in oltre 500 località totalizzando 200 mila interviste. Dal gennaio 2013 è direttore del mensile La Toscana. Nel 2013 ha fondato l'Associazione Toscana Cultura e dal 2014 è presidente dell'Accademia Internazionale Medicea e poi Rettore dal 2017.

"Non so se trent'anni ininterrotti di attività giornalistica televisiva siano più o meno meritevoli della festa che è stata promossa e organizzata per la ricorrenza da tante persone che evidentemente hanno avuto modo di apprezzare il mio lavoro.

Certamente andare in onda tutte le sere arrivando a un totale di 15 mila puntate e 200 mila interviste realizzate in oltre 500 località diverse, anche se non dovesse rappresentare un record, è stata senza dubbio una bella impresa, stressante ma allo stesso tempo appagante, che vale la pena ricordare.

La televisione è entrata per la prima volta nella mia vita nei primi mesi del 1957 sotto forma di un grosso scatolone contenente un inusuale mobile quadrato di legno con uno schermo sul davanti. In Italia c'erano pochissimi apparecchi televisivi perché ancora molto costosi; mio padre ne aveva potuto acquistare uno come dipendente Rai avendo avuto particolari facilitazioni di pagamento. Il privilegio di avere un televisore in casa, non solo mi trasformò da subito in un precoce telespettatore, ma mi fece di colpo diventare il bambino più coccolato, ma anche invidiato, del rione del Pignone, perché tutti speravano in un invito per condividere la visione dei programmi.

La sera, il salotto di casa nostra si trasformava in una specie di piccola sala cinematografica dove tutti gli abitanti del casamento si riunivano stando anche in piedi, mentre noi ragazzini ci si sparpagliava sul pavimento, per vedere le prime trasmissioni di successo come Lascia o raddoppia, Un due tre, Telematch e il Festival di San Remo. Il 1957 fu anche l’anno della nascita di Carosello che…".

Così scrive Borghini nel suo libro "Incontri con l’arte … e non solo" e continua la narrazione dei suoi fantastici incontri documentandoli con delle bellissime foto che bloccano nel tempo i luoghi e i personaggi che ha intervistato e conosciuto personalmente.

Auguri Fabrizio!

[879] 11/02/2018
Caterina Del Vivo
Uno scrittore prima del concerto presenta: Leone da Rimini (Salomone Belforte Editore)

Caterina del Vivo. Laureata in Lettere presso l’Università degli studi di Firenze, dopo aver frequentato la Scuola di APD (Archivistica Paleografia e Diplomatica) dell’Archivio di Stato della stessa città ha seguito Corsi di perfezionamento in Informatica, Archivi e Beni culturali presso la Scuola Normale superiore di Pisa. Ha lavorato molti anni all’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseux di Firenze, di cui è stata Responsabile dal 1997 al 2002. Dal 2002 al 2016 è stata Responsabile dell’Archivio Storico dell’Istituto, in Palazzo Strozzi. Ha redatto e pubblicato inventari e cataloghi ( fra i quali, editi Le Carte Vannucci, 1985; Fondo Montanelli, 1988; Fondo Orvieto, 1994; Archivio Storico del Gabinetto Vieusseux, 2011), ha curato carteggi ed edizioni testuali, partecipando a molti convegni nazionali e internazionali in ambito archivistico e storico letterario. Ha organizzato convegni e incontri culturali per il Gabinetto Vieusseux e corsi di formazione e di aggiornamento archivistico, nonché incontri di studio di argomento archivistico per la Sezione Toscana di ANAI (Associazione nazionale archivisti), per la quale ha svolto in più occasioni attività didattica. Ha partecipato a stages internazionali, fra i quali lo STIA, presso gli Archives Nationales di Parigi (2003 e 2008). Ha approfondito Sulla “Rassegna degli Archivi di Stato” e altrove varie problematiche relative al mondo degli archivi, in particolare il Diritto d’autore nei Fondi d’archivio contemporanei e gli Archivi di personalità e il loro trattamento archivistico. Da anni approfondisce, come studiosa e con specifico riferimento ai documenti d’archivio, aspetti e figure della cultura ebraica degli ultimi due secoli, soprattutto attraverso l’inventariazione e lo studio delle carte della famiglia Orvieto. A questo tema ha dedicato mostre e convegni, pubblicando i testi inediti di Laura Orvieto Storia di Angiolo e Laura (Firenze, 2001) e Viaggio meraviglioso di Gianni nel paese delle parole (Firenze, 2007), Leone da Rimini (Livorno 2016), e inoltre le memorie infantili di Leo Neppi Modona, Barbari del secolo XX. Cronaca familiare, settembre 1938 – febbraio 1943 (Firenze, 2010). Ha studiato le biografie di personaggi femminili dell’Ottocento e del Novecento, attraverso saggi, mostre documentarie e interventi di vario genere; fra le sue pubblicazioni in questo ambito vi sono i volumi: La moglie creola di Giuseppe Montanelli. Storia di Lauretta Cipriani Parra (Pisa, 1999); La ‘bella Vaccà’, Leopoldo e Andrea. Sophie Caudeiron e i Vaccà Berlinghieri (Pisa, 2009); … Narrando storie. Laura Orvieto e il suo mondo (Catalogo della mostra, Firenze, 2011); In esilio e sulla scena. Lauretta Cipriani Parra, Giuseppe Montanelli e Adelaide Ristori (Firenze 2014); Helen Zimmern. Corriere di Londra 1884-1910 (Milano, 2014); Gina Gennai, Infanzia Ottocentesca fra le torri di San Gimignano (Firenze, 2015), oltre a numerosi saggi e articoli; fra gli ultimi in ordine di tempo: Lettere e matrimoni nella Firenze di fine Ottocento (Firenze, 2015); Amalia Cantoni e la sua famiglia fra Pomponesco, Venezia e Firenze (Livorno, 2017), Veuves et pupilles à Pise au début du XIXème siècle (Rennes, in corso di stampa). Recentemente si è occupata della valorizzazione di archivi di artisti e committenti del secolo XIX: Hiram Powers a Firenze. Atti del Convegno di Studi nel bicentenario della nascita, 1805-2005 (Firenze, 2007); Andrea Vaccà e Ridolfo Castinelli. La costruzione del Tempio di Minerva Medica a Montefoscoli (Pisa, 2009); Polemiche e successi di Aleardo Aleardi docente di Estetica a Firenze, (Firenze, 2016) e di archivi di studiosi del mondo della scienza: Elisabetta Fiorini Mazzanti, Benedetto Viale e gli amici Toscani, (Firenze, 2014); Dal ‘Fondo Benedetto Viale’ del Gabinetto G.P. Vieusseux: sulle “Acque Albule” di Tivoli e sulle loro proprietà (Firenze, 2016). Ha collaborato e collabora a riviste di storia, storia della letteratura e archivistica (“Rassegna della letteratura italiana”, “Studi italiani”, “Nuova Antologia”, “Antologia Vieusseux”, “Rassegna mensile di Israel”, “Rassegna storica toscana”, “Atti e memorie dell’Accademia virgiliana di Mantova”, “Bollettino storico pisano”, “Rassegna degli Archivi di Stato”). Dal 2009 è Presidente della Sezione Toscana dell’Associazione Nazionale Archivisti Italiani (ANAI), nomina rinnovata nel febbraio 2017 per il quadriennio in corso. Dal 2004 coordina in questa veste la collana di piccole guide agli archivi toscani sconosciuti o nascosti “Quaderni di Archimeeting”, giunti attualmente al n. 34 e pubblicati sia in forma cartacea che on line, sul sito anaitoscana.org.

[878] 04/02/2018
Erika Sartori
Un poeta prima del concerto presenta: Camminando nel mio giardino (Revery Edizioni)

Erika Sartori è nata a Bolzano, vive e lavora come counselor naturopatico a Roma. Ha pubblicato vari libri di poesie: Tra il pensiero e lo sguardo, Ho chiesto al vento, Poesie scelte, La spiaggia del tempo, Il tempo cambia.

UNA DELICATISSIMA RACCOLTA DI VERSI, COME UN LUNGO VIALE DI FIORI

Inutile cercare Revery Edizioni su internet. Il logo, con il trifoglio leggero a sottolineare il nome della casa editrice, sembra essere più raro di un quadrifoglio. Me lo aveva detto Monica Infantino, editora e curatrice della grafica del bel libro di poesie di Erika Sartori, Camminando nel mio giardino.

Non essere su internet è una scelta precisa. Significa non sottrarre tempo, ma curare ogni particolare dando a ogni pagina “il suo tempo”. Significa non alzare la voce ma sussurrare la strada che conduce al tesoro. E si vede bene, si tratta di un libro delicatissimo e curato. La copertina calza perfettamente il titolo e accompagna il lettore come lungo un viale di fiori e di piante che sono le pagine, le poesie, i versi.

Rimango stupita nel leggere la risposta ai miei pensieri: l’introduzione al libro si intitola proprio “Sottovoce”.  E’ così. Ogni pagina è un alito di vento, una brezza leggera. E su tutto il colore si stende liquido, a volte vivace, altre tenue,  ma sempre  pieno di “visioni di impressione”.

L’autrice ci racconta come sono nate le sue poesie . “Ogni memoria mi ha portato al suo posto, nel preciso angolo di giardino, in quel luogo particolare dove è cominciata la sua storia”.

Il giardino è la metafora primigenia che vive in ognuno. E’ il luogo magico delle luci e delle ombre, è il mondo seducente dei sentimenti più belli, dei pensieri, dei ricordi, dei segreti.

I versi dell’autrice sono delicati come ali di farfalle e luminosi come quelle delle lucciole. Il giardino è popolato di piccoli animali e le parole si sfogliano al vento come petali di rose.

Un paesaggio idilliaco come quello delle fiabe incantate, ma guardando bene tra i rami e le piante, osservando meglio nella terra nera si trovano impastati altri umori. Sono pensieri profondi, malinconici, di quelli che fanno i conti con la vita e lasciano spazio anche al rammarico, al dolore.  La poesia di Erika non è pace casalinga e piaceri botanici ma stratificazioni complesse rese leggere e chiare dalla sua capacità sensibile di trasformare in colori tenui anche i pensieri più duri. Nelle ombre del giardino prendono forma figure che avanzano e si lasciano riconoscere in pochi tratti. Il figlio cresciuto all’improvviso nella sua giacca perfetta, la madre scarmigliata in bicicletta, sempre giovane e luminosa nella sua apparizione, e sempre lei nel momento della nascita insieme alla zia e alla Madre divina. Il padre, che come nel figlio trova la parola “rabbia”. E la passione per l’uomo amato, il disincanto e lo sperdimento, l’amica di matita… tutti giungono nel giardino a farle visita, nel suo microcosmo personale pieno zeppo di ricordi e di pensieri. Talvolta dal giardino qualcuno fugge per afferrare un attimo di libertà, come la cagnolina Matilde, un episodio apparentemente banale che nella poesia dischiude altri significati e diventa mito. Un giardino che tuttavia non rimane sempre chiuso nella sua perfezione addomesticata di piante, alberi e fiori ma che talvolta si apre e lascia irrompere il mare libero, perfetto, che contiene ogni presenza e dimostra la grandezza di Dio. 

La poesia di Erika Sartori mostra ciò che vorremmo essere e come vorremmo vivere, accettando la vita con tutte le sue contraddizioni, e viverla così, in modo delicato, come passeggiando in un bellissimo giardino, attraverso le stagioni, e curare attentamente ogni pianta, accompagnarla e attendere che ogni fiore sbocci.

[da: Portale Letterario, Portale di Critica Letteraria del circuito cittanet - Recensione di Maria Milvia Morciano]

Camminando nel mio giardino (Revery Edizioni)

Musica

Mi restano nelle dita

le note che mi hai donato

il ritmo

scandisce

l’orologio

degli accordi

fuori

piove

ascolto

Träumerei

l’armonia

danza

nel mio cuore

tu sei qui

con me

e sorridi

tra una nota e l’altra.

[878] 04/02/2018
Monica Infantino
Un editore prima del concerto (Revery Edizioni)

Monica Infantino è nata a Milano, vive a Roma, da circa 10 anni è titolare e direttore editoriale di Revery Edizioni. Una - come lei stessa la definisce - piccolissima casa editrice, molto attenta all’autenticità della qualità artistica degli Autori pubblicati e alla massima cura della veste editoriale del libro, prezioso “contenitore” della creatività. La sua professione è Grafica Editoriale.

[877] 28/01/2018
Guidi Landini (1993)
SCF - Divagazione su "La musica" n.1 - Attesa. Musica. Moto

Guido Landini è nato a Firenze il 31 Dicembre 1993, appassionato da sempre di musica e letteratura. Dopo il Diploma di Maturità Classica si laurea all’Università degli Studi di Firenze in Filosofia con una tesi in Estetica: "Sampling, oil furto creativo. David Foster Wallace tra musica hip-hop e proprietà intellettuale”. Impegnato nell’associazionismo dove ha svolto attività di segretario per l’associazione no-profit "Young Artists" e di scrittore per un editoriale online, dimostrando competenze letterarie e digitali. Ha dimostrato interesse e studiato Pianoforte, strumenti MIDI, narrativa e poesia. Ha vinto il Bando "Creatività in Azione III" indetto dal Comune di Firenze, Luglio 2013 che prevedeva l’assegnazione di un budget per la realizzazione di uno spettacolo multimediale; Ha vinto la II Edizione di "Scritture da Strada", concorso di scrittura creativa indetto dall’Associazione Three Faces, dicembre 2017. Ha ottenuto l’Attestato di formazione Eccellenze in Digitale rilasciato da Google, Febbraio 2017. Ha Collaborato per Tsinoshi Bar, community milanese di musica elettronica. Ha pubblicato: Per Elisa, in «Racconti Toscani», Historica, Cesena, 2016; Pigreco alla Sesta, in «Street book Magazine #6», Three Faces, Firenze, 2017.

Attesa. Musica. Moto

Divoro le scale con quattro balzi oblunghi ed eccomi qua, un pò sudato, tra le gente in movimento: zaini, gambe arrostite dal sole, valige, corpi, scarpe colorate. Il pavimento a grumi ne esce saturato. Bussa il basso alle trombe di Eustachio, legando quanto ho davanti a me con una riproduzione casuale, condendo e unendo un via vai discontinuo che si avvita, a loop.

-Arrivo tra dieci minuti- avverte il cellulare. Aspetterò. Davvero strano per me arrivare in anticipo, che di solito sono gli altri a precedermi. La schiera di orari sfolgora sopra il naso e sembra stare lì appesa a farmi la morale: -Impara bene stronzo, cosa vuol dire perdere tempo.-

Ma non ho nulla da imparare che per una volta sono corretto, antipatici moniti digitali! Ed essendo la terza volta nella mia vita che arrivo in anticipo, capisco di tenerci in qualche modo.

A mio modo.

Stacco una cuffia, non voglio rimanere completamente sott’acqua. Il tintinnio degli spiccioli alle macchinette mi fa voltare subito la testa, crea un gioco ritmico curioso e sì, la voce gracchiante degli annunci ecco che monta un background. Attendere non è un gioco del silenzio, anzi, la musica sta cambiando. O forse sono soltanto le sequenze a cambiare?

Cerco di infilarmi in una posizione ritrosa, lontana dalle spalle della gente ma non abbastanza per impedirmi di abbracciare il branco con lo sguardo. Voglio vederli tutti, ma non voglio essere visto con le mani in mano, perciò mi impegno duramente nell’azione di vederli tutti.

Occhi a mandorla, transazioni sconvenienti, cibo insano, carne in scatola, divise, rotaie, movimento, attesa, vagoni appesantiti dalla vernice spray. E ancora gambe bordeaux, valige, tomaie colorate. Una sigaretta elettronica. Una sigaretta elettronica? Eh, sennò da dove proviene quest’aroma di tabacco sintetico che ha solo il nome, soltanto l’etichetta “essenza alla vaniglia”, ma sa di eserciziario di algebra lasciato invecchiare in un sottoscala umido?

Mi si chiude lo stomaco.

Gli orari continuano a scivolare a testa all’ingiù come le cifre verdi nella matrice di Matrix e i dieci minuti se ne vanno con loro. In una risposta inconsapevole, le dita si avvicinano alla bocca per venire sgranocchiate, suonando il benvenuto all’ansia. E dalla cuffia sembrano arrivare alcuni suggerimenti appropriati: i suoni evolvono tremolanti, sottesi al languido, glacialmente ossessivi; le ritmiche invece rabbrividiscono rimbomando sugli ottavi.

Getto uno sguardo sul nome dell’artista. Me l’aspettavo, mi avevano sconsigliato di aggiungere questa merda in playlist: comunque dopo tutto non male, ci sta.

Sento il bisogno di scuotermi, succede che non posso più star fermo ad aspettare e che mi devo muovere e anche se non ho con me che un cellulare ritardato, un lettore mp3 antidiluviano e un paio di cuffiette bianche, sottili e scontate (banali e prese a sconto), sono comunque molto impacciato (davvero è schiacciante la sensazione di non avere nulla addosso e sentirsi comunque impacciati o d’impaccio).

Inizio a toccare il cellulare con un tocco quasi taumaturgico, sperando che lo schermo sia capace di placare le mie preoccupazioni. E così l’ultimo evento che si manifesta sullo schermo è una vorticosa scia di stelle, l’effetto visivo d’impatto che precede la notte blunerastra dei dispositivi elettronici non più di ultima generazione. Impreco. Non riuscirò mai a trovarla.

L’avevo vista due volte, si sono sicuro due volte, e una di queste due volte l’avevo soltanto intravista. Plano dall’entrata più stretta vicino alle scale a quella più ampia che da sulla piazza, ispeziono la biglietteria, i due tabacchi, la libreria, le aree ristoro, la libreria ristoro.

Forse è già partita.

La cassa batte i quarti, la chiave scatta in maggiore sull’inciso tagliente, così che si inarca una certa epicità del tipo: adesso o mai più! Gli stessi bagagli, le stesse gambe accavallate a grumi tengono il tempo, gli stessi volti sconosciuti e la serie di annunci indistinguibili cavalcano il giusto, sovraccarico battito per minuto nella fuga collettiva dal baricentro, come particelle impazzite sotto la fiamma di un becco bunsen.

Sono un bagno di sudore al limite tra il rassegnato e l’euforico quando la vedo alle macchinette, girata di schiena, mentre nutre con gli spiccioli quella curiosa macchina da groove.

Si volta e mi sorride. Era lì, esattamente da dove mi ero mosso, e io ho tutti i capelli scompigliati: mi passo una mano sopra la testa per incasinarli ancora di più.

Parliamo a bassa voce mentre l’accompagno al suo binario con un’andatura robotica, poi recupero una cuffia affogata dentro la mia t-shirt e gliela porgo. Sembra pensierosa sulle prime, o forse sembra solo apprezzare. Una cuffia io, una cuffia lei: la musica ci avvolge come un panno fresco di suoni, ma non ci isola.

Tra i fischi incalzanti, una buona percentuale di pudore e le tonanti richieste di permesso, filtra un bacio: si chiude quell’attesa, si chiude quel moto.

Ma non la musica, che continua, nel tempo. Non il magma di tensioni e risoluzioni, non il differenziale centripeto che sospinge il brodo primordiale di teste e cuori.

Mi volto nella direzione opposta al suo saluto e correndo via, ormai sudato fradicio, scorgo la cascata di orari verde smeraldo procedere imperterrita, indifferente ai ritardi come agli anticipi. Sott’acqua, immersa nella sua stessa musica.

Tales from GuidoLand

https://www.facebook.com/guidolandiniwriting/

[874] 03/12/2017
Alberto Magnolfi
Un musicista prima del concerto presenta: Omaggio a Vito Frazzi

Alberto Magnolfi ha conseguito i diplomi in pianoforte (1983) e composizione (1985) presso il Conservatorio «Cherubini» di Firenze e la laurea in lettere (1993) presso l’Università degli studi della stessa città con una tesi sul Secondo Libro de Madrigali di Marco da Gagliano. Tra le sue opere musicali si ricordano: Musica e Natura, (ed. De Santis, Roma 1981), Insieme (ed. Carrara, Bergamo 1991), Synthesis (CD, Fonè, Livorno 1994). Docente di pianoforte presso il Liceo musicale «Dante» di Firenze, dal 1994 è membro della Società Italiana di Musicologia (SidM). Autore di vari scritti di argomento musicologico e didattico, pubblicati in riviste e volumi miscellanei, ha recentemente curato l’edizione in lingua italiana di Bernhard Meier, I Modi della polifonia vocale classica (LIM, 2015).

[873] 26/11/2017
Vincenzo Zappia
NO alla violenza sulle donne! NO alla violenza!

La violenza sulle donne ha radici molto profonde, nasce dalla violenza grave o piccola subita nella quotidianità e viene esasperata dalla insicurezza e dalla incapacità di comunicare dei singoli.

Un’educazione sbagliata impartita da donne e uomini, dalla scuola e dalla comunità tutta, porta a quelle forme disturbate che ormai sempre più spesso sfociano nella violenza anche grave.

Femminicidio, Bullismo ed altro…

Per modificare radicalmente queste cattive abitudini bisogna prima di tutto con coraggio denunciare la violenza… sempre!!! e contemporaneamente comprendere l’importanza dell’educazione concreta fatta di continui piccoli gesti nel quotidiano…

[Vincent Way]

[873] 26/11/2017
Marco Guglielminetti
Un attore prima del concerto

Marco Guglielminetti dal 2008 ad oggi insegna e ha insegnato nei Corsi teatrali per adulti e adolescenti e bambini con la Compagnia dei Nove ONLUS presso Liceo Artistico Leon Battista Alberti, C.S.D. Ist. Gould, CUI i Ragazzi del Sole e CRED Comune di Scandicci, Liceo Scientifico Rodolico, Liceo Vasari di Figline Valdarno, Liceo Marsilio Ficino di Figline Valdarno, I.S.I.S. Machiavelli, Istituto Superiore Marco Polo — REGIA/AUTORE/SCENEGGIATORE — Giugno 2005 - Adattamento del testo Regia e musiche originali per lo spettacolo “Le avventure del Barone di Munchausen” - 2006 - Adattamento del testo Regia e musiche originale per lo spettacolo “Il Labirinto” - 2007 - Autore del testo Regia e musiche originali per lo spettacolo “Alice viaggi in bianco e nero” - 2008 - Autore del testo e Regia dello spettacolo “Il Carnevale di Camille” - Autore del testo e regia dello spettacolo “Mezzo sogno a mezzanotte” - Regia dello spettacolo “Dracula” - 2009 - Adattamento del testo regia e musiche per lo spettacolo “Notre Dame de Paris” di V.Hugo - Adattamento del testo regia e musiche per lo spettacolo “Il Fantasma dell’Opera” di G. Leroux - Adattamento del testo regia e musiche per lo spettacolo di “L’ultimo nastro di Krapp” di S.Beckett - Regia dello spettacolo “Cinema che passione” - 2010 - Adattamento del testo regia e musiche per lo spettacolo “La Tempesta” di W. Shakespeare - Adattamento del testo regia e musiche per gli spettacoli Il “La dodicesima notte” di W. Shakespeare - Adattamento del testo regia e musiche per lo spettacolo di “Not I” di S.Beckett - Sceneggiatura regia e composizione delle musiche originali per lo spettacolo “Dracula” - 2011 - Adattamento e regia dello spettacolo “La scuola delle mogli” - Adattamento e regia dello spettacolo “Malato Immaginario” di Moliere - Adattamento e regia dello spettacolo “I Viaggi di Gulliver” J.Swifti - Autore del testo e regia dello spettacolo “Il Gabinetto del dottor Caligari” di Weine del quale ha composto anche tutte le musiche originali - Regia e produzione del corto “il respiro della mente” - 2012 - Autore del testo e Regia dello spettacolo “Medea” di Euripide - Regia e sceneggiatura dello spettacolo “Lautrec” - Regia e adattamento del testo dello spettacolo “Il Misantropo” di Moliere - Regia e adattamento del testo dello spettacolo “Chiaro di Luna” di H. Pinter - Assistente alla regia dello spettacolo “Donne” di C.Boothe con la Direzione si Serenella Izzo - Regia sceneggiatura e composizione delle musiche originali dello spettacolo “Don Giovanni” - Progettazione e realizzazione dello spettacolo di improvvisazione teatrale “Teatrintavola” - 2013 - Regia e sceneggiatura dello spettacolo “L’Odissea” - Regia dello spettacolo “Elettra” - Regia dello spettacolo “Franco V” - 2013 - Regia adattamento testi “La TV degli errori” - 2013 - Regia adattamento del testo dello spettacolo “Sogno di una notte di Mezz’estate” di W. Shakespeare - 2014 - Regia e sceneggiatura di 6 cortometraggi per applicazione interattiva di Epica per Tablet su commissione del Centro Leonardo Education di Genova - 2014 - Regia del Musical “Le avventure del Barone di Münchausen - Regia adattamento del testo della commedia “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di O.Wilde - Regia adattamento del testo della commedia “La Dodicesima Notte” di W. Shakespeare - 2015 - Regia del Musical “Le avventure del Barone di Münchausen” - Regia e sceneggiatura dello spettacolo “Casa di Bambola” - Autore e Regia dello spettacolo “Frankenstein” in collaborazione con Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze - Autore e Regia dello spettacolo “Dracula” - Ideazione e Regia degli interventi teatrali per la rievocazione storica del centanario della Grande Guerra per il Comune di Incisa e Figline Valdarno - Autore e Regia di video ditattici per insegnamento della grammatica a minori con DSA in collaborazione con Centro Leonardo Education di Genova - 2016 - Regia dello spettacolo “X° anniversario” - 2016 - Autore e Regia dello Spettacolo “Salomè” Tratto dalla Salomè di O.Wilde - Adattamento del testo e Regia dello Spettacolo “Sogno di Una Notte di Mezza Estate” di W.Shakespeare - Adattamento del testo e Regia dello Spettacolo “Romeo e Giulietta” di W.Shakespeare - 2017 - Regia e adattamento del testo del “Malato Immaginario” di Moliere con la compagnia Sereserà - Regia e sceneggiatura dello spettacolo “Esemplari Omicidi” con la compagnia Sereserà - Regia e sceneggiatura dello spettacolo “Faust” con gli studenti del Liceo Artistico Leon Battista Alberti - Regia e sceneggiatura dello spettacolo “Antigone” con gli studenti del corso teatrale presso Libriliberi - Regia e adattamento del testo “Sarto per Signora” di G. Feydeau con la compagnia Sereserà junior — ATTORE — 1993/1996 - Attore in diversi spettacoli di improvvisazione teatrale presso il teatro di Cestello con Isola del Tesoro snc. - 1997 - Attore nello spettacolo “I vestiti nuovi dell’Imperatore” per la regia di Marco Borgheresi e Giovanni Lumini - 2012 - Attore nella commedia “Art” di J.Reza, regia di Serenella Izzo - 2013 - Attore e regista nella commedia “Sogno di una notte di Mezza Estate” di W. Shakespeare - 2014 - Attore nello spettacolo Art per la regia di Pietro Venè e Cristina Bacci - Attore nello spettacolo “Fame” per la regia di Genni Cortigiani e Marco Borgheresi - 2015 - Attore nello spettacolo “Giovanna D’Arco” con la compagnia teatrale i Pinguini - 2016 - Attore nella commedia “X Anniversario” della compagnia Sereserà - Attore nella commedia “A come Adolphe” con la compagnia teatrale i Pinguini - 2016 / 2017 - Attore nella commedia “La vedova in Nero” con la compagnia teatrle i Pinguini — ESPERIENZE MUSICALI — Musicista dal 1996, ha suonato in diverse band di Firenze e Prato con le quali si è esibito in diversi locali fra i quali Tenax (FI) Siddharta (PO) Keller Platz (PO) Cencio’s (PO) Transilvania Live (MI) (RE). Ha prodotto e registrato dischi per alcune band della zona fiorentina e registrato e mixato concerti per alcuni cantautori Fiorentini - Dal 1998 al 2003 nella band Volcania - Dal 2003 al 2005 nella band Lokasenna - Dal 2005 al 2008 Nella band Idyll con i quali ha suonato in diversi locali anche a Milano e a Reggio Emilia e che ha prodotto tre demo tape - Dal 2008 al 2010 nella band Schizophrenia che ha prodotto che ha prodotto due dischi - Dal 2012 nella band Dinamo in produzione del nuovo album per etichetta Universal - Dal 2003 ha composto musiche per spettacoli teatrali prodotti dall’associazione La Compagnia dei Nove O.N.L.U.S. che si sono svolti presso il teatro di Rifredi di (FI) il Teatro Studio di Scandicci (FI) Mandela Forum (FI) e saloncino del teatro della Pergola (FI), Teatro Antella (FI), Teatro Garibaldi (Figline Valdarno) - Dal 2009 composto musiche per alcuni cortometraggi presentati a diversi concorsi nazionali - Insegnante di chitarra presso l’istituto Gould - Progettista e operatore del laboratorio di Musica Creativa presso l’istituto Gould di Firenze.

[872] 19/11/2017
Paola Lucarini Poggi
20 anni di SGUARDO E SOGNO, un Cammino di Poesia , una Storia di Emozioni

Paola Lucarini nata ad Ancona, vive a Firenze.
Poetessa, critico letterario, operatrice culturale.
Presidente dell’Associazione Culturale “Sguardo e Sogno”, membro del Direttivo “Pen Club Italiano”, dell’Associazione “Segni e Tempi” (fondata da lei insieme a Mario Luzi) e dell’Unione Cattolica Artisti Italiani.
Sue interviste ai grandi scrittori del Novecento sono state pubblicate su riviste letterarie.
Ha interpretato testi di poeti classici e contemporanei in teatro e in letture pubbliche.
Sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, spagnolo, greco, coreano, giapponese, russo e inserite in antologie italiane e straniere.
Fa parte di numerose Giurie di premi letterari.
Ha ottenuto importanti riconoscimenti da pubblico e critica, le sono stati assegnati prestigiosi premi letterari tra cui la Laurea Apollinaris Poetica della Università Pontificia Salesiana a Roma. Opere in poesia: Seme di Ulivo (Città di Vita, 1981), Dei fuochi la neve ardente (Hellas, 1983), Fiori dallo stagno d’inchiostro (Lacaita, 1985), Dal rogo al melograno (Hellas 1989 e Passigli Ed 1992), Vita inconoscibile tu infiori (Tacchi, 1992), La parola verso il segno e il segno verso la parola (Libro d’arte, 1993), La casa dei quattro eventi (Nuova Compagnia editrice, 1994), Il pozzo, la rocca (Cantagalli, 1996), Un cuore cucciolo (Racconto in versi, edizione d’arte, Morgana 2001), Un incendio verso il mare (Marsiglio 2002), Alla vita (Masso delle Fate 2007), Per visione d’anima (Giuliano Ladolfi Ed., 2013), Sull’onda della gioia (Edizioni Nemapress, 2015).

Per visione d’anima (Giuliano Landolfi Editore)

Ai miei cari

Mi affidasti un campo, una famiglia

vi piantasti alberi di generazioni

sposo figlie nipoti,

un mio comando li nominava:

sii ciliegio, pesco, susino, mandorlo,

non sapendo che erano solo tuoi

scelti uno ad uno, sfolgorante sapienza.

Zappavo faticavo affannata, azione

presunzione, senza conoscere i frutti

diversi dal sogno del desiderio.

Fu dopo - quanto tempo?

che compresi il mio bene così miope

dinanzi al tuo amore così lungimirante

che li destinava a un’imperscrutabile

sublime realtà dove non potevo

seguirli inseguirli.

M’inginocchio sulle zolle a capo chino

per chiedere perdono di tanta cecità.

Il torrente scorra nella pace verso la luce.

[872] 19/11/2017
EsseCìEffe (2013)
Scrittura Creativa Firenze

EsseCìEffe nasce a Firenze l’11 Aprile 2013 dalla collaborazione tra tre ragazzi appassionati di scrittura, Matteo Mazzoni, Elena Meini e Lucrezia Neri e l’Informagiovani Firenze. Al primo incontro si sono contati 30 partecipazioni, numero che con il proseguire del tempo si è stabilizzato a una ventina di persone solo durante la prima edizione. Durante la seconda edizione a cavallo tra il 2013 e il 2014 il gruppo ha subito diverse cambiamenti di sede, sballottati in alloggi di fortuna, per poi venire accolti dalla biblioteca delle Oblate. La terza edizione è senza ombra di dubbio il periodo più produttivo del gruppo. I partecipanti crescono in numero e finalmente otteniamo una sede fissa presso ZAP – Zona Aromatica Protetta, all’interno della ex-casa della creatività. Inizia una collaborazione con lo web magazine TocToc Firenze con la nascita della rubrica letteraria “La bottega di Calliope”, all’interno della quale una selezione dei testi partoriti dalle mani dei ragazzi del gruppo venivano pubblicati settimanalmente. Il Circolo letterario di Firenze ci chiede poi di intervenire durante un loro incontro, durante il quale ogni scrittore dell’EsseCìEffe ha letto un testo (ovviamente originale) sui “Grandi amori in letteratura”, argomento scelto dal circolo letterario. Da quell’evento ne scaturiranno due articoli di giornale (sulla Nazione di Firenze, e il blog del Corriere della Sera). Durante l’estate 2015 entriamo a far parte dell’associazione culturale SmallRoom, della quale sono membri anche i ragazzi che organizzano il Circolo letterario, l’obiettivo è quello di far catena comune per far conoscere il più possibile entrambe le nostre realtà, essendo guidate dagli stessi medesimi ideali. Sono seguiti numerosi incontri e collaborazioni tra cui una lettura su Dante per l’università di lettere, una lettura sul tema del “Cattivo Natale” col circolo letterario di firenze, la mostra “Parole in piena” sull’alluvione di Firenze del ’66 con le illustrazioni di Ylenia Romoli. La stagione 2017/2018 si è aperta con numerose nuove entrate e con una mostra letteraria che ha visto coinvolti 16 scrittori del gruppo e 4 illustratori, sempre membri di EsseCìEffe, sul tema “Filo rosso”. Evento che ha suscitato l'interesse della stampa, in particolare della Nazione di firenze, la quale ha dedicato un artciolo all'interno del quotidiano di martedì 17 ottobre. La mostra è stata inaugurata presso l’enoteca Uva Nera, in Borgo Ognissanti, attualmente è esposta nel locale “A crudo” in San Frediano e dal 15 novembre in seguito ad un evento di lettura live delle poesie e dei testi raccolti verrà ospitata da “Frixium” in centro a Firenze. Attualmente il gruppo sta crescendo sia in quantità di membri che in qualità delle opere scritte, dimostrazione del fatto le sempre più numerose proposte di collaborazioni con realtà artistiche diverse nel territorio fiorentino e non solo.

[871] 12/11/2017
Simonetta Lazzerini di Florio
Un poeta prima del concerto presenta: I passi e le soste (Florence Art Edizioni)

Simonetta Lazzerini Di Florio è nata e vive a Firenze dove, dopo studi letterari e insieme ad una lunga attività di insegnamento, si è dedicata con passione alle arti figurative, recando apporti personali in numerose associazioni del settore. Nel 2005 ha pubblicato Dalla barca lunata che nell’anno successivo ha vinto il Premio Opera Prima al Concorso Contini Bonacossi. Sue poesie sono riportate in varie antologie, fra le quali Questo calice amaro. Fa parte attiva di Associazioni culturali-letterarie come “Sguardo e Sogno”, “U.C.A.I” sezione di Firenze, “Pianeta Poesia”, “Camerata dei Poeti”, “A.N.L.A” e “Casa di Dante”. In anni diversi ha letto e interpretato famosi poeti, da Dante (nella stessa casa del Poeta) a Luzi (nel Teatro di Rifredi di Firenze). I passi e le soste (Florence Art Edizioni 2017) è la terza raccolta di poesie dopo Dalla barca lunata e Abitare il giardino (Florence Art Edizioni 2011, terzo premio "Firenze Capitale d'Europa" 2014).

I passi e le soste (Florence Art Edizioni)

Contemplare la bellezza

Contemplare la bellezza

della selva

che s’intenebra di muschi e serpi

e all’improvviso gorgoglia di sorgenti

è trasalimento

di commossi stupori.

Ripercorrere nella memoria

quegli stessi luoghi

e riviverne l’emozione

è sdraiarsi con gli angeli

sull’erba delle radure.

[870] 05/11/2017
Alessandro Calonaci
Un attore prima del concerto presenta: Omaggio a Don Milani

Alessandro Calonaci attivo in teatro e in televisione come attore, regista e autore, ha vinto il premio Maschera d’argento 2002 ed è stato insignito per due volte consecutive del prestigioso Premio Città di Firenze – Renzo Montagnani come miglior attore emergente e migliore attore televisivo. Nel 2015, per la sua attività teatrale, è stato insignito del premio TOSCANA CULTURA e il premio TOSCANA RIDENS “IL FIORINO” alla carriera, realizzato dal maestro orafo Fiorentino Paolo Penko. Giugno 2016 è stato insignito dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze del prestigioso riconoscimento “Medaglia Laurenziana Senatorem Accademicum” Settembre 2016 ha ricevuto il “Premio Internazionale Spoleto 2016 Letteratura”   In teatro vanta collaborazioni con Arnoldo Foà e Massimo Ghini. “Artefice” del proprio teatro, si è occupato della riscrittura dei classici, proponendo, con successo di critica e di pubblico, spettacoli come “Amleto supestar”, “Pinocchio Prokoviev”, “Don Milani”, “Lectura Dantis”, “Durer” (prodotto dal Gabinetto Stampa e Disegni della Galleria degli Uffizi, scritto insieme a Armando Burgassi), “150 e non li dimostra” (spettacolo per i 150 anni dell’unità d’Italia), “Riso Amaro” (riscrittura dei lavori di Eduardo De Filippo) “Don Pilone” (da Girolamo Gigli e Moliere), “Il principe e altre storie” da Machiavelli, “Memorie del sottosuolo da Dostoevskij, “Suite per Amleto”, “Sogno di una notte di mezza estate”, “La dodicesima notte”, “Misura per misura” da William Shakespeare, “Il malato immaginario” e il “Tartufo” da Moliere. Luglio/ settembre 2017 partecipazione al “Festival Bluetrusco 2017 a Murlo” in vari spettacoli, con la Compagnia Mald’estro e con il noto artista Jazz Giulio Stracciati. A settembre 2017 partecipazione allo “Spoleto Art Festival Art in City 2017” con Lorenzo Milani gli anni del privilegio. In televisione, oltre a partecipare come attore in serie e programmi nazionali come “Carabinieri 3” e ha realizzato per Canale 10, il programma TV “Diavoli al sugo”. Nel 2008 ha interpretato uno dei ruoli protagonisti nel film “Benvenuti in Amore” di Michele Coppini, prodotto dalla Cecchi Gori Home Video.

[869] 29/10/2017
Leonardo Colicigno Tarquini
Una tesi prima del concerto: "Iconografia del Demonio tra Alto e Basso Medioevo. Una genealogia del Lucifero dantesco"

Nella religiosità medievale il Diavolo occupava un ruolo fondamentale; era un’ossessione che si manifestava nelle principali rappresentazioni artistiche e nelle opere letterarie, sia quelle auliche che popolari. Nel corso dei secoli il Principe delle Tenebre ha assunto nomi e forme differenti. Tra tutte le raffigurazioni del Demonio senza dubbio quella più celebre è il Lucifero di Dante. La fortuna del suo Demonio è quella di aver assemblato, per la prima volta, precedenti elementi desunti da varie fonti, sia letterarie che figurative (contemporanei, del Medioevo più lontano, della tradizione classica) per creare questa orribile macchina di tortura, partorita dall’alta fantasia dantesca.

Il Lucifero di Dante è collocato nella Giudecca, è un essere orribile, gigantesco, peloso, ha tre teste di tre colori diversi ed è dotato di sei ali di pipistrello con le quali provoca i venti che ghiacciano Cocito. Piange, a causa delle sua eterna sconfitta, e le lacrime si mescolano al sangue dei tre massimi peccatori dilaniati da Satana: Giuda, al quale viene morsa la testa, Bruto e Cassio, che pendono dalla bocca di Lucifero appesi per i piedi, come i giganti Fergusius e Conallus, divorati dal diavolo Acheronte, nella Visio Tnugdali ( metà XII secolo), che sporgono l’uno dalla sua bocca coi piedi e l’altro con la testa.

Tra le principali fonti iconografiche del Demonio ai quali Dante potrebbe aver visto vanno menzionati i Diavoli di Coppo (post 1268) del Battistero di Firenze (a sua volta ispirato ai diavoli-sileni dei pulpiti dei Pisano) e di Giotto della Cappella Scrovegni di Padova (1303-1305); tuttavia vi sono anche delle discrepanze col Demonio dantesco: nel Lucifero di Dante sono assenti le appendici serpentiformi antropofaghe che escono dalle orecchie di Satana e anche un orribile trono anch’esso serpentiforme. Giotto, a differenza del diavolo di Coppo, lo dipinge come un essere nudo, obeso e peloso, mentre defeca un peccatore. Questi demoni sono privi delle ali di pipistrello e della tricefalia, cosa che invece le ritroviamo nel poema dantesco; quest’ultimo connotato iconografico discenderebbe dalle divinità solari tricefale dell’evo classico, aventi però valore positivo, e di cui troviamo traccia in numerose raffigurazioni medievali (Vultus trifrons scolpito nella facciata della basilica di San Pietro a Tuscania- prima metà XIII secolo, un altro Diavolo tricefalo nel chiostro di San Giovanni in Laterano, 1230 ca.) Negli Atti di Pilato (IV secolo) il diavolo Infernus chiama il suo padrone “tricefalo Belzebù. Boccaccio ricorda che nel monastero di San Gallo c’era un affresco con un diavolo, cui Francesco Sansovino (XVI secolo) gli attribuisce molte bocche e che i bambini, di fronte a questo affresco, erano terrorizzati; fin dall’età romanica alcuni diavoli potevano essere raffigurati con molte bocche lungo il corpo. Nelle varie riedizioni della Visio Pauli (III secolo), un testo che narra il viaggio di San Paolo nell’aldilà, viene presentato un mostro orribile, chiamato con nomi diversi, le cui teste variano da tre a cento e sembra che sia seduto su un drago. Per Yves Christe (2000) il trono su cui siede Satana sarebbe una “interpretazione vivente e mostruosa dell’antico trono a faldistorio”, una soluzione iconografia di origine occidentale; individuando come probabile origine il trono di re Dagoberto, oggi conservato al Louvre. L’iconografia dei serpenti che escono dalle orecchie potrebbe essere interpretata come un esorcismo- il Male, con le sembianze di serpente- lascia il corpo dell’ossesso; oppure rappresenterebbe l’invidia o la maldicenza che si ritorce contro la sua fonte (capitello della cattedrale di Basilea, XII secolo).

Il collegamento tra l’immagine diabolica e quella dei pipistrelli è antichissima, già nel IX secolo i chirotteri furono esplicitamente collegati al Diavolo. La combinazione tra Demoni e chirotteri nell’ambito della didattica per immagini aveva già fatto la sua comparsa nelle scene di esorcismo: dalla bocca dell’indemoniato fuoriescono dei diavoletti e/o dei pipistrelli, come nell’esorcismo della figlia di Gioviano da parte di San Geminiano, scolpito nella Porta dei Principi della cattedrale di Modena dal Maestro di San Geminiano (inizio XII secolo). In alcuni bestiari il pipistrello è emblema anche del popolo ebraico (e.g. quello di Pierre de Beauvais), incapaci di vedere la luce del Salvatore. L’animalità del Diavolo discende dai bestiari e molti animali figuravano come personificazione del Principe delle Tenebre, a cominciare dai serpenti. Nella letteratura cristiana delle origini egli assume le sembianze di un africano. Secondo Luther Link la negritudine diabolica, simbolo della corruzione e del peccato, deriverebbe da antiche divinità egizie e nubiane. La pelle del Diavolo poteva essere anche di colore blu o viola, colori che, secondo Kirschbaum (1940), rappresentavano l’aria priva della luce del sole. A partire dal tardo medioevo il rosso del fuoco e delle pene infernali verrà associato al Diavolo. Alcuni demoni hanno la chioma fiammeggiante, soluzione iconografica discendente dalla Gorgone (dalle cui smorfie gli artisti potrebbero aver preso a modello per le linguacce dei diavolacci), dal titano Tifone, dalle Erinni/Furie oppure da alcune raffigurazioni del dio Bes, divinità minore dell’Antico Egitto, dalla chioma arruffata oppure con una fascia che lega delle piume di struzzo. Queste divinità avevano una funzione apotropaica, cioè di scacciare gli spiriti maligni; Bes era il dio protettore dei lattanti e la sua immagine la troviamo in suppellettili e talismani anche fuori dall’Egitto: sulle prue delle navi Fenici, nei vasi ellenistici e a volte vestito come un legionario romano. Quindi l’iconografia medievale del Demonio ha origini complesse e varie e che le sue radici affondano nella demonizzazione del Pantheon pagano, un processo nel quale l’attribuzione a Satana di elementi mostruosi procedeva di pari passo con la trasformazione in oggetto di condanna e di ripulsa d’immagini favolose proprie degli antichi culti, sui quali la nuova fede cristiana doveva trionfare.

Foto a - Coppo di Marcovaldo ( attribuito), l’Inferno, particolare del Lucifero, post 1268, Firenze, Battistero

Foto b - Codex Altonensis, Lucifero, folio 48, XIV secolo

[868] 22/10/2017
ODEIATEATRO
Associazione Culturale senza scopo di lucro: Storia di Rosa

Costituitasi nel 2001 senza fini di lucro, l'associazione culturale ODEIATEATRO, in proprio o in collaborazione con altri Enti, si prefigge, attraverso letture sceniche o drammatizzate, la promulgazione e la diffusone di: Testi teatrali; Testi di poesia o di narrativa; Testi letterari in genere (saggistica, filosofia, politica, religione, musica ecc.) poco noti, di autori del passato o contemporanei, anche con carattere di sperimentazione. I componenti dell'associazione sono professionisti, tutti con una lunga e articolata esperienza artistica. Dal 1985 ad oggi la compagnia ha una produzione notevole di spettacoli in proprio e collaborazioni.
Enzo Lenzetti, in arte Zeno Renzi, milanese di nascita ma fiorentino di adozione, si forma come attore a metà degli anni '80 seguendo i corsi e i laboratori diretti da Orazio Costa, quelli del Teatro Oriolo, diretti da Gino Susini, quelli del Laboratorio 9, diretti da Barbara Nativi e, infine, quelli di Gabriella Bartolomei per l'espressione vocale. Dopo un periodo iniziale dedicato a spettacoli in forma tradizionale ha scelto la lettura drammatizzata come proprio modo di fare arte, prediligendo l'accostamento dell'esecuzione attoriale con la musica, la danza e altre forme artistiche. Ha lavorato in RAI e ha svolto attività didattica teatrale in molte occasioni, anche in condizioni di particolare disagio sociale, con carcerati e con handicappati. Ha al suo attivo circa 110 spettacoli diversi realizzati su tutto il territorio nazionale. Recentemente è stato premiato nel Salone dei 500 del Palazzo Vecchio a Firenze, per la sua interpretazione nel dramma LA MATERNITÀ OFFESA di Doretta Boretti. (http://www.elenzettiodeia.it)

"Storia di Rosa"

Il testo seguito per questo spettacolo è un'articolata serie di poesie che il Poeta Giovanni Pascoli dedicò ad una famiglia di contadini, gli Arrighi, che stavano a mezzadria nel podere annesso alla sua casa.

I personaggi: Rosa (Giovanna Lotti), Rigo (Flavio Gueli), Nando (Gabriele Zeetti), Viola (Doretta Boretti), (il Padre) Zeno Renzi, (la Madre) Marcellina Ruocco.

Alle voci narranti sono intervallati canti popolari toscani scelti ed eseguiti da Lisetta Luchini.

A cura di Enzo Lenzetti

[867] 15/10/2017
Luigi Mannelli (1945)
Un poeta prima del concerto presenta: Il respiro del mare (Florence Art Edizioni)

Luigi Mannelli (Firenze 1945), studente mancato di materie umanistiche, consegue un diploma tecnico. Fuori corso a vita di Economia e Storia, coltiva da sempre un grande interesse per la letteratura, la poesia e la cultura in generale. Impegnato politicamente fino da giovanissimo, ha avuto responsabilità politiche e amministrative. Dal 1994 è Presidente della Società Ricreativa L’Affratellamento di Ricorboli in Firenze riuscendo ad evitarne il collasso e a restituirle un nuovo ruolo per Firenze, coerente con la propria denominazione, cercando di consolidare definitivamente la sua esistenza.

Il respiro del mare (Florence Art Edizioni)

Ritmo di Onde

Ritmo di Onde

come respiro

del mare.

Tutto è ancora

possibile,

innocente

davanti a te.

[866] 08/10/2017
Gabriele Zini
Un attore prima del concerto presenta: Uno scandiccese all'inferno (Dante. Paradiso, XVI)

Gabriele Zini è nato a Scandicci e si è diplomato presso il Liceo Scientifico Newton di Scandicci e all’Università di Firenze ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con il massimo dei voti e cum laude. Attore e animatore presso la compagnia teatrale fiorentina "Venti Lucenti" e collaboratore della regista Manu Lalli dal marzo 2013. Tramite la compagnia "Venti Lucenti", che si occupa di teatro e formazione nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, attraverso il Progetto all’Opera del Maggio Musicale Fiorentino, ho svolto l’attività di animatore e educatore di bambini e disabili, finalizzando tale attività all’allestimento di spettacoli teatrali con produzioni di enti lirici e sinfonici. Inoltre ha sviluppato e migliorato competenze attoriali tramite lo studio della recitazione della Divina Commedia e con gli spettacoli a cui a preso parte come attore della compagnia teatrale Venti Lucenti. Ha studiato la ritmica delle terzine dantesche e recitazione dei canti XXI, XXVI e XXXIII dell’inferno, V del Purgatorio e XXXIII del Paradiso esibendosi con detti canti in numerose biblioteche del centro Italia. Ha lavorato nei seguenti spettacoli teatrali:
"Marat-Sade" (2008), "Attentati alla vita di lei" (2009) e "Cyrano de Bergerac" (2010) - Regia Rita Lusini.
"Don Carlos" (2013), "Barbablu! " (2013), "Tristano e Isotta" (2014), "Faust" (2014), "Fidelio" (2015), "Moby Dick" (2015), "Al canto al ballo"(2015), "La spada nella roccia" (2016), "Antigone" (2016), "Al canto, al Ballo" (2016), "Il mago di Oz" (2016), "Le notti delle streghe - Macbeth" (2016), "Pinocchio" (2017) e "La vita di Mozart" (2017) - Regia Manu Lalli. "Il Taglio del Bosco" (2017) - Regia Giovanni Guidelli.

A cura di Leonardo Colicigno Tarquini

Uno scandiccese all’Inferno

“Ch’averle dentro e sostener lo puzzo

nel villan d’Aguglion, di quel da Signa

che già per barattare ha l’occhio aguzzo.”

(Dante. Paradiso, XVI)

Nel XVI Canto del Paradiso Dante, che si trova nel cielo di Marte, ove risiedono gli spiriti combattenti per la Fede, prosegue la discussione coll’antenato Cacciaguida, morto in Terrasanta come soldato di Cristo.

Il Poeta, che si compiace della nobiltà della sua famiglia (la sua era però una famiglia dalla nobiltà decaduta) e rivolge all’avo quattro quesiti: chi fossero i suoi antenati, in che anno nacque Cacciaguida, quanti erano i fiorentini all’epoca e quali fossero le famiglie più ragguardevoli. Cacciaguida, attraverso una lunga perifrasi astronomica, risponde d’essere venuto al mondo verso l’anno 1091. Gli Alighieri vivevano all’epoca vivevano all’interno della più antica cerchia muraria ed i Fiorentini erano molti di meno rispetto ali tempi del Poeta. All’epoca la cittadinanza era ancora pura fino al più umile artigiano, ma adesso si è imbastardita a causa della gente proveniente dal contado.

L’epoca di Dante è caratterizzata dalla lotta tra il papato e l’impero, degli scontri tra la vecchia nobiltà urbana e l’ascesa dei nuovi ceti borghesi; a volte provenienti dal contado. Erano cioè degli inurbati. Da cittadino di nobile famiglia Dante avrebbe desiderato che la sua Firenze rimanesse chiusa negli antichi confini, e di non inglobare nuove realtà territoriali, all’epoca extramoenia, come il Galluzzo o Trespiano. Coll’andar del tempo giunsero in città questi inurbati, con la speranza di far carriera in città e alcuni di essi ci riuscirono: s’arricchirono ed ottennero la cittadinanza fiorentina ed ottennero titoli nobiliari e trasformarono i loro possedimenti cittadini e nel contado in splendidi palazzi e ville signorili. Ma agli occhi di Dante questi villici suscitavano una certa perplessità morale, visto che alcuni essi fomentavano imbrogli e tessevano discordie nella vita comunale.

Tra di essi vi era anche Baldo d’Aguglione, un giurista contemporaneo di Dante, che possedeva una villa nell’omonimo scandiccese, oggi occupato da Villa Antinori, che fu di proprietà addirittura dei Gherardini, dalla cui famiglia nacque la famosa Monna Lisa immortalata da Leonardo. Il colle è citato anche nel Dizionario del Repetti (XIX secolo) in un documento del 1352, compreso tra le proprietà della Pieve di Settimo. Alla voce “Pieve di Settimo” egli riporta che da quel colle discenderebbe il nostro Baldo, anche se altre località ne rivendicano l’origine.

L’inurbato Baldo era di parte guelfa e prese parte alla compilazione degli ordinamenti di giustizia dell’anno 1293 contro i Magnanti.

Esercitò la funzione d’ambasciatore dei fiorentini, prima per tentare un accordo tra i bolognesi e gli estensi (1298) e, nell’anno seguente, fu inviato alla corte papale.

Baldo all’epoca era noto per la sua corruzione e anche per la facilità nell’emettere sentenze o di “modificarle” a favore di personaggi piuttosto influenti.

Dante criticò aspramente tale personaggio, in quanto avrebbe importato il “puzzo della baratteria e dei brogli”.

Venne condannato all’esilio per un falso in un atto pubblico, episodio ricordato anche dal Sommo Poeta in Pg. XII, 104-105; nel Paradiso il giurista è chiamato con disprezzo “villan d’Aguglione” da Cacciaguida.

Dopo un anno di confino, Baldo riprese con successo l’attività politica, dopo la venuta di Carlo di Valois nel 1302, lasciò la parte bianca dei Guelfi per abbracciare la nera; successivamente il giurista acquistò grande influenza all’interno del Comune fiorentino assumendo le cariche più importanti della politica dell’epoca.

Il nome di Baldo è tuttavia legato ad una riforma che porta il suo nome, emanata nel settembre del 1311 per mitigare gli ordinamenti di giustizia, concedendo ai fuoriusciti l’amnistia, nel tentativo di pacificare gli animi in vista della discesa in Italia di Arrigo VII.

Ma Dante fu escluso da questa “provvisione”, insieme ad altri guelfi bianchi e ghibellini.

Probabilmente Baldo morì tra il 1313 e il 1314. Secondo quanto riportato dal Manni, a Santa Croce era posta un’iscrizione che indicava un “Sepulcrum D. Baldi q. Guglielmi de Aquilone” insieme ai nipoti.

Il suo destino, quando morrà, non sarà certo roseo; gli attendono infatti le pene dell’Inferno.

Ma se Firenze “è come un albero fiorito”, come canta il personaggio di Rinuccio nell’opera Gianni Schicchi di Puccini (1918), lo deve anche alle sue “convalli limpide e feconde.” È un vero e proprio inno al contado fiorentino, dal quale giunsero importanti personaggi che hanno fatto la Storia di Firenze, e che conserva anche degli importanti beni culturali. E Scandicci non ne fu da meno: anche se conserva un gioiello, purtroppo, mutilato e che speriamo possa ritornare integro alla comunità.

[865] 01/10/2017
Marco Gamannossi
Firenze e la Badia di Settimo. La Badia a Settimo e Firenze, due elementi imprescindibili

La Badia a Settimo e Firenze hanno un legame imprescindibile. Oserei dire costitutivo. 
Al settimo miglio dalla città, allora in verità un paese di poche migliaia di anime, sorse tra il 998 e il 1011 un'abbazia che ne segnò le sorti e gli avvenimenti, a sua volta segnata dalla crescita e dagli sviluppi di Firenze.
Il dialogo è stato costante e forte, durante i quasi 800 anni di vita del monastero. Ma non per questo esso fu sempre pacifico. Già gli albori della sua attività, la Badia si collocò in primissima linea sul fronte della riforma del clero. Il suo primo abate, Guarino, fu tra i promotori di quella insurrezione contro i principali vizi della Chiesa, come la simonia - ovvero la compravendita delle dignità ecclesiastiche - e il concubinato. Tra i principali indiziati, vi erano spesso proprio i vescovi che via via si succedevano al governo della Chiesa fiorentina. Un disegno sposato pienamente dalla famiglia che fondò Settimo e di cui mantenne il patronato per buona parte dell'XI secolo: i conti Cadolingi. In quanto appartenenti alla nobiltà extracittadina, i conti avevano tutto l'interesse ad indebolire il vescovo di Firenze, la cui autorità, ai tempi, era sia religiosa sia civile (siamo ancora infatti in epoca precomunale). Il punto apicale di questa temperie fu senza dubbio la celebre prova del fuoco, svoltasi nel febbraio del 1068, organizzata assieme ai seguaci di San Giovanni Gualberto, la cui buona riuscita fece spodestare prontamente il vescovo Pietro Mezzabarba. 
Eppure, l'arte riuscì a far dialogare queste polarità: ne sono dimostrazione la fase romanica della chiesa abbaziale (1025-1050 circa), ispirata all'arte cittadina e in costante dialogo con il cantiere della cattedrale di Santa Reparata (1036-1059), e il sepolcro delle contesse cadolinge Gasdia e Cilla, il cui geometrico disegno bicromo trae evidente spunto dal monumento funebre del vescovo Ranieri nel Battistero (1113). 
Quando Firenze si fece poi Repubblica, i legami cambiarono ulteriormente di passo. L'abbazia, nel frattempo passata ai Cistercensi per volontà di papa Gregorio IX nel 1236, sposò la causa repubblicana; la dirittura morale e la sapienza culturale dei suoi monaci offrì a Firenze la possibilità di numerose collaborazioni. Nel 1308 è testimoniata la custodia, all'interno delle mura del monastero, del sigillo della Repubblica, oltre al registro ufficiale che stabiliva la lista degli eleggibili alle principali cariche politiche. Come se non bastasse, fu richiesto ai Cistercensi di Settimo già nel XIV secolo di prestare servizio come amministratori e contabili dello Stato. Per questa ragione, essi stanziavano soventemente a Palazzo Vecchio: la cappella dei Priori è intitolata non a caso proprio a San Bernardo, santo di cui custodisce una reliquia forse donata dalla stessa Badia e pilastro dell'Ordine Cistercense.
Come segno profondo di questo rapporto, il Trecento fu anche il secolo delle collaborazioni finanziarie per accrescere la dotazione dell'abbazia. Le fortificazioni, in particolar modo, nacquero grazie al cofinanziamento della Repubblica assieme all'abbazia nel 1370: un sistema difensivo straordinario, che rese Settimo un monastero-fortezza protetto da fossati, muri di cinta, ponti levatoi, torri di vedetta. E, contestualmente, fu eretto anche il cosiddetto Colombaione, poderosa torre d'ingresso distrutta dai tedeschi, alla pari del campanile, al termine del secondo conflitto mondiale. Del resto, Settimo era diventato uno dei luoghi per eccellenza di custodia delle memorie religiose e civili del territorio, oltre ad essere scrigno di tesori particolarmente appetibili, come dimostra l'immenso partimonio di reliquiari solo in parte ancora oggi presente al suo interno. 
Ma vi è un altro aspetto. Settimo, nel corso dei decenni, accrebbe esponenzialmente la sua primazia commerciale e il suo presidio del fiume Arno. Aveva in proprietà porti fluviali, pescaie, mulini. Ed era diventato nel frattempo il principale luogo di arrivo e di stoccaggio del grano, coltivato ad ovest nelle pianure del Valdarno. Sul finire del XIII secolo fu costruito quindi un gigantesco granaio di 36 metri per 12, dove i cereali sostavano prima di riprendere il tragitto, via fiume, verso Firenze per essere redistribuiti a suoi abitanti.
Firenze, culla dell'Umanesimo e del Rinascimento, dette il suo segno anche nel Quattrocento. La Badia spalancò le porte a questa nuova e rivoluzionaria espressione artistica, capace di legare innovazione e tradizione, incentrata sulla cultura, sullo studio, sul rigore geometrico e sulla centralità delle virtù umane. E allora, questa relazione, trovò nuovi canali per approfondirsi. Nel 1460-1470 le opere realizzate nel monastero sono di limpida ispirazione brunelleschiana: l'abside maggiore a terminazione rettilinea, porzione della chiesa che fu destinata ad ospitare capolavori di Giuliano da Maiano, Ghirlandaio e Benedetto Buglioni, e il chiostro maggiore, allora a due piani, e replica esatta di quello della basilica di San Lorenzo. 
Ecco perché, sulla cima dell'altar maggiore, opera magistrale dell'Opificio delle Pietre Dure su disegno di Pietro Tacca nel 1639, vi è una miniatura della cupola del Brunelleschi. Quel legame così forte, così determinante, continuava ad essere presente nello spirito di quelle mura, nonostante fossero passati più di sei secoli dalla fondazione dell'abbazia. 
Donare, dopo la traumatica separazione del 1783 e lo smembramento tra una parte pubblica ed una parte privata, una nuova unità all'abbazia di Settimo serve dunque a ritessere i fili di un mondo plurisecolare che ci appare a volte lontano e passato, ma che ancora oggi custodisce valori di ingegno, cultura e fede fondamentali anche per la nostra contemporaneità.

[848] 09/04/2017
Giovanni Cicconi
Omaggio al Maestro - Musicisti, amici ed allievi lo ricordano

Ricordiamo Giovanni Cicconi con le sue stesse parole, raccolte in questa intervista da Monica Cioci, nel 2003, quando egli era Direttore del Conservatorio “L.Cherubini”.

Intervista a Giovanni Cicconi

Direttore del Conservatorio “L. Cherubini”

Monica Cioci

(da “Firenze e la musica italiana del secondo novecento – Le tendenze della musica d’arte fiorentina – Dizionario Sintetico ragionato dei compositori” – Logisma editore, Firenze).

Maestro, sappiamo già da diversi decenni risiede a Firenze e ha prestato servizio presto il Conservatorio di Musica Luigi Cherubini. Ci vuole raccontare qualcosa sul suo primo impatto con la realtà fiorentina e con il mondo culturale della nostra città?

A Firenze sono giunto nel 1970, avendo accettato una cattedra di pianoforte principale al Conservatorio “L. Cherubini” per l'anno accademico 1970/71. Ero poco più che trentenne (sono nato nel 1938) e avevo i capelli neri e una folta capigliatura. Il percorso e le esperienze precedenti possono essere considerate abbastanza singolari. Sono nato a Milano da genitori di origine abruzzese. Qualche anno dopo la fine dell'ultimo conflitto mondiale la mia famiglia si trasferì a Teramo, in Abruzzo. Per molto tempo rimasero vividamente impressi nella memoria gli anni della mia infanzia, trascorsi in un ambiente nel quale ero perfettamente integrato e che dovetti abbandonare a malincuore. A Teramo ho iniziato i miei studi musicali, che ho portato a termine diplomandomi in pianoforte all'Istituto Musicale Pareggiato “G. Braga”, sotto la guida di Cristiano Rosati, un didatta impareggiabile, del quale conservo tuttora il più affettuoso ricordo.

A Roma, per qualche anno, ho studiato composizione e frequentato l'Università. Ebbi il mio primo incarico come docente al conservatorio “G. Rossini” di Pesaro per l'anno accademico 1963/64. Dopo tre anni, ho proseguito il servizio al Conservatorio “R. Duni” di Matera, dove sono restato per altri quattro anni prima di ottenere il trasferimento a Firenze. “Ma perché a Firenze?” si chiederà qualcuno. Rispondo subito: perché alla primavera inoltrata del 1969 ho conosciuto Rosa Maria Scarlino, che nel 1971 divenne mia moglie. Fu così che rinunciai alla cattedra di pianoforte principale all'istituto “G. Braga” di Teramo, che avevo ottenuto vincendo il concorso nazionale, e decisi di optare per il “Cherubini” di Firenze, liberamente e non senza coraggio e un pizzico di amore per l'avventura. Mia moglie insegnava a Ferrara e ottenne, l'anno successivo, il trasferimento. Diventammo, di conseguenza, colleghi. L'impatto con la realtà fiorentina non fu certo facile, agli inizi. Provenivo da un ambiente culturale completamente diverso, spiccatamente “provinciale”, e ho stentato molto ad ambientarmi. Ben presto compresi che non potevo pretendere di adattare alle mie particolari esigenze una realtà culturale di cui non avevo ma fatto parte e scelsi di tacere, ascoltare gli altri, riflettere.

Nel giro di breve tempo constatai alcuni aspetti fondamentali della realtà culturale fiorentina: innanzi tutto la predilezione per la discussione di temi legati alle problematiche più svariate, da quelle culturali e artistiche a quelle riguardanti la convivenza civile, a cui seguiva il dibattito, aperto a tutti i partecipanti, in cui ognuno poteva esporre le proprie opinioni senza timore di ripicche, rivalse o ritorsioni per quello che avesse dichiarato apertamente in pubblico. Inevitabilmente, rimasi coinvolto e iniziai a partecipare anche io. In particolare, al Conservatorio “Cherubini”, regnava un clima di particolare effervescenza, dall'esigenza sempre più crescente di riforme, di rinnovamento degli studi ed anche di una partecipazione più incisiva alla vita culturale della città, contro l'atteggiamento preclusivo della città, neghittoso dell'ala dei conservatori.

Non voglio dilungarmi. In conclusione, già nell'anno accademico 1974/75 ero membro del consiglio di direzione e nel 1975/76 ebbi la fortuna di essere direttore facente funzioni, in sostituzione di Valentino Bucchi, gravemente malato.

Risiedo a Firenze da oltre trent'anni e ormai posso dire di essermi completamente integrato in quella che posso definire, senza dubbio, la mia città di elezione. Riprova ne sia il fatto che quando sono lontano da Firenze, una profonda noia finisce prima o poi per opprimermi e non vedo l'ora di ritornare.

Quali sono state le personalità di rilievo del mondo musicale fiorentino con la quale ha avuto modo di avere contatti, scambi di idee e rapporti di collaborazione?

Delle figure “mitiche” del Conservatorio ho avuto modo di conoscere Veretti e Dallapiccola, ma non Roberto Lupi, scomparso proprio nell'anno in cui iniziavo il mio servizio. Fra i colleghi della generazione più anziana ricorderò sempre gli incontri con Piero Farulli, Paolo Fragapane e, soprattutto, con Mario Fabbri, uomo leale e generoso, oltre che di vasta cultura, che fu con me prodigio di preziosi consigli, nonché di affettuose ramanzine, ogni volta che il mio comportamento non lo trovava consenziente.

Contatti molto significativi ho avuto con molti compositori, fra i quali Carlo Prosperi, Arrigo Benvenuti e, in particolare, Piero Luigi Zangelmi, al quale sono legato tuttora da una profonda stima ed amicizia.

Nei primi anni Settanta, dato il clima tutto particolare che regnava in Conservatorio, i miei rapporti con i colleghi coetanei furono, di conseguenza, spontanei, immediati e, se così si può dire, motivati da estrema necessità ed urgenza. Non effimeri, però: sono passati più di trent'anni e con Aldo Bennici, Romano Pezzati, Leonardo Pinzauti e Alvaro Company, il mio amico di sempre, è rimasta la consuetudine di riconoscerci, ogni volta che ci incontriamo, comunemente partecipi degli avvenimenti da cui siamo rimasti coinvolti nei nostri anni giovanili, ricordando alcuni episodi e cercando di trarre ammaestramento dalle passate esperienze.

Fra i pianisti, ebbi subito modo di incontrare Guglielmo Rosati, il fratello del mio maestro, e di conoscere Paolo Rio Nardi. Fra i miei colleghi di allora ricordo in particolare Maria Tipo, Giorgio Sacchetti, Lydia Rocchetti, Alessandro Specchi, Antonio Bacchelli, Giancarlo Cardini, Lucia Passaglia e, naturalmente, mia moglie Rosa Maria Scarlino. Sapevo che non avrei incontrato Eriberto Scarlino, una figura di musicista a cui sono stato legato fin dall'età giovanile da un senso di riconoscenza e devozione a cui si aggiunse, dopo la sua scomparsa, un profondo rimpianto. Quando sostenni gli esami di diploma di pianoforte all'istituto “G. Braga” di Teramo, il maestro era commissario ministeriale e ritenne di attribuire il massimo dei voti e la lode, malgrado si eccepisse, da parte della commissione, che l'attribuzione della lode fosse una prerogativa riservata ai Conservatori statali.

“Ora siamo colleghi!” mi disse scherzosamente, dopo avermi comunicato la votazione. Da allora Eriberto Scarlino mi fu particolarmente vicino nei pochi anni prima della sua prematura scomparsa, avvenuta nel dicembre 1962. Se colleghi non siamo diventati, al “Cherubini” di Firenze, nondimeno questo rapporto può essere stato, al momento delle scelte definitive, una delle oscure motivazioni che mi determinarono a trasferirmi nella città dove risiedo tutt'ora.

Che cosa pensa della situazione odierna delle varie istituzioni musicali fiorentine (Conservatori, Teatro del Maggio, Orchestra regionale toscana ecc.) rapportata alla situazione che trovò al suo arrivo a Firenze?

Nel 1971 il Conservatorio aveva ancora un numero limitato di allievi e di docenti. I contatti tra i docenti erano improntati al vecchio stile della convivialità: dovere dei nuovi arrivati era quello di prodursi, prima o poi, in un concerto pubblico che io feci, non mi ricordo più la data esatta. La società era denominata “Alfa '62”. Presidente ne era il Prof. Dino Pieraccioni, insigne grecista. La critica di Vincenzo Saldarelli fu abbastanza benevola. Le manifestazioni del Conservatorio erano denominate “saggi finali”, a conclusione dell'anno accademico, di numero assai limitato e destinate agli allievi dotati in maniera particolare. Non mancavo di frequentare assiduamente i concerti e le rappresentazioni teatrali che si tenevano al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. La produzione era limitata, per quanto riguarda le repliche (pochissime), pur essendo rilevante l'affluenza del pubblico. Un particolare importante: era abbastanza raro che nei concerti non venissero rappresentate opere di autori italiani, in particolare fiorentini, come Carlo Prosperi, Valentino Bucchi, Gaetano Giani Luporini, Ugalberto de Angelis ed altri, spesso in prima esecuzione. Questa tradizione si sfaldò sul finire degli anni Settanta, probabilmente perché il teatro rinunciò ad una certa indipendenza nelle scelte artistiche, preferendo la subordinazione alle esigenze del mercato internazionale. Di recente, intervistato da «La Nazione» a proposito del cartellone del Maggio per la stagione 2002/03 ho avuto modo di esprimere le mie perplessità a proposito.

L'Orchestra Regionale non c'era ancora: avrebbe preso il posto, più tardi, dell'AIDEM, istituzione che svolse per tanti anni la benemerita produzione di musica contemporanea, «d'avanguardia», che si svolgeva nei luoghi più svariati con notevole affluenza di pubblico, soprattutto giovanile, con intenti spesso provocatori verso la “fossilizzazione” della tradizione. Non mi dimenticherò mai una di queste manifestazioni tenute da Giancarlo Cardini e Giuliano Zosi (che si adoperarono, fra l'altro, a sciogliere i lacci delle scarpe a tutti gli spettatori) nel corso della quale chi assisteva, pur morbosamente attratto dalla novità e dall'originalità di certe esecuzioni, era, talvolta, nell'impossibilità di trattenere le più matte risate.

A quell'epoca la città assumeva spesso tratti fiabeschi e viverci era una delizia. Si poteva tranquillamente parcheggiare in Via Cerretani o in Lungarno Torrigiani oppure, con un po' di audacia, anche in Piazza delle Belle Arti. Sulle vie del centro storico si affacciavano le innumerevoli librerie, i tanti negozi e i fondi degli artigiani, ognuno dei quali espertissimo nel suo campo (il corniciaio, il bronzista, il riparatore di bambole d'epoca...).

Oggi primeggiano pizzerie, fast-foods e paninoteche. Di viabilità sarebbe meglio non parlarne più, dato che in una recente occasione, che mi auguro rimanga unica, per andare da Scandicci al Conservatorio con mezzo pubblico, ho impiegato addirittura un'ora e trenta minuti. Inevitabile la constatazione che da allora sono passati più di trent'anni. In questo periodo il Conservatorio, dopo un periodo di sbandamento sul finire degli anni Settanta e i primi del decennio seguente, causato anche dall'atteggiamento sfavorevole tenuto in sede nazionale da forze sindacali e politiche ostili per preconcetto alle scuole statali di musica, se non alla musica in generale, intesa come un fatto culturale negativo, ha risalito orgogliosamente la china, ribadendo con fermezza in sede cittadina, provinciale e regionale il suo ruolo fondamentale di essenziale punto di riferimento della cultura musicale, essendo fra l'altro l'unico Conservatorio statale di musica della Toscana. Nel 1996 mi fu affidata la direzione del “Cherubini”, che ho esercitato fino ad oggi, salvo un periodo di pochi mesi, nel 1998, quando il precedente direttore, Giuseppe Giglio, fu reintegrato nelle sue funzioni. Fin da allora il mio intento è stato quello di integrare l'attività didattica con la produzione artistica, proseguendo, in silenzio ma con tenacia, l'obiettivo di fare in modo che il Conservatorio fosse presente dappertutto, in ogni parte del territorio e in ogni occasione, nessuna esclusa a priori in modo da arginare la concorrenza, spesso sleale delle scuole private. Fra le varie iniziative si possono ricordare le “Manifestazioni musicali di primavera” che hanno preso il posto dei tradizionali saggi finali, i concerti de “I Lunedì del Conservatorio”, le lezioni concerto per le scuole e nelle scuole, il concerto per l'inaugurazione del Museo degli strumenti musicali, i concerti all'aperto nel Loggiato degli Uffizi e al Forte Belvedere e tantissime altre manifestazioni, che hanno fatto in modo che il conservatorio fosse presente quasi quotidianamente nella vita artistica della città, talvolta in luoghi diversi e contemporaneamente, con più di una produzione. Nel 1997 è iniziata l'attività di coproduzione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, per l'allestimento e la messinscena di piccole opere teatrali, del repertorio per cosiddetto del «teatro da camera». In seguito il Conservatorio ha collaborato anche con l'Orchestra Regionale Toscana, con l'Estate Fiesolana, con i Quartieri di Firenze, con il Lyceum. Ultimamente, un'apposita convenzione, ha provveduto a consolidare i rapporti fra la nostra scuola e l'Università (Facoltà di Lettere – Dipartimento dello Spettacolo). È in atto, ormai da cinque anni, a seguito di una convenzione fra Conservatorio, Provveditorato agli Studi e Comune di Bagno a Ripoli, una sperimentazione, unica in Italia, promossa per avviare lo studio della musica e degli strumenti musicali nella scuola elementare. Nel 2001, la storica biblioteca, dopo decenni di clausura, ha riaperto finalmente i battenti agli studiosi, italiani e stranieri. Sempre nel 2001, dopo svariate peripezie, è stato inaugurato, presso la galleria del David, il Museo degli strumenti musicali del Cherubini. Presto, dopo lunghi anni di attesa, ci sarà consegnata la nuova sede distaccata, la prestigiosa Villa Favard.

Quali sono le sue previsioni sulla musica in Firenze e in Toscana e, in particolare, sul futuro del Conservatorio “L. Cherubini”?

Il 31 ottobre di questo anno 2003 andrò in quiescenza per sopraggiunti limiti di età (ahimè!) dopo quarant'anni di servizio e dieci mesi. Le previsioni le lascerei al lento fluire della storia, che comunque prosegue, anche se ogni tanto qualcuno lascia la scena (nessuno è insostituibile): mi auguro soltanto che, come succede spesso in queste occasioni, non si voglia, secondo il costume italiano, sfasciare il tutto e ricominciare da capo, alla ricerca di un'irrecuperabile “infanzia del mondo” o di palingenesi del tutto improbabili. Di novità, in questi ultimi anni, c'è stata la legge di riforma, che ha equiparato i corsi di studio del Conservatorio a quelli di livello universitario, con conseguente rilascio, al termine dell'iter accademico dei titoli di studio (diploma accademico e specializzazione) equiparati, ad ogni effetto, alla laurea. Il 21 dicembre 1999, data di promulgazione della legge n.508, può essere considerata una data importante della storia della cultura italiana: la musica ha ottenuto il riconoscimento del suo ruolo fondamentale nella formazione del cittadino, entrando a far parte, a parità di diritti con le altre materie cosiddette “curriculari”, dei piani di studio degli allievi delle scuole di ogni ordine e di grado. Tutto questo, naturalmente, avverrà quando sarà realizzato il riordino degli studi musicali a livello pre-universitario: ciò significa che, per un periodo di tempo abbastanza lungo, il Conservatorio, che deve oggi provvedere alla formazione necessaria per accedere ai corsi di livello universitario, oltre a istituire le necessarie strutture di questi corsi, dovrà sostenere un ruolo fondamentale nell'organizzazione delle sezioni ad indirizzo musicale nella scuola primaria e secondaria. Premetto che sarà un compito gravoso e spesso poco gratificante, che richiederà tanto impegno e buona volontà. Ho fiducia nei più giovani di me e spero che sapranno spendere bene le loro energie.

«Avevamo i capelli neri quando siamo partiti per la guerra: oggi i capelli sono bianchi e la guerra non è ancora finita!». Cito a memoria il testo di una antica poesia cinese, che mi ha colpito in maniera particolare tanto tempo fa. In apertura di un'intervista ho dichiarato che, quando giunsi a Firenze, avevo una folta capigliatura nera. A conclusione di tutto, debbo constatare che oggi è bianca, fra l'altro già da un pezzo, ed è rimasta abbastanza folta (ma questo non è certamente un titolo di merito).

Penso di avere gareggiato abbastanza.

È giunto il momento di cedere il mio ruolo ai più giovani, augurando loro che possano, con tenace determinazione e non senza spirito di sacrificio, adoperarsi nel migliore dei modi per la promozione e la valorizzazione della cultura musicale e per il prestigio del nostro Conservatorio. Grazie.

[M.C.]

[857] 26/03/2017
Anna Soldani
Un poeta prima del concerto presenta: Forme d'amore (Florence Art Edizioni)

Anna Soldani è laureata presso l'Università degli Studi di Firenze con una tesi ispirata da Luigi Baldacci sul senese Federigo Tozzi. Insieme alla etteratura, la politica è fin dall'adolescenza la sua primaria ragione di vita. È stata consigliere comunale di Firenze e segue tuttora assiduamente la politica cittadina e nazionale

Forme d’amore (Florence Art Edizioni)

Scelte

Sofistico e penetrante

l'amore può farsi,

ansia del piacere e della felicità

dell'altro.

Uno dei due non saprà mai

se l'altro

veramente gli appartenga

e non cesserà di soffrire.

Nessuno dei due offende

ma uno dei due ha scelto.

Cara Anna, in questa mattinata finalmente un po' oziosa mi sono letto il primo fascicolo dei tuoi versi. L'incombenza suscita sempre un po' d'ansia quando è richiesto, pur amabilmente, di giudicare; E più passa il tempo più cerco di eludere questa disposizione, non solo riguardo agli scritti altrui. Ma le tue poesie sono belle, cara Anna, e lo dico senza riserve. Aderisci con semplicità a quelle fondamentali impressioni della memoria che fanno l'identità di una persona. Con parole comuni e colme di significato sincero, ti fai testimone senza narcisismi di una minuscola Spoon River chiantigiana da cui tornano, a sprazzi, voci, luoghi, figure, gesti, persone. Continui e fai tua quella preghiera laica che recitava tuo padre, come un esercizio spirituale per trattenere, insieme al ricordo dei cari che non ci sono più, un proprio infinitesimo segno nelle vicende degli uomini. Per quel poco che ti conosco c'è già nella tua stessa persona un tratto di donna antica, antropologicamente antica. Non mi stupisce che Luigi Baldacci avesse simpatia per te. Credo di capire intimamente il sentimento da cui vengono questi versi; anch'io ho vissuto in un piccolo borgo, partecipe di una comunità dove ancora persisteva il mondo contadino, e o l'età per incarnare il sedimento di tutti questi ricordi, che mi pare straziante pensare vadano persi con me. Tu, hai fatto benissimo a scriverli, e continua a farlo.

Franco Zabagli

Firenze, 3 luglio 2012

[853] 12/03/2017
Mariagrazia Carraroli
Un poeta prima del concerto presenta: Paesaggio condominiale (Florence Art Edizioni)

Mariagrazia Carraroli ha collaborato con la rivista pedagogica “CEM Mondialità”, diretta da Domenico Calarco, con Note di vita vissuta che sono state inserite, insieme a sue composizioni poetiche, in varie antologie, fra cui alcune edite da “La Scuola”, “Le Stelle”, “S.E.I.”, “De Agostini”. Nel 1987 è stata cofondatrice e collaboratrice della Cooperativa di lavoro e di solidarietà sociale EOS, sorta per iniziativa del Servizio Psichiatrico dell’Ospedale di Montebelluna (TV). Ha fatto parte del Direttivo di Pianeta Poesia, emanazione dell’Associazione Novecento Poesia fondata da Franco Manescalchi, di cui attualmente è consigliere, curando la presentazione di autori nella città di Firenze. Da segnalare, fra quelli recentemente conseguiti, il Premio Speciale LericiPea per la silloge inedita Mai Più e il Premio InediTO per il poemetto N.O.F.4 centottantadue metri di follia, pubblicato a cura del Premio per le Edizioni Le Voci della Luna e con la prefazione di Davide Rondoni. Il libro, scelto fra le pubblicazioni di Poesia, è stato segnalato dal Sole 24 Ore come libro dell’anno 2010 insieme ad altri due titoli. Nel 2012, nell’ambito del Premio di Poesia Sacravita (FI), ha ricevuto un Riconoscimento Speciale per meriti letterari e di solidarietà sociale. Hanno scritto di lei giornali, riviste, settimanali e mensili a larga diffusione nazionale e sue poesie sono state lette in Radio e TV private, Radio Montecarlo, RAI Radio Uno e RAI Radio Tre. è alla sua dodicesima pubblicazione di poesia.

Paesaggio Condominiale (Florence Art Edizioni)

Paesaggio condominiale

Oltre il balcone

Il pino marittimo in burrasca

Lancia segnali.

Travolto legno

In mare sconvolgente

per folle nocchiero

ha il fiato di Monte Morello.

Il telo del quarto piano

e la selva degli aghi

ricuciono lesti la quiete.

Dipana l'azzurro

appena sbiancato

da orme fuggitive di tempesta.

[852] 11/03/2017
Maya Quattrini
Una attrice in concerto

Maya Quattrini, attrice italo giapponese, ha frequentato la European Union Academy of Theatre and Cinema (EUTHECA): HA studiato danza classica, pianoforte e canto ed ha recitato in numerose opere teatrali, quali “Le notti delle streghe”, dal Machbet di Shakespeare e Verdi al Teatro Goldoni di Firenze, “Le Bal – L’Italia balla dal 1940 al 2001”, con la regia di Giancarlo Fares, Al Teatro Sala Umberto di Roma, “La spada nella roccia” con la regia di Manu Lalli all’Auditorium Parco della Musica di Roma, “Il gabbiano secondo Nekrosius” di Cechov, con la regia di Claudio Spadola e molti altri.

[852] 11/03/2017
Bruno Maresca
Una voce narrante in concerto

Bruno Maresca, ex magistrato, autore teatrale e attore per passione, ha scritto e interpretato diverse sue commedie, tra cui le satire La fortuna di perdere (finalista nel 2003 al Premio Massimo Troisi), Il condominio celeste (finalista nel 2009 al Premio di Drammaturgia DCQ) e Fra Massone (terzo classificato nel 2013 al Premio Passione Drammaturgia); oltre ai drammi La scalata al cielo e Gli occhi e il cuore. Fondatore nel 2002 della compagnia amatoriale Giovescarabocchio ha interpretato e talora diretto numerosi altri testi quali ricordiamo: L’ispettore generale di Nicolaj Gogol; Centocinquanta la gallina canta di Achille Campanile; I costruttori di imperi di Boris Vian; Spirito allegro di Noel Coward e molti altri. Ha pubblicato due romanzi, nel 2006 La scatola dei trucchi (casa editrice Clinamen) e nel 2012 Il condominio celeste – La sconfitta della filosofia (casa editrice Aracne).

[851] 05/03/2017
Maria Primerano
Presenterà il suo libro: “L’anello stregato di Mozart Divertissement

Maria Primerano. Diplomatasi al Conservatorio di musica “F. Cilea” di Reggio Calabria, sin da piccola medaglia d’oro più volte al concorso nazionale di Osimo e premiata in altri concorsi pianistici, ha da sempre coltivato la passione per il pianoforte e suona in pubblico per esigenza personale dal momento che la sua professione è quella di medico cardiologo. Giornalista di cultura, arte, musica, spettacolo per la Gazzetta del Sud, è anche scrittrice. Con il suo primo libro “L’anello stregato di Mozart Divertissement” edito da Tullio Pironti Editore è presente nelle più prestigiose biblioteche internazionali ed è autore del Mozarteum di Salisburgo.

[850] 26/02/2017
Chiara Lapucci
Un oceanografo prima del concerto

Chiara Lapucci, biologa, vive a Scandicci dal 1995 e lavora come ricercatore al LaMMA, Consorzio pubblico tra la Regione Toscana e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, dal 2006. Si occupa di oceanografia da satellite, ovvero di parametri marini biogeochimici quali la clorofilla a, indice di presenza di fitoplancton, che sta alla base della catena trofica marina, la torbidità, e di parametri fisici come la temperatura superficiale del mare. Questi parametri, insieme a quelli da modellistica oceanografica idrodinamica e biogeochimica, si utilizzano per lo studio dello stato di salute del mare, in quanto permettono di valutare la qualità delle acque e le condizioni e le aree in cui il mare può essere più soggetto a inquinamento (ad esempio da plastica)

[849] 19/02/2017
Paolo Butti
Un poeta prima del concerto presenta: Nel fuoco vivo dell'amore (Florence Art Edizioni)

Paolo Butti è nato a Figline Valdarno (Firenze) dove vive. Laureato in Materie letterarie, è docente, autore di saggi e poeta. Dalla sua produzione in versi, le seguenti opere: Il sogno e la speranza (2003 e 2004), La via della Croce (2007) e Nel cuore della Madre (2010). Le ultime due sono state messe più volte in scena; fra l'altro, nella Basilica della SS. Annunziata e nel Battistero di S. Giovanni a Firenze. Nel cuore della Madre è stata inserita in concerti strumentali e vocali eseguiti nella Basilica dell'Abbazia di Vallombrosa. Ha composto la parte poetica dell'opera musicale, di autori vari, Il perfetto canto (2014), di cui alcuni versi sono presenti in questo libro.

Nel fuoco vivo dell’amore (Florence Art Edizioni)

Gesù

Ti accolgan queste braccia, madre mia,

nel tuo passare dalla terra al cielo…

Per una volta lascia che sia io…

Adagiati serena in un istante

davvero prodigioso e mio e tuo

sospeso tra il finito e l’infinito,

in un leggero sonno che è di vita

e non di morte, in un abbraccio estremo

di amore dolce... e di riconoscenza.

[849] 19/02/2017
Silvia Tozzi
Critico Letterario (Florence Art Edizioni)

Silvia Tozzi, storica dell'arte, direttore editoriale di Florence Art Edizioni casa editrice fiorentina che quest'anno festeggia 20 anni di attività.

[848] 12/02/2017
Marco Gamannossi
Il Colombaione della Badia: Una speranza

L'abbazia di Settimo ad un primo sguardo ha una forte similitudine con le strutture fortificate, con i castelli. E', anche sotto questo aspetto, un edificio unico. Le possenti strutture difensive, ben visibili nel fianco orientale, sono delimitate da fossati e attraversate da ponti levatoi. Un edificio religioso, dunque, che sembra sommare e concretizzare nella pietra due tra le principali Virtù: la Fede e la Fortezza.

Questa impressione è dovuta principalmente all'intervento, commissionato negli anni '70 del XIV secolo, che previde la costruzione di tutte le difese necessarie al monastero: nuove mura, una gigantesca torre, caditoie, l'ultimo livello del campanile, un profondo fossato a delimitarne i confini; il tutto caratterizzato da uno stile che ritroviamo nella Rocca Strozzi di Campi Bisenzio e nelle mura di Lastra a Signa (1377-1378). Il poderoso investimento fu finanziato per metà dall'abbazia stessa – che nominò i due monaci Cambino Cambini e Tommaso di Bortolo Sorbi alla sovrintendenza dei lavori – e per metà addirittura dalla Repubblica Fiorentina. Siamo nel 1370. Questa notizia è assai significativa: l'intervento della Repubblica dimostra che vi era un interesse, oltre che religioso, anche pubblico nei confronti di Settimo. Un patrimonio di fede e civico da difendere. Non a caso, proprio nel XIV secolo, l'abbazia era custode dei sigilli della Repubblica Fiorentina, dei simboli del Marzocco Fiorentino, e alcuni suoi monaci erano stati nominati per amministrare le casse della città. Sullo sfondo del celebre affresco della Conferma della Regola di Domenico Ghirlandaio nella cappella Sassetti di Santa Trinita, appare un'immagine del Palazzo della Signoria dalla cui finestra si affaccia un monaco cistercense: era certamente un monaco della badia, a dimostrazione che anche nel '400 i Cistercensi di Settimo avevano un fortissimo rapporto con la Repubblica e ne contribuivano al corretto governo delle finanze. Ma il XIV secolo fu anche un periodo di forte instabilità; ulteriore ragione per fortificare il monastero: le scorrerie di Castruccio Castracani, le costanti tensioni tra Firenze e Pisa, la guerra degli Otto Santi contro lo Stato Pontificio.

Sul versante opposto del campanile, sorgeva uno degli elementi più qualificanti di queste fortificazioni, una torre poderosa che spiccava su tutta la piana: venne chiamata poi popolarmente il "Colombaione", perché dopo la soppressione del monastero nel 1783 fu utilizzata come piccionaia. La ciclopica struttura sbarrava l'ingresso a Settimo, con una modalità non troppo dissimile ad altri cenobi cistercensi come Fossanova e Casamari. Sopra il portale di accesso vi era una grande lapide – oggi conservata nel chiostro maggiore – coronata da un giglio fiorentino finemente scolpito a ricordo dell'investimento di ben 2.200 fiorini da parte della Repubblica. Vi era inoltre un'altra lapide, ancora oggi presente sulla base del Colombaione, che ricorda l'arrivo dei Cistercensi nel 1236 per volere di papa Gregorio IX. Sulla sua parete campeggiava un grande stucco, alto quasi sei metri, di scuola gotica francese della seconda metà del XIV secolo. La probabile manifattura borgognona del manufatto dimostra ulteriormente gli orizzonti internazionali del monastero. Era una scultura raffinatissima, monumentale e cuspidata: al centro vi era raffigurato Cristo in gloria affiancato da San Benedetto (fondatore del monachesimo occidentale) e San Bernardo da Chiaravalle (santo principale dei Cistercensi).

Putroppo oggi il Colombaione non esiste più, eccezion fatta per la sua base: nel 1944 fu drammaticamente demolito dalle mine dei tedeschi in ritirata, al pari della torre campanaria. Mentre il campanile fu prontamente ricostruito rispettandone le forme originarie, il Colombaione non suscitò il medesimo interesse e purtroppo rimase impresso solo nella memoria collettiva.

Ma la speranza è l'ultima a morire. Una testimonianza del soprintendente Ugo Procacci dimostrerebbe che i frammenti della scultura furono in realtà prontamente raccolti e custoditi miracolosamente dentro una cassa tutt'oggi conservata nei depositi della Soprintendenza. Una ricerca dunque complicata e priva di ulteriori riferimenti, ma preziosa e meritevole di essere perseguita. Restituire a Settimo una scultura così importante, data fino ad oggi quasi per spacciata, significherebbe donare al monastero e alla nostra collettività una speranza. La speranza che questo monastero torni finalmente unito e fruibile, ricucendo finalmente quella pesante ferita che l'abbazia si trascina dalla soppressione del 1783.

[864] 12/02/2017
FILARMONICA “VINCENZO BELLINI” (1869)
Dal 1992 dirige stabilmente il Maestro Luigi GIORDANO

La storia dell’associazione ha origini lontane che risalgono a più di 140 anni fa. Il materiale a nostra disposizione purtroppo non è moltissimo: gran parte fu danneggiato nell’alluvione di Firenze del 1966. Dalle informazioni in nostro possesso, grazie anche al lavoro di ricerca di alcuni studiosi negli archivi storici del Comune, possiamo collocare la costituzione della Filarmonica al maggio del 1869 per mano di 42 scandiccesi appassionati di Musica. Al 1882 risale la costituzione della “Filarmonica di Scandicci” nel territorio di Casellina e Torri. Nel 1900 la “Filarmonica di Scandicci” assunse il nome di "Giuseppe Verdi". Nel 1910, per motivi ideologici, la banda si scisse in due sezioni, la seconda delle quali prese il nome di "Guido Monaco". Queste due bande svolsero attività disgiunte fino all'avvento del fascismo, quando furono obbligate a fondere il loro organico ed a riunirsi come "Banda Comunale", banda che durò fino al termine della guerra. Dopo la liberazione fu ricostituita la banda e adottato il nome, che ancora oggi mantiene, di "Vincenzo Bellini" e col quale si intendevano dimenticare le incomprensioni ideologiche che avevano portato ad una disunità tra coloro che volevano fare musica a Scandicci. Una svolta fondamentale si ebbe nel 1972, quando il Comune di Scandicci concesse alla Filarmonica l'uso di una vecchia casa colonica ubicata nel centro di Scandicci in via S. Bartolo in Tuto - la "Casa Bellocci" - che offrì alla banda una sua sede, permettendo quindi un organico stabile ed un proprio maestro e consentendo soprattutto di iniziare a svolgere, parallelamente alla consueta attività bandistica, anche una attività didattica. La Banda era allora diretta dal M° Faliero Falai. Nel 1980 la Banda cambia Maestro e viene diretta dal M° Pierluigi Puzzolo. Nel 1985 la Banda sposta la sua sede nei locali dell’ex Farmaceutico e nello stesso anno viene indetto il I Concorso Bandistico, uno dei primi nel suo genere in Italia, che diventerà poi uno dei Concorsi Bandistici Nazionali più apprezzati.

La crescita della Banda sia qualitativa che quantitativa fa sì che venga costituito nel 1981 la prima Big Band in Toscana, poi negli anni successivi emulata da tante altre associazioni, diretta dal M° Tolmino Marianini. Nel 1992 la direzione della Banda viene prese stabilmente dal M° Luigi Giordano, già primo clarinetto e Vice Maestro della stessa. Nel settembre del 2004 la Banda ritorna nella sua “vecchia sede”: la “Casa Bellocci”. Nel 2008 inizia una collaborazione con il Conservatorio Musicale “Luigi Cherubini” di Firenze con la partecipazione all’esame di Laurea del M° Luca Marino, nostro percussionista, con l’esecuzione di alcuni brani per Marimba e Banda, Tamburo e Banda, Vibrafono e Banda ed all’esame di Laurea del M° Loredana Calò in Strumentazione per Banda. Nel 2011 il Direttore del Conservatorio, Prof. Paolo Biordi, concorda con la Filarmonica una collaborazione per il Corso di Direzione e d’Orchestra di Fiati che ha previsto lo svolgimento di sei prove-lezioni con gli allievi del corso sotto la guida del M° Graziosi e di un Concerto finale nella Sala del Buonumore. La Filarmonica ha una propria Scuola di Musica. Sono attivi corsi di Flauto, Clarinetto, Sassofono, Tromba, Trombone, Percussioni e Pianoforte. All’inizio del 2012 è stato istituito il Dipartimento di Musicoterapia per dare uno spazio musicale e di ascolto a bambini con difficoltà cognitive e/o relazionali. Il laboratorio di Musicoterapia è tenuto in collaborazione con la neuropsichiatria infantile e i servizi sociali del Comune.

Dal 2011 la Filarmonica “Vincenzo Bellini” con l’Istituto Comprensivo “Vasco Pratolini” di Scandicci e, in collaborazione con l’Assessorato della Pubblica Istruzione del Comune di Scandicci, USR-Ufficio Scolastico Regionale Toscana e Regione Toscana organizza il Concorso Internazionale Musicale “Città di Scandicci” al fine di fornire agli studenti di musica delle scuole primarie, medie superiori di primo e secondo grado e giovani talenti, un’importante occasione di crescita dal punto di vista musicale e di repertorio attraverso il confronto con giovani musicisti appartenenti ad altre realtà. Premiare e valorizzare l’impegno e lo studio della musica e dello strumento musicale nella scuola e valorizzare il ruolo formativo delle scuole medie ad indirizzo musicale ed ai licei musicali.

Nell’aprile del 2013 la Filarmonica ha organizzato un WORKSHOP PER MAESTRI DIRETTORI con il compositore Jacob De Haan e nel maggio del 2016 un Workshop per Maestri Direttori con il Maestro J. Warren Casey

www.filarmonicabellini.com

[847] 05/02/2017
Cesare Orselli
Presenta: Liliana Poli Vita meravigliosa (Ed. Nardi)

Cesare Orselli. Storico e critico musicale, conferenziere, è stato docente di Storia della Musica e di Drammaturgia musicale nei Conservatori di Bologna, Firenze, Siena, nelle Università di Cosenza e Firenze e in Siena Jazz. Collaboratore di istituzioni teatrali, di case discografiche, della RAI, ha scritto saggi e tenuto relazioni su circa 200 opere liriche, oratori, liederistica. Ha pubblicato Il madrigale, Le origini del melodramma, Richard Strauss, la guida Toscana: una scena incantata, Claudio Monteverdi, Pietro Mascagni, Francesco Cilea, Da Parigi a San Pietroburgo (sull’opera europea); in corso di stampa, una raccolta di suoi saggi sul teatro e la lirica italiana tra ‘800 e ‘900. Ha firmato voci per il D.B.I. Treccani, il DEUMM Utet, l'Enciclopedia dell'opera Longanesi, il Repertorio di musica sinfonica Ricordi, il Dizionario dell’opera Baldini e Castoldi, la Guida al teatro d’opera di Zecchini. Ha presentato opere in prima assoluta di compositori contemporanei; scritto e tradotto libretti d’opera, riscoperto e stampato inediti di Mascagni, Cilea, Catalani, Zandonai, pubblicato in CD le romanze di Cilea, e di Mascagni le Liriche, la musica sinfonica e per pianoforte, le cantate “In filanda” e “Alla gioia”. Nella sua vasta attività progettuale e organizzativa, la direzione artistica del Teatro Massimo Bellini di Catania, del Festival Opera Barga, e la creazione della Fondazione Fausta Cianti-Cesare Orselli.

“Vita meravigliosa” è l’autobiografia spiritosa e rapida di una grande e versatile cantante, di una regina della musica del Novecento: la fiorentina Liliana Poli, nota per la sua tecnica vocale perfetta unita a una profonda preparazione musicale, che si è trovata ad essere interprete e collaboratrice di grandissimi maestri quali Maderna, Bussotti, Nono, Berio, Dallapiccola, Ligeti, Boulez. Le agili pagine, ricche di rare e pungenti illustrazioni, ripercorrono le vicende di questa artista che, formatasi nel repertorio operistico tradizionale, presto se ne “stancò” per abbracciare la musica contemporanea, in cui presto si affermò come prima donna assoluta. E ricordano i grandi con i quali Liliana ha cantato: dal mentore Vittorio Gui a Bartoletti, da Karajan a Rodzinski, da Gavazzeni a Chailly: tutta la musica del XX secolo scorre davanti ai nostri occhi grazie a una memoria vigile, affettuosa e sorridente.

[846] 29/01/2017
Fabio Baldini (1958)
Un poeta prima del concerto

Fabio Baldini (Firenze, 08 Agosto 1958). Vive a Scandicci. Ha frequentato il Liceo Linguistico Internazionale a Firenze. Fin da ragazzo ha provato attrazione per la proprietà di linguaggio applicandosi intensamente nello studio delle materie linguistico-letterarie. Ha vinto svariati premi e avuto riconoscimenti di critica e di pubblico. Nel 2012 ha pubblicato una silloge dal titolo “liriche sospese” (Helicon edizioni) con prefazione del prof. Neuro Bonifazi. Partecipa alle attività del “Centro d'Arte Modigliani” con il quale nell'Aprile 2014 ha curato la presentazione della suddetta silloge.

[845] 21/01/2017
LA COMPAGNIA DEI NOVE
Il Malato Immaginario Moliere

Si è aperta Sabato sera presso la Salablù della Biblioteca Comunale di Signa la stagione teatrale “Blù di sera” promossa dal Comune di Signa in collaborazione con “La Compagnia dei Nove ONLUS” e con il supporto delle associazioni “Centro per l’arte Vito Frazzi" e “In-Polis”.

Lo spettacolo “Il Malato Immaginario” di Moliere, ha dato il via a questa manifestazione che si è aperta nel segno dei giovani, gran parte del pubblico si attestava sotto i trent’anni e sotto i trent’anni si attestava anche la quasi totalità della compagnia teatrale, composta in gran parte dagli allievi e dalle allieve dei corsi teatrali della Compagnia dei Nove ONLUS.

La serata è stata introdotta dalle parole dell’assessore Giampiero Fossi che ha voluto sottolineare come manifestazioni del genere, e con questa risposta di pubblico, siano il sintomo di un bisogno di cultura, una cultura che da tempo nella Salablù copre ogni aspetto, dalla Musica al Teatro, dalla letteratura al Cinema. L’immagine che l’assessore ha usato è stata quella di una ruota che, girando, include tutte le arti e chi le persegue alternandosi e creando uno spazio capace di parlare tanti linguaggi di qualità. Fossi ha concluso il suo discorso introduttivo puntando il dito sul bisogno che Signa ha di avere un teatro in grado di ospitare, con spazi adeguati, le manifestazioni di maggior richiamo che al momento vengono contenute a fatica alla Salablù. Ringraziando Marco Guglielminetti, presidente e regista della Compagnia dei Nove ONLUS, e Vincenzo Zappia, direttore artistico del Centro per l’arte Vito Frazzi, per la passione e per la qualità del lavoro svolto nella produzione dell’evento.

Parole che invitano al rafforzamento e all’inclusione all’interno del progetto di una stagione teatrale sono state spese anche da Vincenzo Zappia che ha sottolineato come l’unione faccia la forza e che le cose di qualità si possano fare insieme e rinnovando l’invito ad altre realtà di unirsi al progetto di una più lunga stagione teatrale per i tempi futuri.

Infine ha parlato il regista Marco Guglielminetti ideatore della stagione teatrale, ringraziando l’assessore Giampiero Fossi e Vincenzo Zappia per la preziosa collaborazione e per l’affettuoso supporto, augurandosi che quello di sabato sia stato il primo passo di un lungo e proficuo viaggio.

Il regista ha poi introdotto la stagione teatrale descrivendo il “fil rouge” che lega i 4 spettacoli in cartellone: gli spettacoli sono stati scelti in quanto legati alle piccole follie, piccole follie che ci accompagnano nel nostro quotidiano.

Il signor Argante, protagonista del Malato Immaginario, e la sua ipocondria hanno dato vita alla prima piccola follia. Prossimo appuntamento Sabato 25 Marzo ore 21:00 con lo spettacolo “Delitti Esemplari” una produzione ancora della Compagnia dei Nove ONLUS per la regia di Marco Guglielminetti.

[843] 18/12/2016
Nadia Benelli (1933 – 2016)
Un pittore prima del concerto

Nadia Benelli (Firenze, 7 Febbraio 1933 - 28 Luglio 2016). Ha vissuto a Scandicci. Attiva fin dagli anni sessanta in un ambito realista impressionista passa ad esperienze di pop-art usando, già nel 1960, materiali poveri e di recupero. L'incontro con l'astrattismo fiorentino la porta a sperimentare in questo campo. Nei 1964 la trova protagonista, insieme al marito Natale Fi!annino, nella fondazione del raggruppamento “Il Segno Rosso". Nei marzo 1970 tra i soci fondatori dello studio d'Arte “Il Moro” dove partecipa attivamente alle manifestazioni nel campo della ricerca neocostruttivista. Aderisce al manifesto: “Nascita di una morfologia costruttiva" (Palazzo Strozzi 1972), omologando strutture tra morfologie urbanistiche e assetto civile e sociale. In seguito fa esperienze concettuali e di sublimazione. Ha esposto in varie parti d’Italia in personali di gruppo e collettive. Ha aderito a manifestazioni nazionali e internazionali.

[843] 18/12/2016
Ugo Barlozzetti
Uno "storico e critico dell'arte" prima del concerto

Ugo Barlozzetti è critico d’arte ed esperto di storia e strategia militare. Laureato in lettere moderne, dal 1969 ha insegnato storia dell’arte presso il liceo artistico statale di Firenze. Fondatore e membro della segreteria dell’associazione degli amici del Museo Stibbert e membro del direttivo della Società Italiana Storia Militare (SISM), presidente del comitato scientifico del Museo del Figurino Storico di Calenzano, in passato è stato anche membro della commissione cultura del Comune di Firenze. Ha prodotto numerosi articoli e libri ed ha curato esposizioni su temi legati alla comunicazione della storia.

[840] 27/11/2016
Silvano Nano Campeggi (1923)
Un artista/grafico prima del concerto

Silvano Nano Campeggi (Firenze 23 Gennaio del 1923). La sua fama è principalmente dovuta alla sua attività di cartellonista per le case di produzione cinematografiche di Hollywood nell'epoca d'oro del cinema (1945/1970): negli Stati Uniti è considerato tra i più importanti artisti grafici nella storia del cinema americano. Il padre, tipografo e stampatore, introduce il giovane Silvano alla grafica e al design. Campeggi frequenta l'Istituto D'Arte di Porta Romana, a Firenze, e studia con Ottone Rosai e Ardengo Soffici.Alla fine della Seconda guerra mondiale riceve un incarico dalla Croce Rossa Americana per dipingere alcuni ritratti di soldati prossimi al congedo; in questo modo entra in contatto con la cultura, la musica e il cinema d'oltreoceano. Dopo la guerra si trasferisce a Roma, dove entra in contatto con il pittore Orfeo Tamburi e con il cartellonista Luigi Martinati e definisce il suo interesse per la cartellonistica cinematografica. Il suo primo manifesto è del 1946, per il film Aquila nera di Riccardo Freda. Dopo poco tempo viene contattato dalla Metro-Goldwyn-Mayer per la realizzazione del manifesto del film Via col vento, al quale seguiranno oltre 3000 lavori, oltre che per la MGM anche per Warner Brothers, Paramount, Universal, Columbia Pictures, United Artists, RKO, Twentieth Century Fox. Fra i cartelloni più famosi: Casablanca, Cantando sotto la pioggia, Un americano a Parigi, West Side Story, La gatta sul tetto che scotta, Vincitori e vinti, Exodus, Colazione da Tiffany. Molte delle immagini create da Nano per i film più famosi hanno assunto valore iconico e sono immediatamente riconoscibili, come i quattro cavalli bianchi su sfondo rosso di Ben Hur e il volto di Leslie Caron utilizzato come puntino sulla prima lettera I di Gigi (che compare anche sulla copertina dell'album Ummagumma, del Pink Floyd). Con la crisi del cinema, Campeggi rientra a Firenze, dove prosegue l'attività pittorica in ambiti diversi. Nel 1975 il suo ritratto di Salvo D'Acquisto, commissionato insieme a molti altri lavori dall'Arma dei Carabinieri, viene usato da Poste Italiane per un francobollo commemorativo. Nel 1988 una mostra organizzata dal Comune di Firenze presso il Palazzo Medici Riccardi, dal titolo Il cinema nei manifesti di Silvano Campeggi, risveglia nel pubblico e negli appassionati del genere l'interesse per il lavoro di Nano; la mostra viene poi replicata a Parigi e a New York e da quel momento in poi vengono organizzate numerose mostre e personali in tutta Italia e all'estero. Si ricordano una sua personale al Palazzo delle Esposizioni a Roma, nel 1995; la mostra Sogni attaccati ai muri, a cura di Enrico Crispolti, presso il Castello di Poppi, nel 1998; "3000 Times – The Art of the Movie Poster", organizzata dalla Film Society of Lincoln Center a New York nel 2007; "Maestro, do I need to get undressed?" (frase che il pittore racconta essergli stata rivolta da Marilyn Monroe in occasione di una sua posa per un ritratto), alla Galleria Varart di Firenze nel 2012, e la partecipazione al Festival Internazionale del Cinema di Syracuse(NY) nel 2013. Per quanto riguarda la sua attività non riferita al grande schermo, nel 1997 realizza 35 dipinti ispirati al calcio storico fiorentino, esposti poi in una mostra al Palagio di Parte Guelfa in Firenze e a Lione, in Francia. Nel 2001 realizza il drappellone per il palio dell'Assunta, a Siena, e contemporaneamente la mostra Pittura in diretta: è Palio viene allestita nel Museo di Santa Maria della Scala. Nel 2008, in occasione del 150º anniversario della nascita di Giacomo Puccini, Campeggi espone a Torre del Lago una serie di ritratti immaginari delle protagoniste dell'opera del compositore, in una mostra dal titolo Puccini e le sue donne. Sempre nel 2008 a Portoferraio viene allestita la mostra "Napoleone all'Elba", per commemorare il 200º anniversario della permanenza di Napoleone Bonaparte all'isola d'Elba. È del 2010 la mostra allestita presso il castello dei Conti Guidi di Poppi (Arezzo), intitolata Verso Campaldino: dal Pian di Ripoli alla battaglia, serie di opere ispirate alla battaglia di Campaldino del 1289, svoltasi proprio nella piana vicina alla città di Poppi. Suo il manifesto per il festival del Maggio Musicale Fiorentino del 2013. Nel 1999 il Comune di Firenze lo nomina Magnifico Messere del calcio storico fiorentino, e nel 2000 è insignito del Fiorino d'Oro della città di Firenze. Nel 2015 ha ricevuto il Premio delle Arti Fiorentini nel Mondo, edizione 2014, per la categoria Arti Visive. Dal 2013 Nano è presente con un suo autoritratto nella collezione dei ritratti della Galleria degli Uffizi.

[839] 20/11/2016
Franco Cappellini (1957)
Uno scultore prima del concerto

Franco Cappellini (Vicchio, 31 Agosto 1957). Fa parte del Consiglio Direttivo del Centro d'Arte ModigIiani. Vive ed opera a Scandicci. Le sue sculture sono presenti in collezioni private, in enti pubblici come il Centro Oncologico di Sesto Fiorentino, l'Ospedale Torre Galli di Firenze, lo spazio eventi del Bocciodromo di Scandicci, nella Palazzina dove ha sede la CNA a Scandicci e nello storico Caffè “Le Giubbe Rosse” in Firenze. Dal 2004 partecipa a collettive, mostre e rassegne in diverse città italiane, Venezia, Capri, Napoli, Città del Vaticano, Firenze e Scandicci. Lo scultore predilige lavorare materiali grezzi come la pietra arenaria su cui poter evidenziare i segni della scalpellatura, che attraverso la luce creano ombre e volumi sempre diversi. Le opere di Cappellini ricordano un po' il Primitivismo francese e la scultura africana, anche se lui si dichiara scultore di getto.

[838] 13/11/2016
Marco Gamannossi
Abbazia di San Salvatore a Settimo: Ghirlandaio e la sua Scuola nella Badia a Settimo

All'interno della Badia di Settimo sono molte le testimonianze, dirette ed indirette, della presenza di Domenico Ghirlandaio, tra i massimi esponenti della pittura rinascimentale fiorentina e capostipite di una delle botteghe più prolifiche del tempo. Fu anche artista tra i prediletti dai Medici, e in particolare da Lorenzo il Magnifico, che lo inviò nel 1481 ad affrescare la Cappella Sistina a Roma. Numerosissime furono le committenze che ricevette nella sua città natale, con capolavori immortali come i cicli di affreschi nella Cappella Sassetti in Santa Trinita del 1485 e nella Cappella Tornabuoni a Santa Maria Novella, realizzato tra il 1485 e il 1490. La sua famiglia, che comprendeva anche il figlio - ovvero Ridolfo del Ghirlandaio, anch'egli pittore - risiedeva nella villa di Colleramole, attualmente in comune di Impruneta ma storicamente appartente al piviere di Sant'Alessandro a Giogoli. Nella sua bottega pare si sia formato anche un giovanissimo Michelangelo Buonarroti, che ricevette dal Maestro gli insegnamenti necessari ad affrontare la difficile arte dell'affesco, sperimentata poi nella celebre volta della Cappella Sistina (1508 - 1512).

L'abate di Settimo nel 1487 commissionò al Ghirlandaio la realizzazione di un ciclo di affreschi per l'abside maggiore della chiesa; ciclo di cui oggi rimangono soltanto i due oculi raffiguranti la “Madonna Annunciata” (foto 1) e “l’Angelo Annunciante” (foto 2), la cui eccelsa qualità dimostra che in questo caso si è in presenza della diretta mano del Maestro. Del resto è ancora oggi custodito il contratto stipulato tra le parti, con il pagamento fissato a 50 scudi d'oro e la possibilità per il Ghirlandaio di "grattare" il prezioso lapislazzulo dalla vicina cappella di San Jacopo, dipinta dal Buffalmacco nel 1315, per riutilizzarlo nella sua nuova opera.

Quale fine abbia fatto il resto degli affreschi commissionati rimane oggi un mistero. E, con ogni probabilità, tale ciclo non fu mai completato.

Nella sagrestia campeggiano tre opere pittoriche di grande rilievo artistico, tutte riconducibili agli anni '80 del Quattrocento. Appena superato l'ingresso troviamo una "Deposizione dalla Croce" di Francesco Botticini (foto 3), artista di epoca ghirlandaiesca, discepolo di Neri di Bicci e con forti assonanze con lo stile del Pollaiolo e di Andrea del Castagno. Sulla destra una "Deposizione nel Sepolcro" della bottega del Ghirlandaio. Dalla stessa bottega proviene l' "Adorazione dei Magi con San Benedetto", issato sulla parete sinistra (foto 4). I tre Re Magi vengono descritti con tre età nettamente diversificate: il giovane, in piedi, ha un atteggiamento quasi svagato dinanzi alla Sacra Famiglia; il Magio di mezza età è invece rispettosamente genuflesso; infine, il personaggio più anziano si avvicina con profonda fede e passione al Bambino. Il quadro diventa quindi la metafora delle tre età della vita, con tre livelli di consapevolezza e tre atteggiamenti ben diversi nei confronti della fede. Il tutto è immerso in un'atmosfera quasi fiamminga. In effetti, molti artisti dell'epoca sentirono un forte ascendente nei confronti dell'arte delle Fiandre, come dimostra l'ammirazione che suscitò a Firenze il "Trittico Portinari" di Hugo van der Goes (foto 5), databile al 1477, quadro che ispirò anche lo stesso Ghirlandaio nella sua "Adorazione dei pastori" del 1485 (foto 6).

[837] 06/11/2016
Claudio Raspollini (1954)
Un poeta prima del concerto

Claudio Raspollini (Sovigliana di Vinci, 9 Aprile 1954). Diplomato come Geometra nel 1977 presso I.T.G. Gaetano Salvemini di Firenze. Per assecondare la sua passione per la fede, condivisa con la moglie Anna, ha intrapreso il cammino nella Comunità diaconale fiorentina, è stato ordinato diacono permanente nel 1990. Dal 1993 il Vescovo lo ha inviato a svolgere il suo servizio diaconale presso la Chiesa di San Zanobi a Casignano, una piccola comunità senza presbitero sulle colline di Scandicci Firenze, dove risiede con la moglie e i suoi due figli. Animato dal desiderio di lavorare ed essere a contatto con i giovani ha intrapreso successivamente gli studi teologici conseguendo nel 1990 il Magistero in Scienze religiose ad indirizzo pedagogico didattico presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Beato Ippolito Galantini” di Firenze. Dal 1987 Insegna religione al Liceo Artistico Statale "Leon Battista Alberti" di Firenze e presso I.S.I.S.T.L. Rusell Newton di Scandicci. Fin da giovane ha coltivato la passione per la poesia e il racconto, meditando sul mistero dell'uomo e della vita, per i suoi figli ha scritto da sempre fiabe e racconti brevi, cercando di cogliere in maniera originale il senso dello stare insieme in famiglia e della convivenza pacifica tra culture diverse. Ne fu un esempio il progetto Sarajevo che realizzò quando dal 1999 al 2004 è stato Assessore alla Pubblica Istruzione ed ai servizi socio sanitari del Comune di Scandicci nella seconda legislatura del Sindaco Giovanni Doddoli. Il progetto Sarajevo vide il coinvolgimento delle tre etnie (Cattolica; ortodossa e Islamica) presenti a Sarajevo, coinvolgendole nel costruire un percorso didattico-educativo che vide l’inserimento presso le scuole di Scandicci e l’ospitalità nelle famiglie di 100 bambini di Sarajevo per costruire percorsi di pace di dialogo e d’integrazione. Come scrittore, ha pubblicato la raccolta di poesie "Umanità" edito dalla Lalli Editore Poggibonsi, nel giugno 1990 , il romanzo "La leggenda del cavalier Gherardo" edito da Cultura Nuova Editrice Firenze nel novembre 1990 e il racconto "San Zanobi, una storia di strada", che narra in maniera semplice la vita di Zanobi Patrono di Scandicci e della diocesi di Firenze, edito dal Centrolibro di Scandicci nel 1998. Nel novembre del 2011 con il Gruppo Albatros il filo, ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo “I giardini del silenzio”, con la casa editrice Kimmerik nel giugno 2013 ha pubblicato il romanzo “Lui, il Re”. Nel gennaio 2014 con la casa editrice Lalli di Poggibonsi ha pubblicato la raccolta di poesie dal titolo “Con Rabbia per amare”. Nell’aprile del 2014 ha pubblicato con la Aletti Editore la raccolta di poesie “ Quattro passi nel giardino, una storia d’amore”. Nel marzo del 2015 la pubblicato il libro Lo sguardo del Cuore edito da Ghirardelli editore Firenze. Nell’aprile 2016 un racconto, il ponte dei Burattini nell’antologia del Gruppo Scrittori Fiorentini “Vista da noi” edito da PSE Firenze. Da quando è nato il Gruppo scrittori Fiorentini, anno 2015, ne fa parte.

[836] 30/10/2016
Stefano Martini (1956)
Uno scultore prima del concerto

Stefano Martini (Firenze il 16 Giugno 1956) si diploma all'Accademia di Belle Arti di Milano in scultura. Biennio di Specializzazione presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. E' titolare della cattedra di discipline plastiche al Liceo Artistico Statale di Firenze; ha insegnato anche nella sede di Scandicci. Titoli di studio: Maturità d'arte applicata, maturità artistica, diploma di laurea in arti visive e discipline dello spettacolo; scuola di scultura, specializzazione in arti visive e discipline dello spettacolo; abilitazione in : educazione artistica, arte dei metalli e dell'oreficeria, discipline plastiche. Ha curato la realizzazione di un video sull’arte dello sbalzo e cesello, storia e tecnica” prodotto dalla regione Toscana. Mostre collettive: - 1975 “VI Premio nazionale di pittura “ primo premio Londa, Fi - 1994 “Presepe d’artista” a cura di L.Caruso, Sesto Fiorentino - 1995 “SegnaLibri” galleria la Soffitta, Sesto Fiorentino - 1996 ”Il luogo, la memoria, il quotidiano” Firenze - 1997 “Leonardo da Vinci, le favole e il mare” Sestri Levante - 1997 “Leonardo da Vinci. Dal mediterraneo alla luna” Cagliari - 2000 “Ex libris”galleria la Soffitta, Sesto Fiorentino - “Il luogo, la poesia” sala espositiva, Casellina, Fi. - “Professione artista”liceo artistico L.B. Alberti. Fi - 2008 “Mostra mercato d'arte” Reggio Emilia. Mostra personale: - 2007 “Le forme dell'abitare” Immaginaria Arti Visive Gallery, Firenze - Ha esposto in modo permanente suoi lavori presso la galleria Romanelli di Firenze. Partecipazione ai concorsi: - ”Diamond international awards” con la ditta Torrini di Firenze; Finalista al premio nazionale “Sandoni” Anzola Emilia, Bo, con realizzazione dell’opera; concorso nazionale per la nuova fontana di Piazza Leonardo da Vinci in Pescia, Pt - Contattato dall’amministrazione comunale di Scandicci per la realizzazione di una scultura ambientale da collocarsi nel Parco di Poggio Valicaia, progetto in attesa di essere realizzato. Sue opere si trovano presso: l’Opera del Duomo di Firenze, il museo Ideale Leonardo da Vinci, in Vinci ed in collezioni private in Italia ed all’estero. Si sono interessati al suo lavoro: Lara Vinca Masini, Luciano Caruso, Alessandro Vezzosi, Ugo Barlozzetti, Paola Ballerini. Esperienze lavorative: Progettista e modellista orafo ha realizzato gioielli per privati ed ha collaborato con numerose ditte italiane ed estere tra le quali la UNO A ERRE ed altre ditte del settore degli articoli da regalo. Ha insegnato tecnologia orafa presso la formazione professionale, disegno professionale e progettazione dei metalli presso l'istituto d'arte di Pistoia e Firenze, discipline plastiche ed educazione visiva presso le medie annesse all'istituto d'arte di Firenze e nel quinquennio superiore. Negli ultimi anni si è dedicato e specializzato nella scultura in bronzo.

La purezza e la semplicità della forma, il movimento di rotazione della linea curva nello spazio che crea le superfici e la decorazione sono gli elementi base della ricerca dello scultore Stefano Martini.

Il dinamismo creatosi ha una forza centripeta, racchiusa in sé, è una scultura da toccare, accarezzare, una curva inesplorata di eventualità.

Il rapporto tra architettura (le forme dell'abitare e l' urbanizzazione) e scultura è al centro dell’attenzione di Martini, in modi diversi; egli ricerca una nuova estetica da usare anche in architettura; forse utopica, ma che dovrebbe stimolare una riflessione circa l'arte di costruire.

La ricerca si basa in origine sullo studio delle forme che nascono dalla rotazione delle parabole: i paraboloidi e si confronta con le forme  della natura nella loro semplice imprevedibilità, ed è caratterizzato dalla decorazione, elemento ormai dimenticato.

Leonardo Colicigno Tarquini

[835] 23/10/2016
Maria Grazia Giaume (1950)
Un pittore prima del concerto

Maria Grazia Giaume (La Spezia, 25 Aprile 1950). Si è trasferita a Firenze nel 1971 e dal 1976 vive a Scandicci, dove ha svolto attività istituzionale e politica come presidente del Quartiere 1 e attività sociale come vicepresidente del circolo ARCI Il Ponte. E’ laureata in psico-pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha seguito, dall’età di 25 anni, vari corsi di arte visiva, con particolare riguardo alla pittura ad acquerello, che si basa sul pensiero di Rudolf Steiner. Espone le sue opere in mostre personali e collettive. Seguendo il pensiero di Arnheim, pensa che l’arteterapia –arte applicata- non vada considerata in subordine all’arte, piuttosto la mette al servizio di chi soffre. Ha conseguito, così, una Formazione in arteterapia ad orientamento antroposofico presso la “Scuola di Luca” con la pittrice Fiorenza de Angelis e il Diploma internazionale di counseling individuale e di gruppo. Ora in pensione, ha lavorato all’Università di Firenze come referente dello “Sportello dei diritti delle persone in stato di necessità” e Presidente del Comitato Pari Opportunità. Ha cercato di far convivere arte, lavoro ed impegno sociale, organizzando eventi, tenendo lezioni in arteterapia come Cultrice della materia per psicologia sociale, conducendo incontri di acquerello, individuali e di gruppo, per il personale in servizio e per la formazione specifica delle persone volontarie del servizio nazionalene regionale. E’ stata collaboratrice esterna dell’Istituto di arte di Firenze e ha esperienza pluriennale nella conduzione di gruppi con l’ acquerello e altre tecniche per adulti e per bambini, in varie città italiane, tra cui Scandicci. Ha pubblicato un libro sull’arteterapia e vari lavori sull’arteterapia e sulle pari opportunità. Suona l’organetto diaconico nel gruppo Flebofolk con il maestro Luca Bannella.

[834] 16/10/2016
Umberto Mucè (1952)
Un poeta prima del concerto

Umberto Mucè (Palermo, 1952). Vive a Scandicci. A 2 anni la Poliomielite, in forma grave, gli impone definitivamente la sedia a rotelle. A 16 si trasferisce a Firenze per curarsi e vi resta, completando gli studi fino alla laurea in ingegneria elettronica. Negli anni giovanili è un divoratore di poesie, attratto dalla poetica del pessimismo cosmico Leopardiano, passando agli altri poeti dell’ ’800/‘900 italiano, ai poeti francesi, fra ‘800 e ‘900 quali Baudelaire, Lamartine, Verlaine …. Prèvert – che legge direttamente in lingua originale –, a Lorca e Neruda .... Da allora, pur non essendo un poeta compulsivo – anche per ragioni professionali che ne distolgono il pensiero –, ne scrive a sua volta. Dopo aver lavorato nell'industria, termina la carriera lavorativa come insegnante di una materia specializzante nel triennio conclusivo di Informatica Industriale presso l’I.T.I.S. A. Meucci di Firenze. Oggi pensionato. In questa raccolta, pubblicata dalla casa editrice Pagine, sono messe a confronto poesie delle varie età dell’autore.

[833] 09/10/2016
Parisio Ristori (1925 – 2016)
Omaggio a Parisio Ristori

Parisio Ristori, pittore e incisore (Firenze 2 Luglio 1925 - 6 Gennaio 2016). Ha Firenze ha conseguito la maturità artistica e frequentato la scuola di nudo dell'Accademia di Belle Arti, è socio effettivo delle Arti dell'incisione, del Gruppo Donatello, della Compagnia del Paiolo e dello Studio 7 Gruppo d'arte. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive. Sue opere si trovano presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, la Biblioteca Nazionale e la Biblioteca Marucelliana di Firenze; Inoltre sono catalogate all'Archivio Nazionale Valori Artistici di Milano Banca Dati Telematica dell'Arte Italiana.

Parisio Ristori è artista attivo ed energico. È nato e si è formato a Firenze, e, precisamente, in quella zona dell'ambiente artistico, che è la meno appariscente, ma dove è ancora possibile trovare ampi esempi della severa, antica morale dell'arte, intendo l'ambiente della grafica dove primeggia ancora quel disegno che fu la gloria dell'arte toscana nei secoli d'oro. Roberto Longhi non avvertì che "nel nostro secolo l'arte figurativa è molto più sotto il segno della grafica che del colore"? E Ristori è uno dei maggiori campioni di questa grafica toscana. Negli ultimi decenni i suoi lavori (perfezione classica e energica vibrazione moderna) sono stati presenti in moltissime mostre e altamente giudicati. Ha avuto influenza anche come maestro, sia nel senso normale (tenendo corsi) sia per la rete di vaste relazioni di incisori che frequentano il suo studio e si avvalgono di lui come consigliere e come stampatore.

Vittoria Corti

In queste piccole stampe si rivela dotato di una sensibilità poetica oggi davvero rara... sa dire quelle umili verità che pur esistono ma che molti non vedono, con grande castigatezza di mezzi: le spiagge solitarie, invernali, le alghe, gli sterpi delle dune, le conchiglie, i piccoli relitti che lascia il mare.

Renzo Biason

Coi mezzi semplici, ma affinatissirmi dell'incisione, sa cogliere le punte stecchite delle piante litoranee, o le forme corrose e degradate di conchiglie e di gusci vuoti che il mare ha ributtato a spiaggia, o i fusti secchi, contorti di alberi con poche foglie, o assi e pali di baracche sconnesse dal libeccio che ha infuriato. Le cose povere che popolano, rade, quella immensa pianura quando resta sola, senza bagnanti.

Luisa Becherucci

Tutto un mondo semplice, umile, che forse pochissimi sanno guardare e capire, ma che l'artista sa rilevare con il suo segno libero, limpido, pulito, espressivo, sottile, inciso e evocatore...

Almina Dotati Fusi

Le incisioni di Ristori, di una perfetta finezza tecnica, accuratamente disegnate, concentrano nelle immagini un'ammirabile densità di sentimento, proprio per la purezza e la semplicità dei mezzi d'espressione.

Marcel Chirnoaga

[833] 09/10/2016
Parisio Ristori (1925 – 2016)
Acquaforte: Fiori (donata dalla Famiglia nel 2016)

Parisio Ristori, pittore e incisore (Firenze 2 Luglio 1925 - 6 Gennaio 2016). A Firenze ha conseguito la maturità artistica e frequentato la scuola di nudo dell'Accademia di Belle Arti, è socio effettivo delle Arti dell'incisione, del Gruppo Donatello, della Compagnia del Paiolo e dello Studio 7 Gruppo d'arte. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive. Sue opere si trovano presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, la Biblioteca Nazionale e la Biblioteca Marucelliana di Firenze; Inoltre sono catalogate all'Archivio Nazionale Valori Artistici di Milano Banca Dati Telematica dell'Arte Italiana.

Parisio Ristori è artista attivo ed energico. È nato e si è formato a Firenze, e, precisamente, in quella zona dell'ambiente artistico, che è la meno appariscente, ma dove è ancora possibile trovare ampi esempi della severa, antica morale dell'arte, intendo l'ambiente della grafica dove primeggia ancora quel disegno che fu la gloria dell'arte toscana nei secoli d'oro. Roberto Longhi non avvertì che "nel nostro secolo l'arte figurativa è molto più sotto il segno della grafica che del colore"? E Ristori è uno dei maggiori campioni di questa grafica toscana. Negli ultimi decenni i suoi lavori (perfezione classica e energica vibrazione moderna) sono stati presenti in moltissime mostre e altamente giudicati. Ha avuto influenza anche come maestro, sia nel senso normale (tenendo corsi) sia per la rete di vaste relazioni di incisori che frequentano il suo studio e si avvalgono di lui come consigliere e come stampatore.

Vittoria Corti

In queste piccole stampe si rivela dotato di una sensibilità poetica oggi davvero rara... sa dire quelle umili verità che pur esistono ma che molti non vedono, con grande castigatezza di mezzi: le spiagge solitarie, invernali, le alghe, gli sterpi delle dune, le conchiglie, i piccoli relitti che lascia il mare.

Renzo Biason

Coi mezzi semplici, ma affinatissimi dell'incisione, sa cogliere le punte stecchite delle piante litoranee, o le forme corrose e degradate di conchiglie e di gusci vuoti che il mare ha ributtato a spiaggia, o i fusti secchi, contorti di alberi con poche foglie, o assi e pali di baracche sconnesse dal libeccio che ha infuriato. Le cose povere che popolano, rade, quella immensa pianura quando resta sola, senza bagnanti.

Luisa Becherucci

Tutto un mondo semplice, umile, che forse pochissimi sanno guardare e capire, ma che l'artista sa rilevare con il suo segno libero, limpido, pulito, espressivo, sottile, inciso e evocatore...

Almina Dotati Fusi

Le incisioni di Ristori, di una perfetta finezza tecnica, accuratamente disegnate, concentrano nelle immagini un'ammirabile densità di sentimento, proprio per la purezza e la semplicità dei mezzi d'espressione.

Marcel Chirnoaga

[832] 02/10/2016
Alessio Bandini (1967)
Un pittore prima del concerto.

Alessio Bandini (Firenze,1967). Da sempre è un appassionato d'arte, in qualunque forma espressiva si presenti, in special modo di pittura e cinema. All'inizio anni Novanta ha iniziato ad esplorare la pittura "en plain air", dipingendo ad olio scorci della campagna Toscana. Dal 2009 frequenta la scuola d'Arte Rossotiziano, sotto la guida del pittore fiorentino Tiziano Bonanni. Qui intraprende una approfondita ricerca su tecniche e materiali, tramite lo studio del disegno e l'utilizzo di strumenti diversi, dal carboncino alla penna Bic, dai gessetti all'olio, dalle matite alla tempera, alla "maniera nera" sperimentati su vari supporti, prevalentemente carta, tele e tavole di legno. 2014: Vincitore “Novara Art Prize 2014” con l’opera “Doride”, Centro Culturale “La Riseria”, Novara - Artista segnalato “SaturARTE 2014” con l’opera “Iante”, Satura Art Gallery, Genova - “ContemporaneaMENTE”, Satura Art Gallery, Genova - “Città di Novara”, ArtAction, Novara. 2015: Personale “Onirica”, Castello dell’Acciaiolo, Scandicci - “Photissima Art Fair 2015”, Chiostro della SS Trinità - Archivio Storico di Stato, Venezia, in concomitanza alla 56ª Biennale d’Arte. - Artista Premiato “SaturARTE 2015” con l’opera “Angelo caduto”, Satura Art Gallery, Genova - “Immagini Nella Mente", Antico Spedale di Sant'Antonio, Lastra a Signa. 2016: 3° premio “Città di Novara” con l’opera “Eurinome”, ArtAction, Novara - “PremioArt Roma", Caffè Letterario, Roma - “Woman", Museo MIIT Torino, a cura di Italia Arte - “Artist's Profiles", Satura Art Gallery, Genova - Artista premiato "SaturARTE 2016" con l’opera “Galatea”, Satura Art Gallery, Genova. Prossimamente: Collettiva presso “La Dame Art Gallery”, Londra.

Dagli sfondi abissali monocromatici blu dei dipinti di Alessio Bandini, emergono, trascinate dalla corrente, come le anime dei lussuriosi di dantesca memoria, dei bellissimi corpi bianchi , privi d’ogni contatto con la materia. Si tratta di soggetti classici, la rappresentazione della Oceanine, le mitiche figlie del titano Oceano ed altre figure mitologiche dai destini alterni.

Queste anime, librate fuori dalla gravità e dalla materia, assumono una bellezza ideale, ispirate dalle figure di Wiliam Blake.

L’artista ha impiegato la classica tecnica dell’olio su tela prevalentemente di formato quadrato, di piccole e grandi dimensioni. Nell’enorme dipinto di “Doride” (120 x 100 cm), il riflesso della ninfa sfuma lentamente nell’immenso blu della tela, come nel triste epilogo della favola della Sirenetta diventa parte del mare; mentre in “Elettra” (di più piccolo formato), il vortice causato dal tuffo verso l’ignoto è reso con uno straordinario realismo.

La parte immortale dell’uomo, tuttavia, viene inghiottita in un’eternità oscura, triste, lontana da quella originaria perfezione dalla quale noi discendiamo e che abbiamo perduto. Il colore dai forti tratti espressionisti immerge la figura in un’atmosfera d’angoscia e di paura.

I dipinti mostrano una visione bifronte quindi: l’esaltazione di sé, quella superbia che ha spinto sia Icaro, che gli angeli ribelli, ad eguagliarsi con entità assolute, precipitando però nella rovina, nella dissoluzione e nella morte, che è anch’essa fonte di bellezza e di mistero da tempi remoti.

Questa visione governa la percezione della realtà odierna nelle sue rappresentazioni, il tutto descritto come un affascinante volo di “angeliche farfalle” dall’aspetto umano.

Leonardo Colicigno Tarquini

[831] 05/05/2016
LA COMPAGNIA DEI NOVE
PETTEGOLEZZI Tratto da "Rumors" di Neil Simon

Centro dell’Arte Vito Frazzi in collaborazione con LA COMPAGNIA DEI NOVE e Associazione Politico/culturale IN-POLIS

Regia: Marco Guglielmetti

Scenografia: Giuseppe Silvestri, Simona Perruzza

Costumi: Claudia Stefani Migliorato

Attore: Elena Pierattini, Francesca Zagni, Linda Stella Diana Gala, Marco Guglielmetti, Sonia Galli, Giulia Costanza, Antonello Antelmi, Valentina Santoro

Fotografo: Andrea Mandolesi

[830] 10/04/2016
Salvatore Di Gesualdo (1940 – 2012)
Omaggio al musicista/pittore

Salvatore di Gesualdo (Fossa - AQ, 11 aprile 1940 – Firenze, 30 marzo 2012). Autodidatta, ha vinto nel ‘62 il XXII° Trofeo Mondiale di Fisarmonica a Salisburgo. Inizia, da qui, la “crisi” di studio e di isolamento che doveva portare la ”sua” fisarmonica a diventare, a parere unanime, strumento d’arte. Diploma di composizione ('70) con Boris Porena, diploma di musica e direzione corale ('67) al Conservatorio “Rossini” di Pesaro; studi di direzione d'orchestra con Franco Ferrara al “ Santa Cecilia” di Roma. Ha insegnato composizione per la didattica al Consevatorio “Cherubini” di Firenze. Come concertista di fisarmonica classica ha dato più di 600 concerti e secondo musicisti e critica internazionale ha imposto un nuovo corso alla storia della fisarmonica. Oltre che in Italia la sua attività musicale si è svolta con concerti e seminari in Europa, Medio Oriente e Stati Uniti. È stato il primo fisarmonicista a dare concerti per enti, festival e società di musica classica e stazioni radiotelevisive ("Nordic House" e "Teatro Nazionale" di Reykjavik, "Sibelius Academy" e "Ny Musikk" di Oslo, "Accademia reale" di Copenaghen, "Lisinski Hall" di Zagabria, "Tel Aviv Museum", "Gerusalemme Wise Auditorium", ad Haifa, in teatri di Atene e Rodi, "Spoleto Festival", "Estate Fiesolana", "Settembre Torinese", "Teatro comunale" di Firenze, ecc.). Primo concertista della Rai-Tv italiana e "Premio Apollo Musagete " nel 1985. Ha scritto numerose composizioni per pianoforte e per orchestra da camera; per fisarmonica: Improvvisazione n° 1, 2, 3, Epitaffio n°1 e n°2, un lavoro multimediale, Moduli (per f., computer-music, materiali visuali e danza) e Musica pro Guido, in occasione del Millenario di Guido Monaco. Ha elaborato materiale teorico didattico e trascrizioni dalla letteratura da tasto ed ha curato la voce "Fisarmonica" nel Nuovo Dizionario dell'UTET. Ha formato e diretto la "Scuola Superiore di Fisarmonica classica", con seminari e corsi a Firenze, Arezzo e Talla. Ha eseguito la sua trascrizione integrale de "L'Arte della fuga" di Bach (Concerti monografici in TV, Centenario commemorativo di Bach a RAI e TV, Tele-Montecarlo, RAI 3 TV, ecc.). Per ottenere prestazioni ottimali ha progettato la fisarmonica da concerto "V1 SdG". Gli anni Novanta lo vedono attivo anche come pittore e grafico. Dal 2000 data la nuova collana editoriale per la Physa di Treviso di Francesco Visentin, informata a rigore testuale e qualitativo. Nel 2008 esce il Primo Libro di Kunst & Fuga, a cui fa seguito il Libro terzo (Exit) nel 2009 e nel 2011 il Libro Quarto (Schegge). Nel 2004 interpreta l’intera Arte della Fuga all’Auditorio della Vallisa a Bari. Nel 2011 da un concerto alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze per la Settimana della Musica Sacra e successivamente un importante concerto alla Sala Grande della Philarmonija di Kiev in Ucraina, seguito da un seminario presso il Conservatorio Pyotr Ilyich Tchaikovsky. A gennaio 2012 è invitato dagli Amici della Musica di Trapani per un concerto che sancisce i cinquant’anni della sua attività concertistica. La complessa attività artistica di Salvatore di Gesualdo ha trovato spazio in ben dieci tesi di laurea.

[828] 20/03/2016
Elena Pierattini (1991)
Una voce narrante in concerto

Elena Pierattini (Scandicci, 1991). Vive a Scandicci. Diplomata al liceo linguistico internazionale Capponi. Laureata in storia all’Università di Firenze e laureanda in scienze storiche all’Università di Bologna. Al termine degli studi al liceo entra a far parte della realtà culturale e teatrale de La Compagnia dei Nove con la quale ha recitato in produzioni quali Chiaro di luna, Medea, Sogno di una notte di mezz’estate, Mi chiamo… ( tratto da Alice nel paese delle meraviglie)– regia di Marco Guglielminetti e Serenella Izzo; e della nuova compagnia Sereserà con la quale è ora in produzione Pettegolezzi (tratto da Rumors di Neil Simons) –regia di Marco Guglielminetti. Svolge attività di animatrice per bambini con eventi quali lettura di fiabe animate, giochi e attività ludiche in strutture come biblioteche, oratori e scuole elementari. Ha partecipato a progetti di cortometraggi. Ha preso parte come ruolo minore nel documentario francese Le vertige di Stendhal di Alexis Taillant. Sta attualmente seguendo un corso di doppiaggio.

[828] 20/03/2016
Luigi Baldini (1931)
Un poeta prima del concerto

Luigi Baldini (Firenze, 10 maggio 1931). Dal 1967 vive a Scandicci. Perito industriale. Sottotenente istruttore alla scuola di artiglieria di Bracciano. Dirigente, direttore di stabilimento nei settori di porcellana, laterizi e cotto fiorentino. Non si definisce poeta. Ama scrivere a suo uso personale. Tuttavia ha pubblicato, con le illustrazioni del pittore Guy Karloff, un libretto dal titolo “Vapori e nuvole”. Ha partecipato al Premio Casentino di Poppi conseguendo un quinto premio e la segnalazione della giuria. È stato Presidente del Centro dell'Arte Vito Fazzi dal 1991 al 2000. È presidente del circolo Arci delle Bagnesi.

[826] 13/03/2016
Marco Gamannossi
Abbazia di San Salvatore a Settimo: Cripta ad oratorio (anni '20-'30 dell'XI secolo)

La cripta di Settimo è, come frequentemente accade, il cuore più antico della chiesa abbaziale. Una struttura composta da tre vani, di cui quello centrale è a sua volta suddiviso in tre piccole navate grazie alla presenza di quattro colonne. L'apparente rozzezza e semplicità dei rilievi scultorei dei capitelli che spesso riscontriamo in questa tipologia di cripte – definite "ad oratorio" – hanno indotto alcuni storici dell'arte a retrodatare eccessivamente – all'epoca addirittura longobarda – la costruzione di tali locali, mentre sono tutti da collocare, Settimo inclusa, all'XI secolo. Nel caso della nostra Badia, la cripta può essere datata agli anni '20-'30 dell'XI secolo, se rapportata ad altri esempi toscani di cui conosciamo la data di consacrazione: la cattedrale di San Romolo a Fiesole (con cripta del 1028), l'abbazia di San Godenzo (1029), di Elmi (1034), di San Salvatore sull'Amiata (1036). Le quattro colonne presenti alla Badia a Settimo sono coronate da capitelli decorati da borchiette rotondeggianti e "alette"; in origine esse erano intonacate e dipinte a finto marmo, come dimostra il frammento della prima colonna di sinistra.

Tale tipologia trae ispirazione, a proposito di orizzonti internazionali di Settimo, da un'architettura lontana, sia sotto il profilo geografico che religioso: quella islamica, con particolare riferimento alla Spagna dei tempi del Califfato. Se prendiamo come punto di riferimento la moschea di Toledo, oggi chiesa di Cristo de la Luz, edificata nel X secolo, le somiglianze sono davvero impressionanti: una foresta di piccole colonnette che scandiscono fittamente lo spazio, con corredi scultorei semplici e geometrici. Le nicchie che scandiscono tutto il corso delle pareti, trovano elemento di relazione con con edifici sacri tedeschi, come a Ratisbona, Werden e Helmstedt.

A Badia a Settimo l'ambiente è reso ancor più magico dalla presenza di alcuni fori sulle volte con profondità variabile tra i 28 e i 30 centimetri. La funzione di questi elementi non è utile né per la statica, né per l'areazione. Sono fori acustici collocati in maniera tutt'altro che casuale al cui interno furono inserite delle anfore rivolte a testa all'ingiù e che consentono una perfetta propagazione del suono e del canto, senza traccia di rimbombo. Questa antica sapienza la ritroviamo in Francia nella chiesa di San Benigno a Digione, nella cattedrale di Amiens, nell'abbazia di Vezelay e a Cluny.

[826] 13/03/2016
Marco Gamannossi
Abbazia di San Salvatore a Settimo: Facciata (metà XI secolo con rosone gotico e portali barocchi) e campanile (dalla metà del XI secolo al 1370)

Il respiro europeo dell'abbazia di Settimo è sancito, prima ancora che dalle testimonianze artistiche ed architettoniche, da un documento del 998. Tale pergamena, conservata all'Archivio di Stato di Firenze, pur non citando ancora l'edificio come monastero ma come "semplice" chiesa, ha come protagonista l'imperatore Ottone III che ne sottolinea la sua personale protezione oltre a confermare a Settimo i beni che già deteneva. Un secondo documento datato 1015, in cui inequivocabilmente San Salvatore viene descritta come abbazia, fu redatto per volontà dell'imperatore Enrico II. Del resto questo rapporto di scala continentale, unito ad un assoluto protagonismo religioso e politico nei confronti della città di Firenze, risiede anche nel "curriculum" della famiglia che fondò il cenobio: i conti Cadolingi, vero e proprio pezzo di classe dirigente toscana, contraddistinta da forti legami con l'Impero. Infatti – nonostante i Cadolingi avessero tentato più volte in seguito di rendersi autonomi – il titolo di "conte" nel X e nell'XI secolo non era ereditario come lo conosciamo oggi, ma una nomina imperiale. Un titolo a cui corrispondeva una responsabilità di governo in nome dell'Imperatore in persona e che poteva essere anche revocato dallo stesso.

I rapporti col cuore dell'Europa, proseguiti nei secoli successivi con la presenza dei Cistercensi, sono testimoniati lampantemente anche dalla presenza di due busti reliquiari, oggi custoditi nel refettorio dell'abate, legati al culto di Sant'Orsola e del suo seguito composto – secondo la tradizione – da 11.000 vergini martirizzate a Colonia. Uno dei due busti, databile alla prima metà del XIV secolo, proviene direttamente dalla Camera d'Oro della città tedesca.

A proposito di mondo germanico, esso costituisce una delle principali motivazioni che giustificano la costruzione del campanile, caratterizzato da una forma particolare ed insolita: un fusto cilindrico, ritmato da lesene, su cui si imposta un prisma esagonale. Questi due primi livelli, partendo dal basso, furono edificati in pietra alla metà dell'XI secolo. Il terzo e il quarto livello appartengono invece ad epoche successive (rispettivamente alla seconda metà del XII secolo e al 1370). La torre non è più quella originaria, perché minata dai tedeschi in ritirata durante il secondo conflitto bellico nel 1944, ma fortunamenta fu ricostruita fedelmente. Questa sua conformazione evidenzia rapporti con Ravenna, dove spesse riscontriamo campanili cilindrici (Sant'Apollinare in Classe, la basilica Ursiana, Sant'Apollinare Nuovo, Sant'Agata Maggiore, giusto per citare gli esempi più famosi). Ravenna irraggiò il suo stile molto lontano, nel cuore dell'Europa. Per questa ragione anche in Germania troviamo campanili ispirati alla città romagnola che prevedono, come alla Badia, l'alternanza di cilidro ed esagono: ad esempio sono così caratterizzate le torri campanarie della basilica di San Pantaleone a Colonia (990-1000 circa) e dell'abbaziale di San Michele ad Hildesheim (1010-1033).

[825] 06/03/2016
Associazione Scuola del Fiume C.S.W.I. a.s.d (1977)
Performer: Rosanna Bruno

Prima scuola di Wushu in Europa dal 1977, la Scuola del Fiume CSWI è un'associazione senza scopo di lucro legalmente riconosciuta e a.s.d. (associazione sportiva dilettantistica) Fortemente radicata nel territorio scandiccese, è una scuola di arti marziali cinesi dove si praticano le molte discipline che compongono il wushu, dai 4 ai 90 anni di età. Oltre che praticare le arti marziali cinesi, dal wushu moderno al kung fu tradizionale, dal qigong al taijiquan, dal combattimento alle ginnastiche cinesi per la salute e al Giocowushu, nella Scuola ci si approccia alla cultura e al folklore della Cina. Affliliata allo CSEN, i suoi atleti gareggiano anche nella FIWuK, Federazione Italiana Wushu Kung fu del CONI. Il suo ampio corpo insegnante si aggiorna costantemente e si avvale della consulenza di una pedagogista, offrendo un insegnamento di alta qualità. Il sito: www.scuoladelfiume.it

Dichiarazione di missione

La Scuola del Fiume – Centro Studi Wushu Italiano è un’associazione senza scopo di lucro che, come da statuto, si occupa della divulgazione e dell’insegnamento del wushu e delle discipline derivate.

Segue come principio fondamentale il rispetto di sè, degli altri e dell’ambiente sulla base del concetto che ogni individuo è un’entità formata da una componente fisica, psichica e relazionale considerata come un’insieme di equilibri vitali che garantiscono una vita di salute appagamento e benessere.

Per questo il wushu, il cui patrimonio origina dalla filosofia e dalla medicina tradizionale cinese, rappresenta uno strumento efficace e completo che si è evoluto nella Scuola secondo le esigenze dei tempi e del luogo, attraverso un continuo lavoro di studio e ricerca ha dato come risultato un metodo nuovo pur mantenendo i valori tradizionali.

Tale metodo si avvale di esercizi e tecniche per lo sviluppo della percezione, del riconoscimento e controllo della persona aumentandone la consapevolezza, ed è finalizzata quindi al miglioramento della qualità della vita di tutte le persone.

[825] 06/03/2016
Maria Angela Rossi (1960)
Un poeta prima del concerto

Maria Angela Rossi (Firenze, 8 gennaio 1960). Dal 1990 vive a Scandicci. Laureata in Pedagogia e in Psicologia, lavora in un nido d'infanzia comunale come educatrice e con associazioni sportive come formatrice. Da venticinque anni pratica e insegna il “ aijiquan", arte marziale cinese detta anche "Poesia in movimento", presso una storica associazione di Scandicci. Si occupa di alcuni aspetti inerenti alla cultura cinese. Vincitrice del concorso di poesia Visiolemma b-07 di Lietocolle Editore, 2007 - Vincitrice del concorso di poesia Autori alla ribalta, Bergamo, 2007 - Menzione d'onore al concorso l'Arcobaleno della Vita, Lendinara, 2007 - Premio Speciale di poesia MPV Mons Aureus, Montelepre, 2007 - Vincitrice del concorso Sabinae, spazi della creazione, Cantalupo S, 2008 - Premio speciale della giuria dei bambini, Favolando, Milano, 2008 - Menzione d'onore per la poesia al premio I Dioscuri, Barcellona P.G., 2011 - Segnalazione al Premio Letterario Ibiskos, Empoli, 2012 - Vincitrice sez. silloge poetica del Premio Scriviamo Insieme, Roma, 2014 - III posto al concorso Parole e immagini, Mellana di Boves, 2014 - III posto per la sez. silloge poetica al concorso Montefiore, 2014 - Menzione per la sezione opera edita al Premio Lorenzo Montano, Verona, 2015. Nel 2008: sono usciti: per Studio64, la raccolta di poesie Uomini al lavoro_Men at work - per Sabinae Ed. la raccolta di poesie Chanson d’ - per Mauro Pagliai il libro di racconti Teoria e tecnica della pappa col pomodoro - per l'Associazione Culturale F.A.T.E. l’audiolibro Clouds between us, AA.VV. Nel 2014: ha partecipato all'antologia “Sotto il cielo di Lampedusa” di Rayuela Ed, prefazione di Erri de Luca - Ha performato il poemetto in versi liberi “E l’arpa in spalla”, sui musici migranti, a Sovigliana (Centro Formazione Musicale), Milano (Salvi Show Room e Cooperativa la Liberazione) e Spezia (Rassegna Ethnografica), in una lezione spettacolo di arpa a movimento semplice. Nel 2015 sono usciti: per Ed Simple la raccolta di poesie Uomini al lavoro, II edizione ampliata e rivista - per Ed. Montag il monologo poetico Ormonica contata - Suoi testi di poesia civile si possono trovare in rete su Sagarana (Rivista di Julio Monteiro Martins), e su La macchina Sognante, in seguito alla mia esperienza con il movimento 1000TPC Thousand Poets for Change. - Altri testi sono visionabili sulle pagine facebook degli ultimi due libri usciti.

[824] 06/03/2016
Antonia del Sambro (1968)
Uno scrittore prima del concerto

Antonia del Sambro (San Severo FG, 21 Agosto 1968). Ha vissuto a Scandicci dal 1998 al 2010, attualmente vive a Pisa. È giornalista iscritta all’Ordine, critica letteraria e redattore editoriale. Laureata presso l’Università degli Studi di Firenze in Lettere moderne, con una tesi in Storia e critica del Cinema, da anni collabora con giornali e riviste nazionali scrivendo di arte, cultura, cinema, teatro e recensendo libri e autori. Nel 2008 ha fondato a Firenze l’agenzia letteraria Aemme, facendo pubblicare soprattutto autori giovani ed esordienti. A Scandicci ha partecipato attivamente al gruppo “Il luogo, la poesia”, organizzando molte iniziative inerenti alle varie espressioni artistiche. Dal 2000 è anche membro fisso di Premi letterari nazionali. Dal 2013 ha creato e realizzato il Progetto Spagna, con cui fa partecipare autori italiani ai più prestigiosi concorsi letterari iberici e fa pubblicare opere italiane in Spagna e Sudamerica. Bordertown è il suo primo romanzo.

[823] 28/02/2016
Manuela Minacci (1944)
Un poeta prima del concerto

Manuela Minacci (Pari GR, 30 Luglio 1944). Vive a Scandicci. Si è dedicata, fin da giovanissima alla pittura e alla poesia, con riconoscimenti anche nazionali. Si è laureata e ha vissuto a Milano fino agli anni ’80, partecipando attivamente a Gruppi letterari, filosofici e grafico-pittorici, con pubblicazioni e Mostre. Trasferitasi a Firenze, ha insegnato all’Istituto Statale d’Arte e negli anni ’90 ha approfondito lo studio della Teologia e della simbologia delle Icone, che l’ha condotta all’approfondimento verso il prezioso sapere spirituale sia dell’Occidente che dell’Oriente. I suoi cataloghi sono stati presentati da critici e storici dell’arte: Don Giuseppe Billi, Duccia Camiciotti, Roberto Cellini, Amalia Ciardi Dupré, Cecilia Filippini, Anna Maria Guidi, Anna Maria Masieri, Mila Mastrorocco, Tommaso Paloscia, Susan Scott, Paola Torrini, ed altri.

La critica ha apprezzato soprattutto il suo tentativo di attualizzare i segni del sacro attraverso un’indagine spirituale ed ontologica, che sfocia nella ricerca metafisica. Come evidenzia la critica d’arte Mila Mastrorocco, “… nelle sue opere si avverte l’attesa costante di un’idea rivelatrice, conseguenza di un atteggiamento di ascolto illuminante…“

“L’autrice sceglie i percorsi che, nel labirinto dell’esistenza, portano al centro del Mistero e per superare la lacerante separazione fra due mondi, quello visibile e quello invisibile, usa simboli archetipi, con la loro forza evocativa, in una narrazione che tende a divenire sempre più rarefatta ed allusiva.”(Tommaso Caloscia)

“… Manuela avverte la necessità di annodare la sacralità al quotidiano e per questo attinge alle proprie origini: i suoi monti, fiumi, boschi e mari trasfigurati riconducono ai monti, ai fiumi, ai boschi e ai mari della sua amata, selvaggia e amara Maremma, mai realmente abbandonata, con i valori di solidarietà, tenacia e speranza, che da microcosmo sfuma in macrocosmo.” (Paola Torrini)

[822] 21/02/2016
Vinicio Berti (1921 – 1991)
Omaggio al pittore Vinicio Berti

Vinicio Berti (Casellina e Torri, oggi Scandicci 11 Giugno 1921 - Firenze 18 Settembre 1991) è stato uno dei principali esponenti dell’astrattismo nel panorama italiano. Esordì nei primi anni Quaranta con opere di carattere realista-espressionista, che nel loro accostarsi al mondo popolare e alla drammatica realtà della guerra esprimevano una categorica rottura nei confronti della tradizione pittorica fiorentina, specie post-rosaiana. Berti approdò alla pittura astratta nel 1947, dopo un primo periodo di rilettura del cubismo e del futurismo (1945/1947), e proseguì sulla strada delle avanguardie storiche (in particolare seguendo la linea di Mondrian, Malevic, Magnelli) inserendosi aitante nel generale rinnovamento della cultura artistica europea. Il percorso artistico intrapreso insieme con altri pittori toscani, a lui vicini per idee e convinzioni estetiche, giunse così alla formulazione di quella che egli chiamò “una nuova classicità”: l'opposizione convinta a tutte le tradizioni classicheggianti ancora presenti nell’arte contemporanea. Composizione verticale e Simbolo furono le opere più rappresentative di questa stagione di vigoroso fermento antagonista. Insieme a Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti fondò il gruppo di ”Astrattismo classico”, che ebbe tuttavia una breve e discussa esperienza, conclusa nel 1950 con la redazione di un Manifesto che fissa le posizioni estetico-culturali. Sul piano della sperimentazione personale, alla rigorosa impostazione geometrica classica espressa negli ultimi anni Quaranta, che si riverbera ancora in opere più mature come il ciclo delle Cittadelle ostili (1955-56), segue un fase che lo stesso Berti definisce di Espansione dell’astrattismo classico (1951-55), caratterizzata da una grafia più libera e da una maggiore evidenza di collegamenti tra linee e piani di colore. Dopo l'Omaggio a Einstein, in quella sorta di viaggio nel relativismo spazio-temporale, l'artista giunge con i cicli delle Brecce nel tempo ('55-'58) e dell'Avventuroso Astrale ('59-'60) a soluzioni ispirate dalle coeve imprese spaziali. Il 1963 è invece l'anno del premio Fiorino, ottenuto con l'opera Utopia del tempo H3, nella quale Berti racchiude la concezione dell'uomo consapevole delle sue immense capacità espressive. Dal 1966 il lavoro incessante prosegue con Cittadelle di resistenza, Partenza zero, Geometria volumetrica e Realtà antagonista, sino alle opere intitolate Dal basso in alto (1981), preludio alle più recenti Visioni verso l’alto, che rappresentano la fase estrema dello sviluppo astrattivo classico nel confronto con il divenire della realtà contemporanea. Nel 2000 il Centro d’arte Spaziotempo gli dedica la retrospettiva Dipinti e disegni 1940/1991 corredata da una monografia edita da Giunti. Il 2003 lo vede protagonista di altre due importanti mostre antologiche a Firenze – Sala d’Armi di Palazzo Vecchio – e a Milano – Museo della Permanente, Pittura totale 1940-1991. A novembre 2011 una nuova mostra dedicata al ciclo Guardare in alto lo vedrà protagonista alla Galleria Frittelli arte contemporanea. (Frittelli Arte Contemporanea)

Pittore contro, Berti, lungo tutta la propria vicenda quarantennale, pittore resistente, resistenziale anzi, antagonistico, insubordinato, insubordinabile, popolarmente vigile, e passionalmente contestatorio. Capace tuttavia anche di riflettere criticamente sulla dimensione utopica nella quale la sua fiducia politica di risarcimento comunque si fondava. Autenticamente contro perché motivato nel profondo da tale passionalità, ma autentico anche perché interamente operante la propria contrapposizione in termini di linguaggio della pittura.

Se la collocazione storica dell'attività di Berti si pone dapprima in una dialettica interna al “concretismo” italiano del secondo dopoguerra (in termini di vocazione alla materialità contro ogni idealizzazione), quando riteneva di poter affermare la necessità d'una ricerca avanzata corrispondente ad una visione politica innovativa (facendo propria la lezione dei “costruttivisti” russi); e poi si afferma nei termini d'un figurare emblematico sempre più teso in una frontale contrapposizione ad ogni ottimismo opportunistico e di trasgressione sociale; la ragione della sua forza e della sua originalità consiste infatti nell'aver realizzato il proprio “essere contro”, il proprio esistere, antagonistico, sempre e soltanto attraverso mezzi di pittura, come dunque articolazione propositiva fortemente impressiva di segni, forme, colori, personalissimamente determinati. Nella sua fervida immaginazione, testimone profondo del disagio dei tempi.

Enrico Crispolti, Berti, un resistente, antagonistico. Testo inserito in Vinicio Berti. Dipinti e disegni 1940/1991, Giunti editore, Firenze, 2000

Un meritato tributo. Ricordo che quando Vinicio Berti insegnava all’Accademia di Belle Arti di Firenze, molti di noi studenti, terminata la lezione, lo seguivamo per le vie del centro per cogliere le sue riflessioni di vita e sull’arte. Prima ancora di essere un grande pittore era un vero Artista. Nelle nostre discussioni in movimento, poneva quesiti e temi di riflessione che allora ci facevano riflettere molto e ancora oggi mi risultano attuali. Ci ha trasmesso quella libertà interiore che sa riconoscere solo chi la possiede, e non mi pare poco. Grazie Vinicio

Vincenzo Zappia

[822] 21/02/2016
Corrado Marsan
Uno "storico e critico dell'arte" prima del concerto

Corrado Marsan è nato ad Ancona il 20 dicembre 1942. Vive ed opera tra Firenze, Milano e Bari.

Critico e storico dell'arte, direttore editoriale (De Tullio e Associati, Milano; Edizioni del "Premio di Poesia Pandolfo", Padova-Firenze; Edizioni della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Noicàttaro, Bari), giornalista e conferenziere, è stato ed è consulente, per le Arti Visive, di vari Assessorati alla Cultura ed Enti Pubblici (Milano, Trieste, La Spezia, Massa, Perugia, Lanciano, Città di Castello, Mola di Bari, Rocca San Giovanni, Azienda Autonoma di Turismo di Firenze, Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Fiesole, Teatro della Pergola di Firenze, Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano).

È Conservatore della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Noicàttaro (Bari) e coordinatore dei Comitati scientifici della Raccolta Permanente d'Arte Contemporanea del Comune di Rocca San Giovanni (Chieti) e della costituenda Pinacoteca Civica di Scarperia. È Presidente onorario dell'Associazione "Lanciano Arte" e vicepresidente del "Premio di Poesia Pandolfo". È stato Consigliere d'amministrazione del Teatro Regionale Toscano, Direttore artistico del Centro Arti Visive "Modigliani" di Scandicci e, per dodici anni, Consigliere del Comitato fiorentino della "Società Dante Alighieri" (dove, fra l'altro, ha tenuto i corsi "Raccontare l'arte"). Ha fondato e diretto la Sezione sperimentale dell'Accademia d'arte "Dino Scalabrino" di Montecatini Terme (1968-1975), la Raccolta d'arte della "Casa di Conversazione" di Lanciano (1999-2002) e la collana di poesia d'avanguardia "I Quaderni del Proconsolo", Firenze (1963-1977). Tiene seminari di Storia dell'Arte per conto di Assessorati, Istituzioni e Associazioni culturali in Italia e all'estero. Ha ideato e condotto numerose trasmissioni, dedicate alle arti visive, per le emittenti "Tele 37", "Canale 6" e "Canale 10".

Ha collaborato e collabora a varie riviste di cultura (di alcune delle quali è stato ed è anche redattore o consulente di redazione): «La Fiera Letteraria», «Sipario», «Letteratura», «Civiltà delle Macchine», «Uomini e Libri», «Le Arti», «Carte Segrete», «Cenobio», «Arte Oggi», «Il Margutta», «Il Giornale della Permanente», «Uomini e Idee», «D'Ars Agency», «Stazione di Posta», «Il Ponte», «Città di Vita», «Erba d'Arno», «Il Fuoco». Ha lungamente collaborato, in qualità di critico d'arte, ai quotidiani «Corriere di Sicilia» di Catania, «Il Lavoro» di Genova, «Il Corriere del Giorno» di Taranto, «La Giustizia» di Roma e, per dieci anni (1965-1975), alle pagine fiorentine del «Giornale d'Italia», a «Nazione Sera» e alla «Nazione» di Firenze.

Ha fatto parte del "Gruppo 70" di Firenze e del Gruppo "Arte Genetica" di Lecce. Ha collaborato, dal 1965 al 1974, con le gallerie "Numero" di Fiamma Vigo e "Il Fiore" di Corrado Del Conte. È stato direttore artistico o consulente delle gallerie "Jacopo della Quercia" di Siena [la sua attività alla guida della storica galleria senese - per la quale, dal febbraio 1969 al maggio 1973, ha curato diciotto mostre con i relativi cataloghi - è ben documentata nella tesi di laurea La galleria Jacopo della Quercia di Siena. 1968-1975 di Sara Paradisi (Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia, Anno Accademico 2000-2001. Relatore: Enrico Crispolti)], "Peccolo" di Livorno, "Palazzo Vecchio" di Firenze, "Il Pozzo" di Città di Castello, "Contemporarte" di Calenzano, "Minotauro" de La Spezia, "Canova" di Roma, "Poggiali e Forconi" di Firenze, "La Bottega delle Arti" di Mola di Bari, della Biblioteca Comunale di Borgo San Lorenzo e della Biblioteca Comunale di Scarperia.

Ha curato, per conto dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Fiesole (1985-1990), un ciclo di mostre dedicate ai protagonisti del "Novecento Toscano" e, per l'Unione Fiorentina, alcuni cataloghi della "Biennale Internazionale d'Arte Premio del Fiorino" e della "Biennale Internazionale della Grafica", ricoprendo, nel contempo, anche gli incarichi di Commissario alle mostre storiche e di Capo ufficio stampa. Dirige l'Archivio storico del "Novecento Toscano", Milano-Firenze, il Centro di Documentazione per le Arti Visive della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Noicàttaro (Bari) e le manifestazioni collaterali del "Premio di poesia Pandolfo", Padova-Firenze.

Pubblicazioni

MONOGRAFIE E CATALOGHI

Il Gruppo 70, Edizioni Gruppo 70, Firenze 1966 - Il simbolismo di Alberto Martini, Edizioni d'Arte Santacroce, Firenze 1967 - Ernesto Treccani, Edizioni Galleria Contemporarte, Firenze 1967 - Trenta disegni di Ottone Rosai, Edizioni Jacopo della Quercia, Siena 1969 - Primo Conti, Edizioni Jacopo della Quercia, Siena 1969 - La linea umbra, Edizioni Jacopo della Quercia, Siena 1969 - Gerardo Dottori. Dodici litografie, Edizioni AL 2, Roma 1969 - Giovanni Korompay, Edizioni Galleria Peccolo, Livorno 1969.

[821] 14/02/2016
Giuseppe Compagnoni (1936)
Un pittore prima del concerto

Giuseppe Compagnoni (Firenze, febbraio 1936). Da oltre 40 anni vive a Scandicci. Ha cominciato a dipingere in giovane età, quando frequentava la scuola media, sollecitato e incoraggiato dal professore di disegno che aveva riconosciuto in lui un talento per le discipline artistiche in particolare nel disegno e nella pittura. Nel corso degli anni ha coltivato la sua grande passione per la pittura, alternando periodi di intensa attività a periodi di pausa riflessiva. Ha partecipato a numerosissime mostre sia collettive che personali in varie località della Toscana ottenendo sempre riconoscimenti molto positivi per il suo operato e critiche lusinghiere. Alcune sue opere si trovano in collezioni private a Firenze, Roma, Parigi e New York.

Giuseppe Compagnoni, dipinge da quarantacinque anni vari soggetti della vita quotidiana; fotografando il soggetto scelto. Tutta la sua arte è influenzata dalla fotografia, che lui usa come ausilio per produrre i suoi lavori e per cogliere meglio quel preciso attimo. Le sue opere sono state prodotte in massima parte in pittura ad olio, usando i colori pastosi che producono effetto a rilievo, e con alcune velature per creare trasparenze; si è cimentato anche nell’uso della tecnica ad acquerello e nella grafica ottenendo risultati ragguardevoli. I suoi acquerelli accesi dalla scelta della tavolozza esprimono un tono drammatico anche grazie alla caratteristica dell’uso di una luce abbagliante, dando l’impressione che il colore possa esplodere in un incendio nostalgico; nonostante il risultato dell’acquarello sia di per sé delicato.

Compagnoni è un pittore che si è cimentato in soggetti classici come i paesaggi, raffiguranti le vedute delle colline (Monte Oliveto, il Boschetto ecc.) e stradine fiorentine, rievocando quella Firenze oramai scomparsa. Nelle nature morte il tratto è morbido e levigato. In alcuni dipinti emerge un sapore astratto, come nelle “Quattro Stagioni”, ossia esplosioni di colore descritto con gioia creativa in un’atmosfera sospesa.

Leonardo Colicigno Tarquini

[820] 07/02/2016
Leonardo Fricelli (1957)
Mostra fotografica

Leonardo Fricelli (Firenze, 12 Febbraio 1957). Documenta con le sue foto, da 15 anni, i concerti del Centro dell'Arte Vito Frazzi. Ha iniziato la sua attività di fotografo nel 1974, “scattando” foto per alcuni amici nelle cerimonie civili e religiose. Ha collaborato con il fotografo Rosy Piero ed alcune delle sue opere sono apparse su quotidiani, settimanali, riviste e copertine di CD. Ha partecipato a vari concorsi fotografici con lusinghieri riconoscimenti e recentemente gli è stata assegnata una Targa premio dall’organizzazione del Concorso Regionale di Miss Italia per l’Emilia Romagna, in riconoscimento della sua opera svolta quale fotografo nel corso delle selezioni di Miss Italia (sia Emilia Romagna e la Toscana). Leonardo Fricelli collabora con il mensile “Toscana Tascabile” ed è il fotografo ufficiale della Stagione Artistica de “I concerti della Città di Scandicci”. Fricelli ha tenuto 25 mostre in varie località italiane, tra cui si segnalano le Mostre presso l’Hotel Riviera di Misano Adriatico, nella Sala Consiliare del Comune di Scandicci così come nella Palazzina Direzionale sempre a Scandicci. Ha esposto in mostre personali nel Salone Sant’Antonino a Bellariva, nel Salone Don Bosco e nella Chiesa del Corpus Domini di Firenze.

[820] 07/02/2016
Duccio Corsini (1973)
Un poeta prima del concerto

Duccio Corsini (Firenze, 13 Marzo 1973). Vive a Scandicci. È laureato in Scienze Politiche presso la facoltà “Cesare Alfieri” di Firenze. Ha pubblicato “Il sole nel silenzio” (Polistampa, aprile 2012), che è arrivato 3° al “Premio letterario internazionale Lilly Brogi La Pergola arte” di Firenze, V edizione 2012; “La terrazza sul lungofiume” (Bastogi Libri, giugno 2013), che è arrivato 2° alla XVIII edizione del “Premio letterario internazionale MICHELANGELO“ (Ovada, AL); “Il vento dell’anima” (Ibiskos Ulivieri, marzo 2014) che è arrivato 3° al 10° premio internazionale di poesia “Danilo Masini” (Montevarchi) e finalista al 10° concorso internazionale “Autori per l’Europa 2013” ed è stato presente ai saloni del libro di Torino e di Londra nelle edizioni del 2014; “Allo specchio nel mare della vita” (Bastogi Libri, marzo 2015) che è arrivato 1° al “Concorso internazionale di poesia Lions Club Cortona Clorito Clanis” III edizione anno 2014-2015. Ha partecipato anche a 3 concorsi di poesia inedita in ognuno dei quali è stato premiato. Dal luglio 2014 è il segretario della Camerata dei Poeti di Firenze.

È recensito sul numero 54/53 nuova serie di “LUNARIONUOVO” da Stefano Lanuzza, sul numero 17 dell’anno 9 di “Fronesis” da Massimo Seriacopi, su www.literary.com da Roberta Degl’Innocenti, e sul numero 47 di “Gradiva” da Annalisa Macchia. Ed è presente nelle antologie poetiche “I poeti contemporanei e la critica, volume II” (Bastogi, giugno 2012), “Voci fiorentine” (Ibiskos Ulivieri, ottobre 2013) e “Letteratura italiana - Poeti e narratori italiani” (Bastogi Libri, febbraio 2015)

[819] 31/01/2016
Francesco Forconi (1985)
Un pittore prima del concerto: SKIM

Francesco SKIM Forconi (Firenze, 15 Ottobre1985). Vive a Scandicci. Diplomato in Arte della Grafica Pubblicitaria e Fotografia presso l'Istituto d'Arte di Firenze nel 2006. Diplomato in tecniche di Animazione tradizionali e moderne presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze 2009. PREMIO ACI FIRENZE 2013, premiato da Giuliano Ghelli e Aurelio Stefanini PREMIO MIGLIOR GIOVANE ARTISTA DELLA TOSCANA 2013 toscana TV e PREMIO VERNICE ART FAIR 2014 FORLI' premiato da Vittorio Sgarbi. 2007 - Murales Festival creatività Firenze 2007; Murales Terra Futura 2007; Murales Pitti Immagine; Corto animato per Emergency; Murales stazione rifredi su commissione Trenitalia. 2008 - Vino Vignette e Musica a Bordighera 2008; Corto Animato " Ice banana”; Murales Festival creatività Firenze 2008. 2009 - Murales Festival creatività Firenze 2009. 2010 - Varie apparizioni in televisione con performance di pittura; Murales in teatro per i terremotati di Haiti; Murales per la Notte Bianca a Firenze; Murales per il centro fiorentino per i 150° anni di Italia; Decorazioni in varie scuole elementari fiorentine; Personale al Caffè Principe; Personali d' arte in varie gallerie; Donazione di opere per la ricerca per FIORONE 2010; Personale d'arte presso Confartigianato di Prato. 2011 - Biennale d'arte di Firenze 2011 con Fiorone. 2012 - Mostra dedicata a Coveri a Prato 2012; Personale alle Giubbe Rosse 2012; Marilyn I' arte nel mito, Forlì, Palazzo Albertini Aprile 2012; Collettiva dedicata a Pinocchio, Prato Dicembre 2012. 2013 - Biennale d'arte di Firenze 2013; Opera inserita presso il Museo Opera del Duomo di Prato Festa degli artisti internazionali, Marzo 2013; Collettiva presso ACI Firenze: opera premiata, Aprile 2013; BAU 10; Presso il GAMC Museo di arte moderna di Viareggio, Aprile 2013; Personale Galleria Lato a Prato, Maggio 2013; Dove sta ZA’; Mostra dedicatata a Zavattini Biblioteca Nazionale Firenze, Giugno 2013; Graffito Scuola Rodari Scandicci, Luglio 2013; Donazione di opere per la ricerca per FIORONE 2013; Graffito a New York, presso 5PTZ, Agosto 2013; Graffito asilo Pane e cioccolata con Casa Alessia e Comune Scandicci, Settembre 2013. 2014 - Personale presso Palazzo Malaspina; San Donato in Poggio; Tavarnelle v.d.p., Gennaio 2014 - Premio Miglior Giovane Artista della Toscana 2013 consegnato da Toscana TV; Gennaio 2014; Colletiva mostra Amore, Palazzo Malaspina Febbraio 2014; Premio Arte Fiera Forli consegnato da Vittorio Sgarbi; Biennale Lasciamo il segno a RHO (milano). 2015 - Marilyn Monroe collettiva a Pergine Valsugana (TN); Comics contest street firenze: mr wany e i 7 migliori writers; Street player jam milano san siro graffito ippodromo 2015; Personale Spedale Sant' Antonio Lastra a Signa- Museo Caruso,

Francesco Forconi, in arte “Skim”, usando il colore in maniera energica e seducente, riesce a rendere particolari ed uniche le sue opere; vi inserisce una storia al suo interno ed unisce lo stile grafico alle diverse espressioni artistiche.

Skim analizza tutte le sfaccettature del quotidiano e le traduce in opere d’arte; sia composte sulla tela, che opere d’arte da strada. Anzitutto ci troviamo di fronte ad un giovane che si esprime sia come pittore che come graffitaro e addirittura come fumettista. Dopo aver completato i suoi studi ha viaggiato a lungo, giungendo in città vivaci come New York, entrando in contatto con le opere di Hading. La molteplicità di stili e di tecniche impiegate da Skim è la principale caratteristica che balza all’occhio: dai markers alle bombolette spray, fino ai più tradizionali colori ad acrilico ed olio su tela; dalla pennellata morbida al tratto netto sul colore violento ed uniforme. I personaggi più usati e da lui creati sono un simpatico e vivace funghetto, il moscardino, la meravigliosa Marylin Monroe, Child Zone e la Valigia Blu. Interessanti poi sono i quasi Kaos, ove l’artista incastra tante storie e crea un puzzle di immagini scomposte. E’ un artista colto; in alcune sue opere cita oppure rivisita particolari od intere parti di famosi capolavori dell’Arte mondiale: per esempio nel manichino “Van Gogh” vi ritrovo tutta la biografia del pittore olandese; Skim ha infatti citato i capolavori del maestro, dall’Autoritratto col cappello di paglia alla celeberrima Notte stellata.

Grazie alle sue doti ha ricevuto molti premi, come il premio Arte Fiera consegnato da Vittorio Sgarbi ed esposto le sue opere in varie esposizione; tra le quali una mostra personale a Lastra a Signa.

Leonardo Colicigno Tarquini

[819] 31/01/2016
Leonardo Colicigno Tarquini (1993)
Un "critico d'arte" prima del concerto

Leonardo Colicigno Tarquini (Firenze, 3 novembre 1993). Vive a Scandicci. Diplomato nel 2012 al Liceo Artistico “Leon Battista Alberti”. Laureando in Storia dell’Arte Medioevale all’Università di Firenze. Fa parte dell’Associazione “Young Artist” di Scandicci, associazione che raggruppa tanti giovani artisti sul territorio, e qui ricopre la figura di storico dell’arte. Settimanalmente ricerca e descrive curiosità, beni storici e artistici di Scandicci, che pubblica sulla rubrica intitolata “ Curiosarte”. Molti dei suoi articoli vengono pubblicati anche su giornali e riviste locali e su Facebook. In passato ha collaborato con il “Centro dell'Arte Vito Frazzi” e dal 2016 svolge il ruolo di critico d’arte in riferimento agli artisti invitati.

[818] 24/01/2016
Giuseppe Fricelli (1948)
Un musicista prima del concerto: Monica Infantino presenta il libro di Fricelli "Allegro, Largo, Vivace" (Revery Edizioni)

Giuseppe Fricelli (Figline Valdarno, 09 Luglio 1948). Dal 1997 è nella direzione artistica sezione musicale del centro dell’arte Vito Frazzi di Scandicci. Vive a Firenze. Si è formato al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze diplomandosi con il massimo dei voti sotto la guida di R. Nardi. Ha studiato musica da camera per quattro anni con Franco Rossi, e composizione con Vito Frazzi. Ha suonato, in prima esecuzione assoluta, più di cento composizioni. Vincitore di borse di studio, si è distinto in vari concorsi pianistici e cameristici. Ha tenuto 2000 concerti come solista e come camerista in Italia, Europa, Giappone, Australia, Africa e Medio Oriente. Moltissimi i suoi concerti in duo con i flautisti Mario Ancillotti, Roberto Fabbriciani, Severino Gazzelloni, con il violoncellista Bacchelli, con il violinista Michelucci e con l’attore cantante Alfredo Bianchini. Da ventitre anni svolge intensa attività concertistica in duo pianistico con Giovanni Carmassi. E’ stato invitato a tenere concerti in vari festivals e stagioni concertistiche: Festival dei Due Mondi di Spoleto, Avignone, teatro Valle ed Eliseo di Roma, Teatro della Pergola di Firenze, Teatro Massimo e Biondo di Palermo, Kammeroper di Vienna, National Gallery di Dublino, Accademia di Gerusalemme, filarmonica di Tel Aviv, Ente Arena di Verona, Accademia Chigiana di Siena, Musikhalle di Amburgo, Museo Al Prado e Accademia Reale di Madrid, sale da concerto dei conservatori di musica di: Malaga, Tokyo, Damasco, Tolone, Siviglia, Oslo, Bologna, Milano, Napoli, Firenze, Lubecca, Kiel, Verona, Bolzano, Tromsø, Teatro Manoel di Malta, Innsbruck Octagon Theatre di Perth. Melba Hall di Melbourne, Ateneu du Porto, Museu Machado de Coimbra, Sala Verdi di Milano, Sala del Comune di Bruxelles,Teatro Giordano di Foggia, Auditorium Rai di Torino Ha registrato per varie reti televisive e radiofoniche: NRK (Norvegia), BBC, Melba RAI, Radio Vaticana, Radio Giappone, Spagnola, Egiziana, Greca, Maltese, Svedese, Olandese, Belga, Australiana, Austriaca, Rumena, Siriana,Israeliana, Tele Montecarlo, Capodistria,RAI Radiotelevisione Italiana. Ha inciso vari dischi e curate molte pubblicazioni musicali per la Carisch, la Berben, la Pizzicato, la Cecchini, l’Eridania, la Ciliegia, il Chiostro. Ha scritto musiche di scena per varie commedie e brani pianistici. Più volte membro di commissioni in concorsi nazionali pianistici, ha inoltre scritto saggi pubblicati su riviste, quotidiani e libri. Molte composizioni a lui dedicate da musicisti quali: Margola, Chailly, Rigacci, Cardini, Grego, Calligaris, Cioci, Abbado, Casagrande, Anzaghi, Adorno, Zangelmi, Mascagni, Spezzaferri, Scattolin, Rossi, Fellegara, Ramous, Valdambrini, Fabbriciani, Zanon, Da Ros, Miari, Anastasi, Riccardi. Già docente di pianoforte principale presso il conservatorio di Bolzano, Verona, Bologna. Insegna oggi presso il conservatorio di Firenze, e da tempo cura mostre di grafica, abbinate a suoi recitals, dei Maestri Pietro Annigoni e Primo Conti di cui fu amico. Da anni tiene corsi di perfezionamento e masterclass presso l’Accademia Musicale di Firenze. Ha tenuto masterclass presso the School of Music of the Victorian College of the Arts of the University of Melbourne. Ha collaborato in veste di pianista e compositore in vari spettacoli e commedie con registi quali: Tatiana Pavlova,Umberto Benedetto,Paolo Poli,Alfredo Bianchini,Cosimo Fricelli e con attori come Andreina Pagnani, Turi Ferro, Ave Ninchi, Paolo Pieri, Annamaria Sanetti, Saverio Marconi, ecc. Oltre centocinquanta i recitals da lui tenuti in molte città europee con la spinetta.Una pubblicazione dal titolo La Spinetta edita dalla Carisch e curata dallo stesso raccoglie molte composizioni scritte da validi Autori contemporanei a lui dedicate. Ha inciso vari Dischi e CD ed ha vinto il primo premio assoluto al VII° Concorso di Composizione Pianistica “Città di Savona 2006”.Attualmente è direttore artistico del concorso nazionale “Vito Frazzi” di pianoforte, del concorso musicale “Città di Bardolino”, del concorso per autori di teatro “Sarah Ferrati”, del concorso di pittura “Primo Conti” di Firenze. Tiene corsi estivi di perfezionamento a Norcia e ad Abbadia San Salvatore, è creatore e direttore artistico dei premi Spezzaferri di Verona e Rinaldo Rossi di Mantova e del Concorso Pianistico nazionale “Val di sole”.

[817] 19/12/2015
Gennaro Oriolo (1942 – 2014)
Omaggio al poeta

Gennaro Oriolo, poeta, uomo politico e di cultura, professore e preside appassionato. (Crosia 20 Dicembre 1942 - Firenze 24 Agosto 2014). Ha vissuto e scritto a Scandicci. Laureato in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi sullo storico delle religioni rumeno Mircea Eliade, è stato per anni preside e dirigente scolastico. È stato dirigente nazionale dell’Associazione Nazionale Presidi. È stato membro del Consiglio d’amministrazione di Scandicci Cultura dal 2004 al 2006. Fondatore e animatore del Circolo Amici della Pace Mondiale, ha curato innumerevoli incontri sui temi più diversi. In costante dialogo coi giovani, non ha mai smesso di tentare di far incontrare la cultura e le persone, dotato come era della grazia di saper mettere insieme idee e individui. Ha pubblicato tre raccolte poetiche: Meditate fughe e taciti abbandoni (2006), Mute parole e ingannevoli delizie (2010), La smemoria del tempo (2014). Ha curato l’antologia Poesia toscana del ‘900 (2007). Il suo sguardo poetico è introspettivo, rievocativo, ma anche ironico e distaccato.

“Eppure l’uomo delle contraddizioni e della sfida sapeva affiancare al mistico una potente ebbrezza per la vita; ma forse in questo non c’è contraddizione; solo consapevolezza dell’indicibilità del mistero dell’esistenza, di cui bisogna godere fino a che si può. E in questo Gennaro è stato un uomo vorace. Ha goduto, amato, patito, e lo ha fatto con foga, senza risparmiarsi. La sua vita è stata un cantiere aperto di sentimenti, di idee, di suggestioni." (Francesco Maria Tedesco)

“Un operatore di grande cultura e di sapiente mimesi nel quale il divertissement (nel senso del pensiero divergente e della reinvenzione ludica) conduce fino alle radici di un’estrema drammaticità dove finito e infinito, vita e morte, esistere ed essere, tutto e nulla confermano la pienezza di una coscienza alimentatasi al mito mediterraneo di una terra dove un tempo abitarono gli dei e dove ancora è possibile respirarne gli ultimi pollini” (Franco Manescalchi)

“La parola di Oriolo è capace di distendersi dalla colloquialità alla più intensa e sorvegliata stilistica delle emozioni. Riesce facilmente a sostenere un tratteggio di solennità quasi classica, e si abbandona volentieri e con gioia allo scherzo e all’irrisione, riuscendo anche a sorprendere per freschezza retorica quando si trova a tratteggiare il sereno distacco da ogni soverchia quanto inane costruzione del pensiero umano” (Giuseppe Marrani)

“Ci manca già il suo spirito critico e arguto la voce di Gennaro è sempre stata libera e autorevole, mai banale: quella di un uomo di cultura, di un pensatore, con una grande onestà intellettuale e umana accompagnata da un fortissimo senso civico” (Sandro Fallani, Sindaco di Scandicci)

[816] 13/12/2015
Roberta Vezzosi (1959)
Un poeta prima del concerto

Roberta Vezzosi (Firenze, 05 Novembre 1959). Vive a Scandicci. Ha recitato fin dalle elementari… ( è a sette anni, la sua prima canzone, su una macchina da scrivere, rigorosamente"Olivetti") poi su si fino ad arrivare alle più note ribalte fiorentine, infatti è dell'85 la sua prima regia dell'Amleto, interprete Sandro Lombardi dei Magazzini Criminali. Autrice, attrice anche di strada o itineran-barbona, ha scritto due libri di poesie, il primo "Frammenti di specchi taglienti" per il Masso delle fate e il secondo"Il tango del Borneo" della Polistampa. L'ultimo sua fatica è il romanzo "Sole sulla città" storia di donne al tempo della seconda guerra mondiale a Firenze, Maria Pacini Fazzi editore, portato al Teatro-Studio di Scandicci l'anno scorso, insieme ad una compagnia di " sette magifici attori" tutti residenti all' R.S.A. Acciaiolo. E la musica è da sempre parte integrante dei suoi lavori teatrali come ne "La Bambola Birmana" una storia vera sulla violenza alle donne, con un Carlo Monni pazzesco nella parte del marito violento.

[815] 13/12/2015
Fiorella Macchioni (1945)
Un poeta prima del concerto

Fiorella Macchioni (Novara, 29 ottobre 1945). Vive a Scandicci. I suoi primi anni li trascorre ad Omegna sul lago d'Orta in seguito si trasferisce a Torino e dopo il ginnasio, frequenta la scuola d'arte ceramica di quella città si trasferisce a Firenze dove a Porta Romana si diploma maestra d'Arte sotto la guida del Prof, Salvatore Cipolla. In seguito si iscrive all'Accademia di Belle Arti seguendo il corso di pittura del prof Carlo Severa ed Afro Basaldella diplomandosi nel 1969. Nel 1968 inizia a proporsi al pubblico con le prime mostre conseguendo premi e riconoscimenti. Le sue opere fanno parte di collezioni private in Italia, Francia, Stati Uniti. Insegna pittura ad acquerello ed iconografia sacra presso Istituzioni pubbliche e varie Associazioni culturali. Dopo la pittura tradizionale intraprende quella delle icone; le sue opere sono in collezioni private ed in alcune chiese (San Alessandro a Giogoli (Fi), San Salvatore a Corte (Capua) ecc. "Il Volto e l’Anima" (2006) è il suo primo libro di poesia. Pubblica "I miei cinque anelli" nel 2009. Nel 2015 pubblica il romanzo”Il profumo dell’ombra”. Ha ricevuto diversi premi fra cui il “Città di Rufina” nel 2009. Al "Portone” di Pisa è stata premiata nel 2009 per la Silloge, e nel 2010 per la poesia edita con il libro “I miei cinque anelli", premiato anche a Roma in Campidoglio al concorso “Alberoandronico". È presente su riviste ed antologie. Hanno scritto di lei, fra gli altri: Silvio Ramat, Giorgio Barberi Squarotti, Lorenzo Bertolani, Mariella Bettarini, Alberta Bigagli, Paola Lucarini, Giorgio Mozzanti, Anna Maria Guidi, Senzio Mazza, Elvio Natali, Mario Sodi.

[814] 08/12/2015
Adolfo Straziati (1952)
Un fotografo al centro commerciale "La Maschera"

Adolfo Straziati (Firenze, 12 Settembre 1952) fin da ragazzo ha visitato mostre di fotografia di celebri autori e ha proseguito nel suo interesse documentandosi con ricerche sulla storia della fotografia. Inizia a fotografare con il B/N, sviluppa e stampa in proprio nella sua camera oscura. L’attenta ricerca ai particolari nei suoi lavori gli permettono di conseguire numerosi premi nei vari concorsi fotografici Fiaf nazionali; molte immagini sono presenti nei libri annuali Fiaf. Fa parte del foto-club “Il Ponte” dove si perfeziona nelle tecniche fotografiche, sia nel B/N, nella fotografia a colori e con pellicola diapositiva. Ha collaborato alla realizzazione del libro “la ferriera di Torniella”, lavoro fotografico in B/N, seguito dalla mostra personale itinerante a Colori dei "Paesi e paesaggi del grossetano”. Tanti portfolio in suo attivo e numerose immagini sono state selezionate per la realizzazione di "Cartoline", divulgando belle immagini della Toscana. Oggi fotografa utilizzando sia la pellicola che il digitale e i suoi temi preferiti sono il reportage, il paesaggio, lo sport ed il ritratto. Nel 2010 elabora sul web una raccolta di sue immagini fotografiche dal titolo “Benvenuti a Scandicci”, un lavoro dedicato interamente alla sua città di residenza. L’attività più recente riguarda una mostra dal titolo “Immagini di poesie”, nella Galleria la Maschera, al Centro Rogers di Scandicci dove le sue fotografie sono abbinate alle poesie della poetessa Mara Faggioli. A Gennaio 2016 sempre insieme a Mara Faggioli viene inaugurata nel “Bar Marisa” una nuova mostra di Pittura, Fotografia e Poesia.

“… Anche la tecnica fotografica ha subito trasformazioni: il file può essere visionato immediatamente e selezionato tra tantissimi scatti. Adolfo Straziati non sfugge al contemporaneo, con la sua digitale sempre in tasca è un cacciatore di immagini sempre in attenta ricerca e pronto a catturare ciò che lo attrae, vuoi una reiterazione di papaveri, il movimento dell’acqua di una cascata o la bellezza di un solo fiore. …”

Vincenzo Zappia

[813] 06/12/2015
Lucia Visconti (1952)
Un poeta prima del concerto

Lucia Visconti (Abbadia San Salvatore, Siena, 1952). Vive a Firenze. Ha insegnato in diverse scuole di Scandicci. E’ sposata e madre di cinque figli. Laureata in Pedagogia presso il Magistero di Firenze. Ha pubblicato sillogi poetiche: Orme di Signoria, Chirico Editore, Napoli, 2003, prefato da Mario Sodi; Per mano, Edizioni Polistampa, Firenze, 2008, prefato da Carmelo Mezzasalma; Humus CFR ed. 2011; Dietro i vetri in dialetto badengo, stampato in giugno 2008, nella collezione di novecento poesia; sempre in dialetto All’otta mai, ed, La meta Maggio-Giugno 2010 Firenze Con il volto di terra, racconto edito da Cantagalli – Siena nel 2007, prefato da Annalisa Macchia e Plinio Perilli, L’eco Rossa, racconto autobiografico sull’esperienza del cancro, prefato dall’iconografa Fiorella Macchioni, pubblicato nell’ottobre 2008 dalla LILT ( lega italiana contro i tumori) Sezione di Firenze, Diladdarno CRF ed. 20011 racconto lungo in adozione presso due Terze Medie di Scandicci (Fi). “Storia” silloge e.booki in Opera uno. Suoi racconti, poesie e recensioni appaiono in siti on-line (Vico Acitillo 124, Poièin, Poetare, Il portone di Mari, Modulazioni, Novecento poesia, Senecio, Lietocolle…) ed in antologie letterarie - quali il concorso del san Domenichino e del Molinello - e in varie riviste letterarie. Fa parte del Gruppo culturale “La bottega de’ i’ tempu passu” di Abbadia San Salvatore. Di lei hanno scritto: Giorgio Barberi Squarotti, Franco Manescalchi, Mario Sodi, CaterinaTrombetti,Gianmario Lucini, Annalisa Macchia,Massimo Seriacopi, Plinio Perilli, Letizia Lanza (antichista,) Mariagrazia Carraroli, Carmelo Mezzasalma, Alberta Bigagli, Mariella Bettarini, Antonio Spagnuolo), Vittorio Messori, Giulio Panzani Nicla Morletti, Giuliano Ladolfi, Vittoriano Esposito, Pasquale Defelice, Pietro Pancamo.

“Il poeta è cosciente del compito arduo che gli è sta o affidato e lo accoglie non passivamente ma rielaborandolo nel crogiolo del cuore. il dolore... non è mai definitivo.; ogni passo è croce e fiamma... Lucia è la creatura che cammina dolorosamente ma con gli occhi fissi alla luce (il suo stesso nome ne è epifanico segno).” Mario Sodi Dalla Prefazione a "Orme di Signoria”

"... Leggere i versi della Visconti è come sentire una voce sorella con cui con- dividere l’antico male della solitudo. E non è proprio questa valenza a far divenire la pagina luogo vitale di poesia” Franco Maniscalchi. Dalla Prefazione a "Per mano".

[812] 29/11/2015
Mara Faggioli (1950)
Un poeta prima del concerto

Mara Faggioli (Firenze, 1950). Vive a Scandicci. Divide il suo tempo fra poesia, scultura e pittura. Ha pubblicato “Dedicato a Lorenzo” Ed. Helicon, “Piuma Leggera” Ed.Masso delle Fate (Parte del ricavato del libro "Piuma Leggera" è stato devoluto ai Padri Missionari Comboniani per l'Ospedale St. Mary's Maternity di Khartoum - Sudan) e “Dulcamara” Ed. Ibiskos. Ha partecipato al progetto di “Educazione alla lettura ed alla poesia” con gli studenti delle scuole medie. Ha ricevuto numerosi premi, sia per la poesia che per le arti visive, tra cui ricordiamo i più importanti: il “Fiorino d’Oro” per la poesia edita (2004), “Fiorino d’Argento” per la scultura (2007), PREMIO “DONNA CITTA’ di SCANDICCI (2011), il Premio “TOSCANA CULTURA DONNA (2015). Oltre a mostre collettive ha allestito numerose personali. Per sei anni consecutivi ha realizzato il “cardo in argento” per il Concorso “Cardo d’Argento”. Una sua scultura è stata scelta quale simbolo per rappresentare lo “Scudo di San Martino”. Recentemente ha realizzato il Palio di Signa. Sue opere si trovano in collezioni private in Italia, Germania e Canada ed in permanenza presso i Comuni di Firenze, Montelupo F.no, Castel S.Niccolò, Greve in Chianti, Signa, Colonna (Roma), e presso la Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi.

“ … La poetessa Mara Faggioli sceglie consapevolmente la forza delle figure evocate dalle parole, a volte rifuggendo dai paletti delle ferree logiche sintattiche o astruse regole metriche. La natura è armonia e perciò promotrice di suoni e di colori che si traducono, come per magia, nei suoi scritti in sentimenti, in emozioni. “

Vincenzo Zappia

[811] 22/11/2015
Vincenzo Zappia (1951)
Un pittore prima del concerto

Vincenzo Zappia (Reggio Calabria, 15 Maggio 1951). Dal 1986 vive ininterrottamente a Scandicci. Si è trasferito a Firenze nel 1972 dove ha frequentato l’Accademia di belle Arti nella classe di Silvio Loffredo, partecipando volontariamente anche alle lezioni di Vinicio Berti e Carlo Severa. Docente titolare di cattedra di Discipline Pittoriche e di Educazione Visiva dal 1976 a Porto San Giorgio, poi a Fano, Pesaro, Grosseto e dal 1986 a Firenze. Oggi, in pensione, prosegue con intensità la propria attività artistica. Ha organizzato numerosissimi eventi, tra cui il concerto del Quartetto dei Berliner Philharmoniker. Nel Centro dell’Arte Vito Frazzi fa parte della Direzione Artistica nella sezione Arti Visive e cura i contenuti del sito ufficiale dell'Associazione. La sua attività creativa, oltre alla pittura e alla grafica, spazia dalle performance aila produzione video e a qualche pubblicazione attinente all'arte. Numerose le mostre personali e le partecipazioni a esposizioni collettive. Hanno scritto di lui: Ugo Barlozzetti, Cecilia Filippini, Marco Gamannossi, Carmelo Genovese, Salvatore Lazzarino, Luigi Malafarina, Corrado Marsan, Luigi Martellini, Nuccia Micalizzi, Nicola Micieli, Mario Morelli, Elvio Natali, Franco Saccà, Franco Velardi.

"L'uso della matita colorata su carta per ottenere le stesse campiture aggiunge l'eleganza del tocco. L'impianto rigoroso nell'equilibrio compositivo si rivela pretesto per l'intervento prorompente del gesto, vera e propria improvvisazione, affidato a linee continue che percorrono la superficie con l'arbitrarietà dell'ispirazione colta nel momento del fare. Esposizione, quella delle opere di Zappia, esemplare in periodi nei quali il fare, il saper fare, è subissato da interessi lontani se non contrari alla comunicazione estetica. (Ugo Barlozzetti)”

"Da una parte l'esuberanza del primo, rappresentato dalla maestria espressa in linee e cerchi, e dall'altra l'ispirazione semplice e lineare del sentimento dell'uomo che tenta di comporre Ia frattura sul piano ideate. II tentativo dell'aggancio sono onde musicali e stati d'animo tendenti a un dialogo armonico. Ma a comporre il tutto in modo sublime sono i colori. E' l'uso delicato dei pastelli che si armonizzano e passano da una parte all'altra delle due situazioni reali risolvendo la convivenza tra l'uomo intatto nei suoi sentimenti e Ia consapevolezza della necessita tecnologica per risolvere i problemi esistenziali dell'uomo stesso. (Senzio Mazza)"

[776] 22/11/2015
Marco Gamannossi (1983)
Uno "storico e critico dell'arte" prima del concerto

Marco Gamannossi (Bagno a Ripoli, 8 Ottobre 1983). Vive a Scandicci. Si laurea con la Tesi in Storia dell'Arte Medievale, Testimonianze storico-artistiche dei conti Cadolingi nelle abbazie da loro fondate. Nel 2008, 2009, 2010 e 2015 è docente presso la Libera Università dì Scandicci in corsi di arte e cultura del territorio. Dal 2010 svolge attività di ricerca su arte ed architettura medievale presso il Centro Studi Romei. Nel 2013 è membro del Comitato Scientifico del progetto "Firenze prima di Arnolfo" coordinato da Mons. Timothy Verdon. Nel 2014 è docente presso Quartiere 2 di Firenze per cicli di conferenze didattiche sull'architettura toscana del medioevo. Nel 2015 è docente presso IAL Toscana in corsi di aggiornamento per guide turistiche; è responsabile della gestione museale del complesso di San Lorenzo; Fa parte della Direzione Artistica nella sezione Arti Visive del Centro dell’Arte Vito Frazzi.

Ha pubblicato:

Testimonianze dei conti Cadolingi sul territorio toscano: le abbazie di Fucecchio, Elmi, Morrona e Montepiano in Scandicci, i Cadolingi e la viabilità Francigena, Atti del convegno del 4 dicembre 2010 a Badia a Settimo, Centro Studi Romei 2011.

Vallombrosani e Camaldolesi in Val d'Orda: SS. Trinità di Spineta, S. Pietro in Campo ed Eremo del Vivo in Radicofani e la via Francigena, Atti del convegno del 2 agosto 2011 a Radicofani, Centro Studi Romei 2011.

Sant'Appiano: monumento simbolo della Valdelsa medievale in Semifonte e la via Francigena, Centro Studi Romei 2012.

La via Teutonica e la diffusione dell'arte ravennate dal Casentino a Montefiascone in La via Teutonica, Atti del convegno internazionale del 29 giugno 2012 a Venezia, Centro Studi Romei 2013.

L'abbazia di San Salvatore a Settimo: un respiro profondo mille anni, Pagliai Polistampa, Firenze 2013.

ll crocifisso di San Vincenzo a Torri: una monumentale scultura della Toscana romanica in Il Cristo di San Vincenzo a Torri, Centro Studi Romei 2013.

La chiesa dei santi Leonardo e Cristoforo a Monticchiello in Tra due Romee, Centro Studi Romei 2014.

Il San Flaviano: espressione architettonica degli orizzonti culturali di Montefiascone in Montefiascone: punto d'incontro e saldatura tra via Francigena e via Teutonica, Centro Studi Romei, 2015.

Sant'Orsola e Badia a Settimo tra respiro europeo e protagonismo locale in Sant'Orsola: regina di Brettagna, Società Bibliografica Toscana 2015.

Il fenomeno delle hallenkirchen nel contado fiorentino in Architettura e viabilità: il contado fiorentino, Centro studi Romei 2015.

[809] 08/11/2015
Caterina Trombetti
Un poeta prima del concerto

Caterina Trombetti (Firenze, ). Vive a Scandicci. Insegnante di lettere e pedagogista, dopo la laurea all'Università di Firenze ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Traduzione Letteraria. Poetessa e scrittrice ha pubblicato vari libri di poesia fra cui: Il pesce nero ed. Lalli 1990; L'obliqua magia del tempo ed. Polistampa 1996; Fiori sulla muraglia ed. Passigli 2000, poi ristampato con testo a fronte spagnolo Flores en la muralla ed. FlorenceArt 2012; Dentro al fuoco ed. Passigli 2004; oltre ad edizioni d'arte realizzate da pittori sulle sue poesie. Nel 2001 è stata invitata in Tunisia per ricevere il premio “Cartagine”; nel luglio 2005 alla Biennale di Venezia per La notte dei poeti e, nello stesso anno, all'Istituto di Lingua e Cultura Italiana a Mosca; nel 2006 all'Istituto di Lingua e Cultura Italiana ad Algeri per la settimana della lingua e cultura italiana nel mondo, e nel 2010 a Napoli per la giornata mondiale della Poesia. E' stata membro del Consiglio di Amministrazione di Scandicci Cultura ed è socio onorario del Centro d'Arte Modigliani. Amica e collaboratrice del poeta Mario Luzi dal 1990, è stata anche la sua collaboratrice per il Senato della Repubblica Italiana.

"La sua poesia sorprende per la freschezza con la quale aderisce alla vita e la racconta maneggiando felicemente tutti i migliori materiali poetici della tradizione, 'le strutture più intrinseche della nostra lingua, della nostra metrica e ritmica'. (Carmelo Serafini)"

"I nuclei tematici e stilistici della raccolta costituiscono un testo in cui si miscela l'angoscia con l'incanto o meglio si dissolve l'angoscia nell'incanto che è accoglimento liberatorio. La percezione acuta della morte, dell'assenza, tende a risolversi nella luce, la luce che abbaglia, che illumina che riscatta. (Mario Specchio)"

[807] 25/10/2015
Mario Sodi (1936)
Un poeta prima del concerto

Mario Sodi (Siena, 2 gennaio 1936). Vive a Scandicci dal 1966. Insieme alla sua attività di scrittore è impegnato nel Volontariato (è Presidente della sezione A.I.D.O. Associazione per la donazione degli organi. Presente in varie Giurie, ha curato testi di letteratura e critica d’Arte. Numerosi i riconoscimenti conseguiti nei concorsi nazionali ed internazionali. Ha pubblicato i volumi di poesia: "Il chiostro delle rondini" ; "Il campo del vasaio"; "Amare Terre"; "I cortili del vento"; "Fatica di vedere"; "La scatola delle quattro lune"; "Le bandiere dell’Onda"; "Talita Kum”; "Ho spento gli orologi". In prosa, il libro di racconti "Il Giardino degli aromi”.

"C’è nella scrittura di Sodi come un bisogno di benedire il vissuto, di orientarlo al bene, a un esito positivo, una voglia di redimere, trasfigurare non solo la sua storia personale ma il Tutto; una voglia cosmica di trasmutazione e di trasfigurazione. (Giorgio Mozzanti)”

"È nella sintesi tra bellezza della Natura e flusso divino del pensiero e della parola che Sodi sembra individuare il baricentro della propria poesia. (Giuseppe Panella)”

"La sua felice "cruciali" gioiosa, che fonda su questo ossimoro un percorso conoscitivo in cui il dolore si illumina percorrendolo e la vita si accoglie come dono, è un dato esclusivo che lo caratterizza, lo rende inimitabile e colloca molto in evidenza nel contesto culturale. (Franco Manescalchi)"

[806] 18/10/2015
Senzio Mazza (1934)
Un poeta prima del concerto: Pizzini d'amore (Edizioni LEGAS New York)

Senzio Mazza è nato a Linguaglossa (Catania, 25 marzo 1934). Dal 1962 vive a Scandicci. È laureato in Giurisprudenza. Ha svolto attività letteraria fin da giovanissimo. Scrive in lingua italiana e in lingua siciliana. Per diversi anni si è occupato di critica d'Arte e ha diretto dal 1972 al 1979 la Galleria Arte-Mercato di Scandicci. Ha vinto una cinquantina di premi letterari. Fa parte del gruppo "Pianeta Poesia", diretta da Franco Manescalchi. È stato incluso nell'antologia dei poeti toscani del '900. È stato invitato dal Consolato di Ginevra per due volte alla "settimana della lingua italiana nel mondo". Ha collaborato alla formazione del vocabolario della lingua siciliana in cinque volumi, diretto dal Prof. Giorgio Piccitto dell'Università di Catania. Ha pubblicato nove raccolte di poesie (che possono essere consultate sia presso la Biblioteca Nazionale di Firenze sia presso la Biblioteca di Scandicci). Hanno scritto di lui tra gli altri Giuseppe Baldassarre, Franco Manescalchi, Mariagrazia Carraroli, Lorenzo Bertolani, Elisabetta Failli, Gennaro Oriolo e Mario Sodi. Nel 2010 gli è stato conferito il Premio Etna.

DISSONANZE

Ci sono luoghi dove l'aria canta

e ad ascoltarla c'è solo il silenzio.

Appostato in agguato m'illudo

di sentire questa musica

e nelle tenebre delle mie notti

allargo le braccia

e annego tra i profumi

di rose immaginate

con gocce brillanti di rugiada.

E si levano voci deliziose

che entrano

fino all'ultimo angolo del corpo

solleticando la fantasia

che mi parla e gonfia

l'istante

lungo pianure di cielo.

Ma all'improvviso tutto svanisce

perché stillicidi cupi

con ritmo insistente

trapassano il cuore

e strozzano i sensi

accecando l'anima

nell'inquietudine che rode.

Ma ci sono luoghi dove l'aria canta

e ad ascoltarla c'è solo il silenzio.

Tratta da "PIZZINI D'AMORE- LOVE NOTES di Senzio Mazza - Edizioni LEGAS New York.

NOTA CRITICA all'opera di Senzio Mazza del poeta e critico letterario Salvatore Di Marco.

"...caratterizza questa silloge con i suoi alti esiti stilistici la ricerca attenta e impegnata del senso più profondo e più vero della poesia, nonché le tensioni liriche interne alla dimensione quotidiana del vivere che solo un'attenta sensibilità poetica, quale è quella del nostro autore, raccoglie e innalza alla luce più suggestiva della espressione poetica. Il nostro autore evidenzia, nel corso della sua silloge, un'idea animata da appassionata tensione filosofica che percorre l'insieme del suo progetto poetico, conseguendo così il fine di contrassegnare con espressioni fortemente persuasive la condizione esistenziale dell'uomo in questa nostra sofferta, complessa, difficile società contemporanea."

N.B. Tutte le opere di Senzio Mazza sono consultabili presso la Biblioteca Comunale di Scandicci, la Biblioteca Nazionale di Firenze, la Biblioteca Marucelliana di Firenze, la Biblioteca Artemisia di Capannori (LU) e la Biblioteca Comunale di Linguaglossa (CT)

[805] 11/10/2015
Lorenzo Bertolani (1962)
Un poeta prima del concerto presenta: Felice di essere povero ignudo (Edizioni della Meridiana)

Lorenzo Bertolani (Firenze, 4 Settembre 1962). Vive a Scandicci. Ha pubblicato vari libri di poesia tra cui L’ottantesima estate (Franco Cesati Editore, Firenze 1991) e Opera e destino (Edizioni della Meridiana, Firenze 2004); è presente in diverse antologie poetiche. Tra i suoi testi teatrali, messi in scena al Teatro Studio di Scandicci e in altri teatri italiani, ricordiamo quelli su Antonio Gramsci, Un uomo un gigante, su Sibilla Aleramo, Così bella come un sogno e su Jacopino Vespignani, La sapienza del coraggio. Ha pubblicato in varie riviste scritti su Giovanni Pascoli, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti e Mario Tobino; si è dedicato in particolare all’opera e alla vita del poeta Dino Campana con articoli, saggi e libri tra cui Dino Campana da Castel Pulci a Badia a Settimo (CentroLibro, Scandicci 2007) e il recente Felice di essere povero ignudo. Felicità e religiosità nell'opera di Dino Campana (Edizioni della Meridiana, Firenze 2014); ha curato il cd-rom Dino Campana Poeta uscito in allegato a I Monti Orfici di Dino Campana (Polistampa, Firenze 2003) di Giovanni Cenacchi. Ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione di Scandicci Cultura dal 2004 al 2009, curando numerosi incontri letterari coi più importanti poeti contemporanei.

"E povero, ignudo, felice di essere povero ignudo" (da La Notte, Canti Orfici di Dino Campana)

[804] 04/10/2015
Patrizia Pandolfini Renzi
Acquaforte: "The wall 9.9.1989" (Donata nel 2015)

Si è diplomata al Corso di Scultura, all'Accademia di Belle Arti di Firenze con il Maestro Antonio Berti. Oltre all'insegnamento nelle scuole ad indirizzo artistico, ha lavorato, più o meno "segretamente", allo sviluppo dei propri ideali espressivi. Il suo interesse spazia dalla scultura, alla pittura ed alla grafica. Numerose sono le sue mostre personali, come la partecipazione a mostre collettive.

[804] 04/10/2015
Liliana Poli
Omaggio a Liliana Poli. Presentazione di Cesare Orselli

Un mese fa avevo scritto questa piccola pagina che doveva fare da introduzione affettuosa all'autobiografia di Liliana Poli, che avevamo riletto insieme, e ci preparavamo a dare alle stampe, Non avrei mai immaginato che sarebbe stato l'ultimo saluto a una delle mie amiche più care e a un'artista - senza eccessi - unica nel suo repertorio. Oggi, credo sia giusto anticiparla, come ricordo commosso, in mezzo a tanto silenzio - o mi sto sbagliando? - che ha circondato la dolorosa sua perdita.

Carissima Liliana,

in questo affascinante racconto in cui tu ripercorri i momenti più intensi della tua vita di artista e di donna, ritraendo con commozione ma anche con spirito sottile i grandi personaggi del mondo della musica con cui hai creato interpretazioni indimenticabili, sono entrato, ahimé, solo dagli anni Settanta, nella stagione della tua “Musica da camera”: il periodo della formazione, le prime esperienze e affermazioni teatrali, l’incontro con Arrigo e con la Schola fiorentina, la scelta del repertorio contemporaneo e i tuoi successi internazionali, li ho finalmente visti scorrermi davanti, come fossero vivi (e non come brandelli di cronache o recensioni), soltanto in questi mesi passati, nel rileggere, insieme a te, le pagine di questa tua colorita e commossa autobiografia. Eppure quella “stagione” ormai lontana, in cui hai cominciato una collaborazione con Fausta, che è durata per anni, è ancora ben viva nella mia memoria (forse perché mi ero appena sposato con “la Cianti”): ricordi quando il Teatro Comunale – avendo messo in cartellone Ariadne auf Naxos – ci chiese di disegnare un programma cameristico, e tu ti avvicinasti con slancio alla liederistica e alle scene di Ariadne del mio amatissimo Strauss? Fu un autentico coup de foudre, l’occasione per una lunga collaborazione a tre, a cui si aggiunse il compositore senese Ruggero Lolini, amico fin dall’adolescenza di Fausta, con la sua raffinata produzione da camera, per pianoforte, per voce, e con i suoi rapporti professionali che ci hanno portato in molte case discografiche a registrare rarità di Musorgskij, Dallapiccola, Petrassi, Donatoni e molti altri canti da camera italiani, un LP monografico di musiche di Arrigo Benvenuti, pagine dedicate dai maestri nel nostro tempo alla tua straordinaria vocalità e al pianismo di Fausta. Ho ancora davanti agli occhi le foto che vi ritraggono durante le tournées in Russia, in Giappone, in Germania, a Copenaghen, dove tu portavi preziose arcate di canto italiano, recuperando, accanto all’immancabile lirica del Novecento, la nobiltà del recitar cantando monteverdiano e qualche perla operistica. E sfoglio le copertine dei nostri LP per i quali scrivevo le note…. Né posso dimenticare i tuoi recital al GAMO, il tuo Debussy a Opera Barga con il caro Paolo Cioli, e le folle di giovani ascoltatori che alla fine dei concerti per le scuole vi si affollavano intorno a chiedere l’autografo agitando i programmi di sala, e quel bambino che per gratitudine di quel che aveva ascoltato, pose in mano a Fausta una moneta da cento lire. E Fausta l’ha messa in cornice, come il dono più caro ricevuto nella sua carriera. Un dono che è accanto, oggi, alle sue ceneri….Ma questa è un’altra storia che forse non scriverò mai.

Cesare Orselli

[804] 04/10/2015
Patrizia Pandolfini Renzi (1936)
Uno Scultore prima del concerto

Patrizia Pandolfini Renzi (Firenze 29.08.1936). Vive a Scandicci dal 1967. Si è diplomata al Corso di Scultura, all'Accademia di Belle Arti di Firenze con il Maestro Antonio Berti. Oltre all'insegnamento nelle scuole ad indirizzo artistico, ha lavorato, più o meno "segretamente", allo sviluppo dei propri ideali espressivi. Il suo interesse spazia dalla scultura, alla pittura ed alla grafica. Numerose sono le sue mostre personali, come la partecipazione a mostre collettive.

"Ma quando l’opera è finita e collocata sprigiona un magico potere, un fascino tutto particolare e tale che chi possiede un bel bronzo non se ne distacca facilmente, diventa parte della famiglia e non se ne spiega la ragione, il mistero.

E Patrizia riesce a realizzare opere sue personali sia che estrinsechi le sue possibilità nel bassorilievo, sia che si cimenti nel tutto tondo, al limite del figurativo, in una ricerca tutta personale.

Merito della sua costanza, della sua passione e delle sue qualità espressive che manifesta anche nelle sue opere grafiche, nelle terrecotte, ecc.

Antonio Berti

[804] 04/10/2015
La Compagnia Dei Nove
Una compagnia teatrale prima del concerto: Performance

Una domenica mattina di forte pioggia un pubblico bagnato, entra nella sala del Consiglio Comunale di Scandicci per vedere le sculture di Patrizia Pandolfini e per assistere al concerto del soprano Elena Mariani, accompagnata al pianoforte da Gianni Franceschi. Contemporaneamente, entra un pubblico che sembra provenire dagli anni trenta, entra anch’esso con addosso la medesima pioggia. I presenti, ignari, osservano queste presenze abbigliate diversamente con curiosità e inquietudine. Tutti, indifferentemente si avvicinano alle sculture per ammirarle. Il Presidente annuncia l’inizio del concerto. Il pubblico prende posto, ma l’enigma è nella mente. Nella fase di ringraziamento di fine concerto il gruppo degli alieni, ordinatamente si porta sulla scena posizionandosi insieme ai musicisti e lo scultore. Che sollievo scoprire che “La Compagnia Dei Nove” ci aveva deliziato con una performance a sorpresa. E dopo la forte pioggia che ci ha bagnati all’ingresso dell'evento, uscendo dalla sala abbiamo trovato il sole.

Vincenzo Zappia

[776] 05/10/2014
Performance art
A cura di Vincenzo Zappia. DIECI RIME di Sofia Buti. Commento critico di Marco Gamannossi

LA CULTURA E L’ANIMA DELL’ITALIA - "DIECI RIME" di Sofia Buti - Regia: Vincenzo Zappia - Critico d'arte: Marco Gamannossi - Attore: Sofia Buti, Leonardo Colicigno Tarquini, Kaaj Tshikalandand, Vincenzo Zappia - Riprese video: Stelvio Sciuto, Leonardo Andreucci, Giulia Lenzi - Fotografo: Leonardo Fricelli - Audio: Giacomo Bartolini, Giulia Montanelli - Disegni: Sofia Buti - Rodef Group - Digitazione: Sofia Milazzo, Giulia Lenzi, Giulia Montanelli - Improvvisazione per flauto, pianoforte e 2 macchine da scrivere - Flauto: Matteo Mignolli - Pianoforte: Maddalena Murari - Macchina da scrivere: Sofia Buti, Vincenzo Zappia

[751] 06/10/2013
Luigi Viti
Xilografia: "Pausa" (Donata nel 2013)

Nasce a Vinci nel 1964. Conosce ed affina alla bottega di Gino Terreni numerose tecniche artistiche e nel contempo frequenta il Corso Libero del Nudo all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Si iscrive alla "Bottega del bon fresco" di Firenze per specializzarsi sulla tecnica dell'affresco. Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive. Ha collocato sue opere in diversi luoghi pubblici della val d'Elsa e in chiese, come San Domenico a Prato, e nel Santuario di Santa Liberata di Cerreto Guidi. Recentemente ha collaborato con Sergio Nardoni per la realizzazione, in mosaico, di alcune opere pubbliche. Vive ed opera a Certaldo.

[730] 07/10/2012
Carlo Fagnini
Acquatinta: "Scandicci alto" (Donata nel 2012)

Studente degli anni '60 dell'Istututo d'Arte di Firenze, ha insegnato nei laboratori di formatura, intaglio e modellistica d'architettura negli Istituti d'Arte di Verona e di Firenze, fino al 2006. Professionalmente ha prestato la sua opera presso studi di architettura, ditte di arredamento, artisti e singoli artigiani. Vive a Scandicci dove coltiva il suo interesse per le arti applicate e le tecniche artistiche tradizionali.

[730] 07/10/2012
Carlo Fagnini (1947)
Un tecnico della formatura in gesso prima del concerto

Carlo Fagnini (Firenze, 03 Novembre 1947). Vive a Scandicci. È stato insegnante di ruolo per l'Arte Applicata dell'Ebanisteria, Intaglio e Intarsio, presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze, nelle sezioni di Decorazione Plastica, di Arredamento, e nell'Area Sperimentale di Conservazione e tecniche antiche. Sempre all'interno dell'Istituzione Scolastica Fiorentina ha collaborato al riordino e al mantenimento del patrimonio della Gipsoteca, nonché alla produzione di forme e calchi in gesso destinati a committenze private e pubbliche, nazionali ed estere per conto dello stesso Istituto. Ha collaborato con i colleghi della sezione alla realizzazione di alcune opere che hanno trovato collocazione stabile nel territorio fiorentino: Monumento a Potente, bronzo, p.zza S.Spirito, per A.N.P.I; Madonna della pace, cemento p.zza Batoni per la Comunità dell’Isolotto; Scultura decorativa marmo cemento bronzo, distributore carburanti Monteschell, via Pisana; Restauro e ricostruzione delle pale celebrative del ponte Vespucci cemento, teste del ponte; Plastico del centro storico di Firenze con scritte in braille, dono del Kiwanis Club Firenze alla Unione Italiana Ciechi, p.zza della Repubblica a Firenze. Come insegnante di Arte Applicata è stato chiamato più volte a prestare la sua opera in corsi professionali, organizzati da Enti diversi già dal 1982 C.F.P. provincia di Verona, nel 1990 C.F.P. della Provincia di Firenze, LS.V.O.A., C.E.D.I.T., Università dell'Età libera Comune di Firenze, F.I.L. provincia di Prato, Opificio delle Pietre Dure di Firenze, e come coordinatore del Corso di Riconversione Professionale per la Sovrintendenza Scolastica, e come Docente nei corsi abilitanti riservati. Nel 2003 ha pianifica e condotto d'intesa con il Centro Signa Arti e Mestieri un corso di intaglio di 300 ore a Scutari nell'ambito del progetto di cooperazione con l'Albania dell'Università degli Studi di Firenze.

[717] 05/02/2012
Vincenzo Zappia
Acquaforte: "I pesci rossi" (Donata nel 2012)

Vincenzo Zappia (Reggio Calabria, 15 Maggio 1951). Dal 1986 vive ininterrottamente a Scandicci. Si è trasferito a Firenze nel 1972 dove ha frequentato l’Accademia di belle Arti nella classe di Silvio Loffredo, partecipando volontariamente anche alle lezioni di Vinicio Berti e Carlo Severa. Docente titolare di cattedra di Discipline Pittoriche e di Educazione Visiva dal 1976 a Porto San Giorgio, poi a Fano, Pesaro, Grosseto e dal 1986 a Firenze. Oggi, in pensione, prosegue con intensità la propria attività artistica. Ha organizzato numerosissimi eventi, tra cui il concerto del Quartetto dei Berliner Philharmoniker. Nel Centro dell’Arte Vito Frazzi fa parte della Direzione Artistica nella sezione Arti Visive e cura i contenuti del sito ufficiale dell'Associazione. La sua attività creativa, oltre alla pittura e alla grafica, spazia dalle performance aila produzione video e a qualche pubblicazione attinente all'arte. Numerose le mostre personali e le partecipazioni a esposizioni collettive. Hanno scritto di lui: Ugo Barlozzetti, Cecilia Filippini, Marco Gamannossi, Carmelo Genovese, Salvatore Lazzarino, Luigi Malafarina, Corrado Marsan, Luigi Martellini, Nuccia Micalizzi, Nicola Micieli, Mario Morelli, Elvio Natali, Franco Saccà, Franco Velardi.

[694] 23/01/2011
Performance art
OMAGGIO a Fedora Barbieri. A cura di Vincenzo Zappia. Commento critico di Ugo Barlozzetti

Regia: Vincenzo Zappia - Video riprese: Juri Pozzi - Fotografia: Samuel Berrettini, Leonardo Fricelli - Audio: Giacomo Bartolini

[694] 23/01/2011
Vincenzo Zappia
Acquaforte: "Colazione sull'erba" (Donata nel 2011)

Vincenzo Zappia (Reggio Calabria, 15 Maggio 1951). Dal 1986 vive ininterrottamente a Scandicci. Si è trasferito a Firenze nel 1972 dove ha frequentato l’Accademia di belle Arti nella classe di Silvio Loffredo, partecipando volontariamente anche alle lezioni di Vinicio Berti e Carlo Severa. Docente titolare di cattedra di Discipline Pittoriche e di Educazione Visiva dal 1976 a Porto San Giorgio, poi a Fano, Pesaro, Grosseto e dal 1986 a Firenze. Oggi, in pensione, prosegue con intensità la propria attività artistica. Ha organizzato numerosissimi eventi, tra cui il concerto del Quartetto dei Berliner Philharmoniker. Nel Centro dell’Arte Vito Frazzi fa parte della Direzione Artistica nella sezione Arti Visive e cura i contenuti del sito ufficiale dell'Associazione. La sua attività creativa, oltre alla pittura e alla grafica, spazia dalle performance aila produzione video e a qualche pubblicazione attinente all'arte. Numerose le mostre personali e le partecipazioni a esposizioni collettive. Hanno scritto di lui: Ugo Barlozzetti, Cecilia Filippini, Marco Gamannossi, Carmelo Genovese, Salvatore Lazzarino, Luigi Malafarina, Corrado Marsan, Luigi Martellini, Nuccia Micalizzi, Nicola Micieli, Mario Morelli, Elvio Natali, Franco Saccà, Franco Velardi.

[684] 10/10/2010
Pino Gori (1957)
Acquaforte: "La violoncellista" (Donata nel 2010)

Ha studiato al Liceo Artistico di Ravenna e Architettura a Firenze, città; dove vive e lavora insegnando Discipline Geometriche all'Istituto Statale d'Arte. Da sempre si è interessato alle arti visive, disegnando, dipingendo e cimentandosi con varie tecniche, ma le cornici gli sono sempre sembrate troppo strette; in seguito la sua ricerca ha spaziato anche nella fotografia, il video, la performance. Da dieci anni privilegia esprimersi con installazioni site specific utilizzando prevalentemente materiali naturali, poveri o riciclati, realizzando opere non invasive, fruibili dal pubblico, che pongono una particolare attenzione al rapporto con lo spazio e alle tematiche ambientali.
Attivo in varie associazioni artistiche e culturali è stato promotore di eventi. Ha esposto in collettive e personali in numerose città; italiane e all'estero in Danimarca e a Berlino.

[640] 05/10/2008
Patrizia Pandolfini Renzi
Acquaforte: "Nudi" (Donata nel 2008)

Si è diplomata al Corso di Scultura, all'Accademia di Belle Arti di Firenze con il Maestro Antonio Berti. Oltre all'insegnamento nelle scuole ad indirizzo artistico, ha lavorato, più o meno "segretamente", allo sviluppo dei propri ideali espressivi. Il suo interesse spazia dalla scultura, alla pittura ed alla grafica. Numerose sono le sue mostre personali, come la partecipazione a mostre collettive.

[614] 21/10/2007
Fiorenzo Toniutti
Un pittore prima del concerto

Fiorenzo Toniutti (Firenze). Vive a Scandicci. Disegnatore grafico, formatosi all'Istituto Statale d'Arte della sua citta' specializzandosi in ritratto. Un segno sicuro e un colorismo vivace sono le caratteristiche della sua Arte. Nella sua ricerca, al limite della caricatura, preponderante la volontà di contestualizzare il personaggio ritratto, con oggetti ed elementi simbolo che meglio ne raccontino la storia e l'indole caratteriale. Fra il 1979 e il 1993 partecipa a numerose esposizioni e concorsi, quali LA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL DISEGNO UMORISTICO SPORTIVO organizzato dal CONI ad Ancona, dove ottiene varie segnalazioni e il 2° premio per l'interpretazione grafica e umoristica delle discipline sportive. Al XXI Premio SATIRA POLITICA DI FORTE DEI MARMI Festival Internazionale della satira, una sua opera viene segnalata e pubblicata sul catalogo della mostra insieme ad altri importanti disegnatori satirici italiani fra cui ALTAN, BOZZETTO e BRUNA. Nel 2003,l'attrattiva per il mondo dello spettacolo lo porta a partecipare al concorso per il BOZZETTO DEL FRANCOBOLLO DEL CINQUANTENARIO TV IN ITALIA bandito dalla RAI e il Ministero delle Comunicazioni. E la svolta che offre all'artista la possibilità di coniugare le sue due grandi passioni, il Disegno e quella per i protagonisti dello Spettacolo. Nel 2005 PALCOSCENICO TOSCANO IERI E OGGI il titolo della mostra, a cura di Giovanna M. Carli, che il Consiglio Regionale della Toscana, gli dedica presso l'auditorium di Palazzo Panciatichi a Firenze. Si tratta di una galleria di disegni che ritraggono i vari personaggi del Teatro, del cinema e della musica, colti nella loro essenza artistica che Toniutti rappresenta in chiave ironica, risaltando le loro inclinazioni e la loro carriera, attraverso il tratteggio singolare dove traspare tutto l'ottimismo e il sarcasmo toscano. Successivamente il comune di Pietrasanta, organizza alle Focette, una rassegna intitolata RIVISITANDO GLI ANNI 60 dove sono ancora protagonisti i suoi ritratti, questa volta con i personaggi che hanno fatto della Versilia la culla dello spettacolo degli Anni ruggenti. Nel 2006, Toniutti fa parte di un gruppo di 28 artisti toscani, ormai affermati sia a livello nazionale che internazionale, che inaugura l'importante mostra Il CAVALLO DI DE CHIRICO, ASSOLI D'AUTORE IN TOSCANA organizzata dal Consiglio Regionale della Toscana nelle sale di Palazzo Panciatichi a Firenze. Dal maggio 2008 l'artista ufficiale del DOG PRIDE DAY, manifestazione benefica a favore del canile di Montecatini Terme. Espone inoltre a Forte dei Marmi durante la manifestazione ESTATE AL FORTE 2006 al CAFFE' GALLIANO in passeggiata a Viareggio, a Bagni di Lucca durante la SETTIMANA DEL DISCO al PALAMADIGAN di Montecatini Terme e al TEATRO MANZONI di Pistoia durante le recite di Alessandro Benvenuti. In occasione della vittoria dell'Italia ai Mondiali di Calcio, l'artista ritrae MARCELLO LIPPI, che ha dato incarico di vendere quello stesso ritratto e di devolvere il ricavato in beneficienza. Da MILVA a ALDA MERINI, da PANARIELLO a BENIGNI, da ALESSANDRO BENVENUTI a PAOLO POLI, questi i nomi di alcuni artisti ritratti da Toniutti, che congratulandosi con lui, danno al disegnatore la maggiore soddisfazione al suo operato. Oltre al ritratto, Toniutti ottiene notevoli apprezzamenti come illustratore di libri che offrono all'artista l'occasione di collaborare con Autori ed Editori di vario genere.

03/10/2006
Vito Frazzi (con CD-Rom. Prefazione di Gian Paolo Minardi) (2006)
a cura di Mara Bercella

Vito Frazzi è una personalità originale, un artista "solitario" e "libero". Vero intellettuale del suo tempo, capace di cogliere le inquietudini che penetrano un secolo difficile quale il Novecento, Frazzi vive la sua epoca con senso d'indipendenza dalle veloci evoluzioni del linguaggio musicale contemporaneo. a trent'anni dalla scomparsa, questo libro vuole raccontare un compositore e un maestro che divenne, nella sua epoca, un centro d'attrazione per gli intellettuali fiorentini, ricollocandolo fra i musicisti del suo tempo.
Nardini - Collana: Musica d'arte (Anno 2006 - EAN13 9788840427010)

[591] 01/10/2006
Patrizia Della Valle
Acquatinta: "Il flautista" (Donata nel 2006)
[591] 01/10/2006
Patrizia Della Valle
Un pittore prima del concerto
[567] 09/10/2005
Valentino Moradei
Puntasecca: "Il violinista" (Donata nel 2005)

Valentino Moradei Gabbrielli (Scandicci, 19 Marzo 1959). Continuatore di una bottega fiorentina di scultori, la “Bottega Fantacchiotti-Gabbrielli” che ha quali capostipite nell’Ottocento Odoardo Fantacchiotti (1811–1877), nipote dello scultore Donatello Gabbrielli (1884-1955). Compie gli studi presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi con Oscar Gallo nel 1981. Completa la propria formazione partecipando, dal 1981 al 1983, alla missione archeologica italiana di Hierapolis di Frigia in Turchia, dove lavora come restauratore di marmi antichi; tiene successivamente un corso di restauro di scultura antica presso il Museo Archeologico Nazionale di Izmir. Dal 1984 si dedica all’insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte di Siena, e inizia a collaborare con numerose università statunitensi in Firenze. Come scultore-scenografo, cura le scene di opere liriche e commedie per vari teatri italiani ed esteri. Espone in numerose personali e collettive in Italia ed all’estero, aggiudicandosi importanti riconoscimenti: il “Premio Banca Mercantile” nel 1982 conferitogli dallo storico d’arte Carlo Ragghianti, il premio di scultura “Filippo Albacini” dell’Accademia di S. Luca in Roma nel 1986, conferitogli dallo scultore Fausto Melotti. Lavora attivamente anche nel campo della grafica e del design, divenendo noto in Giappone come disegnatore di una linea di orologi, prima di farvi conoscere la propria scultura con due personali a Tokyo nel 1995, a Fukuoka nel 1998 a Fukuoka e Oita nel 2001, oltre che partecipando a numerose collettive a Tokyo, Kyoto, Osaka. Nel 1987 collabora al progetto vincente per l’arredo urbano del centro storico di Grosseto, nel 1998 realizza un’opera per il “Parco Comunale di Scultura Contemporanea delle Vallette d’Ostellato” (Ferrara). Ha realizzato, nell’Agosto 2003, un’opera monumentale per il nuovo stabilimento dell’azienda fiorentina “Cooperativa di Legnaia”. E’ presente nel “Parco Museo d’Arte Ambientale di Poggio Valicaia a Scandicci” sulle colline di Firenze con l’opera monumentale in bronzo “Umanità”. L’artista ha tenuto un’importante personale nella primavera del 1997 presso il Museo Comunale per l’arte contemporanea “Burgkloster” di Lubecca in Germania, in occasione del decimo anniversario della Società Dante Alighieri. Nella stessa città di Lubecca, si è tenuta nel Novembre 2002 una sua personale presso la “Galerie im Hause Reese”, organizzata dall’Italienisches Generalkonsulat Hamburg e dalla Deutsch-Italienische Gesellschaft. Si è realizzata nel 2004 un’importante mostra “La committenza di un sogno”, presso il Parco e la Villa d’Ayala-Valva a Valva (SA), dove sono state esposte sue opere recenti e quelle del nonno lo scultore Donatello Gabbrielli. E’ titolare di cattedra di Discipline Plastiche e Educazione Visiva presso l’Istituto Statale d’Arte di Firenze.

[567] 09/10/2005
Valentino Moradei (1959)
Uno scultore prima del concerto

Valentino Moradei Gabbrielli (Scandicci, 19 Marzo 1959). Continuatore di una bottega fiorentina di scultori, la “Bottega Fantacchiotti-Gabbrielli” che ha quali capostipite nell’Ottocento Odoardo Fantacchiotti (1811–1877), nipote dello scultore Donatello Gabbrielli (1884-1955). Compie gli studi presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi con Oscar Gallo nel 1981. Completa la propria formazione partecipando, dal 1981 al 1983, alla missione archeologica italiana di Hierapolis di Frigia in Turchia, dove lavora come restauratore di marmi antichi; tiene successivamente un corso di restauro di scultura antica presso il Museo Archeologico Nazionale di Izmir. Dal 1984 si dedica all’insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte di Siena, e inizia a collaborare con numerose università statunitensi in Firenze. Come scultore-scenografo, cura le scene di opere liriche e commedie per vari teatri italiani ed esteri. Espone in numerose personali e collettive in Italia ed all’estero, aggiudicandosi importanti riconoscimenti: il “Premio Banca Mercantile” nel 1982 conferitogli dallo storico d’arte Carlo Ragghianti, il premio di scultura “Filippo Albacini” dell’Accademia di S. Luca in Roma nel 1986, conferitogli dallo scultore Fausto Melotti. Lavora attivamente anche nel campo della grafica e del design, divenendo noto in Giappone come disegnatore di una linea di orologi, prima di farvi conoscere la propria scultura con due personali a Tokyo nel 1995, a Fukuoka nel 1998 a Fukuoka e Oita nel 2001, oltre che partecipando a numerose collettive a Tokyo, Kyoto, Osaka. Nel 1987 collabora al progetto vincente per l’arredo urbano del centro storico di Grosseto, nel 1998 realizza un’opera per il “Parco Comunale di Scultura Contemporanea delle Vallette d’Ostellato” (Ferrara). Ha realizzato, nell’Agosto 2003, un’opera monumentale per il nuovo stabilimento dell’azienda fiorentina “Cooperativa di Legnaia”. E’ presente nel “Parco Museo d’Arte Ambientale di Poggio Valicaia a Scandicci” sulle colline di Firenze con l’opera monumentale in bronzo “Umanità”. L’artista ha tenuto un’importante personale nella primavera del 1997 presso il Museo Comunale per l’arte contemporanea “Burgkloster” di Lubecca in Germania, in occasione del decimo anniversario della Società Dante Alighieri. Nella stessa città di Lubecca, si è tenuta nel Novembre 2002 una sua personale presso la “Galerie im Hause Reese”, organizzata dall’Italienisches Generalkonsulat Hamburg e dalla Deutsch-Italienische Gesellschaft. Si è realizzata nel 2004 un’importante mostra “La committenza di un sogno”, presso il Parco e la Villa d’Ayala-Valva a Valva (SA), dove sono state esposte sue opere recenti e quelle del nonno lo scultore Donatello Gabbrielli. E’ titolare di cattedra di Discipline Plastiche e Educazione Visiva presso l’Istituto Statale d’Arte di Firenze.

[556] 30/01/2005
Fernando Cucci
Acquatinta: "Composizione" (Donata nel 2005)

Nato a Ugento (Lecce), ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Firenze, l’Accademia di Belle Arti e la Kustgewerbeschule di Basilea. È docente di Discipline Pittoriche negli Istituti Superiori d’Arte. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero. Vive e lavora a Firenze.

03/10/2004
Vito Frazzi, Musica da camera (2004)
FENICE Diffusione Musicale SrL (TM03 - 8032622040104)

Quintetto per archi e pianoforte (1922); Leggenda per violoncello e pianoforte (1935); Quartetto d'archi (1932); Sonata in mi mag per violino e pianoforte (1911)

Boriana Nakeva, violino; Angela Savi, violino; Edoardo Rosadini, viola; Sara Nanni, violoncello; Luigi Manaresi, pianoforte

[540] 02/05/2004
Venticinque anni di attività del Centro dell'Arte "Vito Frazzi" (1979 – 2004)
a cura di Vincenzo Zappia

La pubblicazione, che si apre con i saluti istituzionali, prosegue con la cronologia dei Direttivi del Centro che si sono susseguiti negli anni e con un ricordo dei tre fondatori, Egisto Mascagni, Ciro Nanni e Renzo Ugolini. Raccoglie alcune testimonianze cui seguono alcune riproduzioni di un epistolario tra Frazzi ed altri intellettuali ed il catalogo delle opere. Ritorna quindi al Centro dell’Arte con alcuni interventi a testimonianza dell’attività svolta, e una breve storia dei momenti salienti della vita dell’associazione. Segue la riproduzione delle acqueforti che gli autori hanno gentilmente concesso in omaggio per essere donate agli esecutori al termine di ciascun concerto. Infine, il catalogo completo dei concerti tenuti regolarmente dal 14 gennaio 1979, che cronologicamente ripercorre le date, gli esecutori ed i programmi.

[529] 07/02/2004
Fernando Farulli – La vetrata (1974 – 2004)
a cura di Luca Farulli e Vincenzo Zappia

La pubblicazione è un catalogo critico su Fernando Farulli ed è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Scandicci, il Comune di Fiesole, il Comune di Piombino, la Scuola di Musica di Fiesole, l'Associazione Fernando Farulli e il Centro dell’Arte "Vito Frazzi", in occasione della commemorazione della scomparsa di Fernando Farulli, avvenuta il 7 febbraio 1997 e a trent'anni di distanza dalla realizzazione della splendida vetrata della Sala Consiliare ad opera dell'artista.

[528] 01/02/2004
Rosalba D'Ettorre
Acquaforte: "Struttura" (Donata nel 2004)

Si è diplomata presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze, e all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel Corso di Pittura del prof. Afro e Carlo Severa successivamente di Vinicio Berti. Ha insegnato Tessitura e Discipline Pittoriche presso Istituti Statali ad indirizzo artistico. Svolge attività partecipando a mostre personali e collettive.

L'incisione di Rosalba d'Ettorre riporta integro il senso della grafica: scrittura, resa leggibile del mondo. Eppure, a vederla bene, quest'opera everte l'orizzonte della semplice riduzione del mondo della vita a ordine scritto, ad ambito piegato ai nostri piedi di esseri curiosi e conoscitivi.
Il disegno è una trama che cuce con pazienza e leggerezza il mondo interno ed il mondo esterno, ne registra le zone di più intensa resistenza; è un oscillogramma dell'anima che registra i suoi punti di luce e d'ombra. Con la costanza di Penelope essa tesse, recupera i fili, riaggancia, senza però disfare nottetempo la trama di quella trascrizione fatta per segni ed emblemi che edificano senso: una storia di esitazione e di coraggio nel labirinto. Il segno lascia la traccia, incide con forza quel percorso che, in altre opere, si era lasciato al giuoco della leggerezza delle forme e dei colori, si era concesso la prova di una geometria variabile.
Qui, mondo interno e mondo esterno sono ricongiunti, ricuciti in un percorso che, del labirinto, ha saputo fare una forma, una narrazione decifrabile come una mappa di navigazione.
E' contenuto tutto qui, in questa scatola nera che ci ridona il viaggio per città e per foreste.

Luca Farulli

[500] 02/02/2003
Silvano Porcinai
Acquaforte: "Capre" (Donata nel 2003)

Figlio di Giulio Porcinai, maestro di scultura presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze, Silvano è nato a Grassina (Firenze) nel Febbraio del 1950. Formatosi frequentando il corso di oreficeria della stessa scuola d'arte ove insegnava il padre, non si cimentò con la scultura che dopo la morte di questi, a ventidue anni. Terminati gli studi, parallelamente all'attivit? di operaio orafo, Silvano Porcinai si è dedicato intensamente all'insegnamento di materie artistiche in diverse scuole d'arte della toscana (Siena, Grosseto, Pistoia, ecc.), in una sorta di "pellegrinaggio didattico", approdando in ultimo a Firenze, al corso di plastica del Liceo Artistico, ove insegna tutt'ora. Sue opere si trovano al museo di Stia ed in collezioni private italiane ed estere (Montecarlo, Lugano, Parigi, Chicago).

[479] 03/02/2002
Maurizio Mariani (1937)
Acquatinta: "Interni" (Donata nel 2002)

Nasce a Firenze nel 1937; studia l'acquaforte da Roberto Pucci, esponente della Scuola Purista fiorentina; successivamente è allievo di Carlo Mattioli. Predilige l'incisione come mezzo di espressione con la quale ha organizzato personali e partecipato a numerose collettive.

[456] 04/02/2001
Vincenzo Zappia
Acquaforte: "Spirale" (Donata nel 2001)

Vincenzo Zappia (Reggio Calabria, 15 Maggio 1951). Dal 1986 vive ininterrottamente a Scandicci. Si è trasferito a Firenze nel 1972 dove ha frequentato l’Accademia di belle Arti nella classe di Silvio Loffredo, partecipando volontariamente anche alle lezioni di Vinicio Berti e Carlo Severa. Docente titolare di cattedra di Discipline Pittoriche e di Educazione Visiva dal 1976 a Porto San Giorgio, poi a Fano, Pesaro, Grosseto e dal 1986 a Firenze. Oggi, in pensione, prosegue con intensità la propria attività artistica. Ha organizzato numerosissimi eventi, tra cui il concerto del Quartetto dei Berliner Philharmoniker. Nel Centro dell’Arte Vito Frazzi fa parte della Direzione Artistica nella sezione Arti Visive e cura i contenuti del sito ufficiale dell'Associazione. La sua attività creativa, oltre alla pittura e alla grafica, spazia dalle performance aila produzione video e a qualche pubblicazione attinente all'arte. Numerose le mostre personali e le partecipazioni a esposizioni collettive. Hanno scritto di lui: Ugo Barlozzetti, Cecilia Filippini, Marco Gamannossi, Carmelo Genovese, Salvatore Lazzarino, Luigi Malafarina, Corrado Marsan, Luigi Martellini, Nuccia Micalizzi, Nicola Micieli, Mario Morelli, Elvio Natali, Franco Saccà, Franco Velardi.

[342] 25/03/1995
Primavera con Vito Frazzi – A venti anni dalla scomparsa (1995)
a cura del Centro dell'Arte Vito Frazzi

Ricco programma di sala dove oltre a presentare i due concerti previsti per la ricorrenza che avviene a distanza di venti anni dalla sua scomparsa, Mara Bercella e Gaspare Nello Vetro, tracciano un profilo del compositore e dell'uomo Vito Frazzi.

[258] 03/11/1989
Il Centro dell'Arte Vito Frazzi – Dieci anni di musica, teatro, scuola (1979 – 1989)
a cura del Centro dell'Arte Vito Frazzi

"Bilancio rappresentato anche da questa pubblicazione, una sorta di diario che ripercorre, attraverso i programmi stampati, con gli articoli di giornali, le testimonianze dirette, il nostro non facile cammino." La pubblicazione vuole essere un momento di consolidamento dell'As­so­cia­zione, sulle attività svolte nei suoi primi dieci anni, nei settori della musica, del teatro e della scuola.

[242] 07/02/1988
Omaggio a Vito Frazzi (1888 – 1988)
a cura del Centro dell'Arte Vito Frazzi

Nella elegante veste tipografica è stata inserita in copertina una incisione di De Chirico (che fu amico di Frazzi) raffigurante il "Don Chisciotte", una delle opere scritte dal compositore sansecondino.
Dopo i saluti degli Assessori alla Cultura dei Comuni di Firenze, di Scandicci e di San Secondo Parmense e del Direttore del Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze, seguono i tre programmi di sala degli altrettanti concerti, di musiche di Frazzi, che si sono svolti nei comuni organizzatori dell'evento.
Raccoglie inoltre alcune significative testimonianze e ricordi su Vito Frazzi, numerose lettere e foto che lo ritraggono con amici intellettuali a lui vicini. Infine è presente un catalogo delle sue opere.

[239] 13/12/1987
Ricordo di Eriberto Scarlino (1987)
a cura del Centro dell'Arte Vito Frazzi

Questa pubblicazione è stata presentata al pubblico durante un bellissimo concerto di musiche di Eriberto Scarlino e che ha visto come relatore Annalena Aranguren, tenuto in occasione del 25° anniversario della morte del Maestro, raccoglie oltre a un profilo bografico del maestro scritto da Paolo Fragapane, alcuni gudizi della critica apparsi sui giornali nazionali e numerose testimonianze di musicisti del tempo.

[17] 14/10/1979
Concerto Omaggio a Vito Frazzi (1979)
a cura del Centro dell'Arte Vito Frazzi

L'opuscolo è stato pesentato in occasione di un concerto omaggio a Vito Frazzi che ha visto Franco Rossi al violoncello, Francesca Maggini al pianoforte e Anna Di Gennaro soprano, esegire musiche composte da Vito Frazzi. Il testo raccoglie oltre a un profilo biografico del Maestro firmato da Carlo Prosperi, numerose testimonianze di musicisti a lui contemporanei.

14/01/1979
Breve storia del Centro dell'Arte "Vito Frazzi"
A cura di Fortunato Della Guerra e Vincenzo Zappia

Sfogliando gli album, le foto e i programmi musicali, sono stati tantissimi i ricordi di questi decenni di attività, che sono tornati alla memoria. Abbiamo riassunto quei momenti che ci sono sembrati più significativi, in un flash back nel quale sicuramente avremo dimenticato qualcosa, come sempre avviene quando ci si affida ai ricordi e alle emozioni. È grazie ai fotografi, amici del Centro, se ora possiamo documentare le nostre iniziative. Tra questi ricordiamo, Foto Pulman di Scandicci, Carmine Melchiorre del Gruppo Fotografico "Il Prisma" e Leonardo Fricelli, che negli ultimi anni ci segue costantemente garantendo la completezza del nostro archivio fotografico.

14/01/1979
I primi concerti (1979)
Il 14 Gennaio 1979 alle ore 11:00 nasce il Centro Arte Vito Frazzi

La prima stagione di concerti, che si chiamava, allora, "Rassegna", comprendeva ben 10 manifestazioni, che si sono tenute dal 14 gennaio 1979 all’8 aprile 1980. Inaugurava la stagione il pianista Andrea Lucchesini, seguito, nel secondo concerto, dai violisti Antonello Farulli, Fabrizio Merlini e Tommaso Poggi: un avvio che oggi potrebbe ben figurare nei cartelloni delle più importanti associazioni musicali…

Foto - 14 gennaio 1979 - Auditorium della Scuola elementare "Calamandrei" - Concerto di Andrea Lucchesini

14/01/1979
Ciro Nanni
Un breve ricordo dedicato a quelle persone che hanno contribuito a far nascere o a far crescere il Centro dell'Arte Vito Frazzi.

Ciro Nanni, Il "Maestro" come tutti lo chiamavano, era molto conosciuto a Scandicci ed a Le Bagnese in particolare poiché qui abitava e qui insegnava pianoforte a tanti allievi.

Le lezioni di musica dal Maestro erano un momento di ritrovo e divertimento sia per i piccoli che per i più grandi. In due saloni contrapposti della casa dove viveva si insegnava musica. Da una parte la Signora Maria, sua moglie e figlia di Vito Frazzi, insegnava canto. Dall'altra il Maestro insegnava il pianoforte a grandi e piccini. Tutti i giorni una breve lezione di 15 minuti: un po' di solfeggio alla volta, un po' di pianoforte. Gli allievi attendevano tutti insieme ed assistevano alle lezioni, imparando anche dall'attesa. Nessuna lezione fiume, la musica come gioco: due pilastri della didattica di Ciro Nanni.

Certo, il carattere era talvolta ruvido: qualche pianto per non aver studiato a sufficienza poteva scappare. Ma era sempre la passione che ne animava i comportamenti: la schiettezza, talvolta eccessiva, lo rendeva a volte difficile da trattare.

Ma quella stessa passione lo animava anche nella ricerca di nuove iniziative che fossero indirizzate alla diffusione della musica: sue le idee dell'orchestra, delle operine, dell'attività per i giovani, dei concerti con musiche di artisti toscani o che in questo ambito avevano lavorato; grande conoscitore di musica, conoscitore dei gusti del "pubblico" per aver lavorato da giovane in orchestre e complessi musicali, era alla perenne ricerca di nuovi stimoli, mai soddisfatto di quanto realizzato, con uno sguardo sempre proiettato al futuro. Umiltà, piccoli passi, lavorare al meglio delle possibilità: i suoi insegnamenti che saranno nostri compagni.

14/01/1979
Egisto Mascagni
Un breve ricordo dedicato a quelle persone che hanno contribuito a far nascere o a far crescere il Centro dell'Arte Vito Frazzi.

Descrivere le molteplici attività di Egisto Mascagni sarebbe impossibile. Come potesse fare tutto ciò che faceva nelle ventiquattro ore al giorno, conciliando lavoro, politica, attività sociale è quasi un mistero. Forse una risposta sta nel fatto che riusciva a fare contemporaneamente molte cose, unendo attività sociali e politiche.

Animatore instancabile, le sue attività erano unite da un filo comune, che vedeva nella socialità, nello stare insieme, nella ricerca di comuni radici, il tema fondamentale della sua azione.

Il Circolo ARCI de Le Bagnese, le feste organizzate nella Piscina Comunale o in Piazza Cannicci, le attività per l'Humanitas di Scandicci, per l'AVIS di cui si onorava di essere donatore, per la Polisportiva San Giusto-Le Bagnese, lo vedevano sempre in prima fila, nel raccogliere uomini, dare loro fiducia, far sì che le idee potessero realizzarsi. Uno spirito esuberante e vivace governato, però, da una visione precisa, pratica e determinata che si concretizzava nella sua attività di tesoriere; attento ai bilanci, ha garantito la solidità delle Associazioni, ne ha consentito la crescita, le ha radicate nei territori.

Lo ricordiamo sempre al "centro dell'azione", mentre salutava i musicisti al termine del concerto o brandiva mazzi di fiori per le concertiste come fossero clave. Inguaribile ottimista, ci ha insegnato cos'è un'associazione e come, rispettando le idee altrui, anche quelle contrarie alle nostre, si possa non solo convivere, ma crescere e svilupparsi.

14/01/1979
Renzo Ugolini (1979)
Un breve ricordo dedicato a quelle persone che hanno contribuito a far nascere o a far crescere il Centro dell'Arte Vito Frazzi.

Il Commendator Renzo Ugolini associava ad una grande determinazione ed all'amore per la musica, una estrema riservatezza che ben si sposava con l'irruenza delle altre due anime del Centro.

Appassionato di musica, Renzo Ugolini aveva creato, nella sua grande casa sulle colline di Scandicci, una vera e propria sala di registrazione, dotata delle apparecchiature elettroniche più avanzate e degli strumenti musicali più evoluti con i quali amava trascorrere molte ore.

Una discoteca formidabile completava il quadro dell'appassionato musicofilo che, nel Centro dell'Arte, trovò un altro modo per mezzo del quale esprimere la passione per l'arte.

La sua familiarità con le strumentazioni elettroniche ne ha fatto il primo documentatore delle iniziative del Centro: interveniva infatti, con un sofisticato apparato di registrazione e con microfoni o con le prime telecamere e registrava pazientemente gli spettacoli ed i concerti, realizzando il primo nucleo dell'archivio del Centro dell'Arte, consolidato poi con fotografie e con la raccolta dei programmi di sala.

Elegante, presenziava ai concerti ma, con la scusa di una voce resa roca da una malattia, schivava le dichiarazioni pubbliche, traendo invece soddisfazione e gratificazione da tutto ciò che veniva realizzato sotto la sua presidenza, che ricorderemo per sobrietà, per impegno e per risultati.

La "fossa dei leoni" (1979)
Una Rassegna di 10 concerti

I concerti si tenevano a Scandicci, nella Scuola elementare "P. Calamandrei", in via Ciseri. L’atrio della scuola conteneva, al suo interno, quella che tutti chiamavano "piscina", uno spazio pavimentato con caratteristiche mattonelle celesti, circondato da gradinate su tre lati, a mo’ di anfiteatro, nel quale i giovani musicisti tenevano i loro concerti, circondati dal pubblico. La grande luminosità dell’ambiente e la vicinanza del pubblico agli esecutori creavano una particolare partecipazione collettiva all’evento, che in qualche modo neutralizzava gli effetti negativi dell’impatto, da parte dei giovani alla loro prima esperienza, con la famigerata "fossa dei leoni". Fin da allora, il tradizionale appuntamento con le manifestazioni del Centro dell’Arte è stato fissato di domenica alle ore 11:00

Scandicci Estate (1979)
"Trasferta estiva"

Nel mese di luglio del 1979 sono realizzate tre manifestazioni nella Sala Consiliare del Comune di Scandicci: la prima iniziativa di concerti nei mesi estivi.

Vito Frazzi (1979)
Omaggio al Maestro

Il 14 ottobre 1979, nella Sala Consiliare del Comune di Scandicci, si tiene il primo concerto dedicato a musiche di Vito Frazzi, con la partecipazione del violoncellista Franco Rossi, della pianista Francesca Maggini e del soprano Anna Di Gennaro.

Foto - 22 Marzo 1984 Sala Consiliare - Concerto per C. Prosperi. Nella foto C. Prosperi, R. Ugolini, A. Nocentini e P. Fragapane

Otto mesi di manifestazioni (1979 – 1980)
Da settembre ad aprile

Nel mese di settembre del 1979 inizia la seconda stagione di concerti, che ha termine nella primavera del 1980.

Le stagioni concertistiche, nei primi anni, iniziavano regolarmente a settembre e si prolungavano fino al mese di aprile dell'anno successivo.

Negli ultimi anni, invece, i concerti si sono articolati in una stagione autunnale (dalla prima domenica di ottobre alla domenica precedente il S. Natale) e in una stagione primaverile (gennaio - marzo). Spesso, altre iniziative hanno fatto sì che il calendario si prolungasse fino al mese di maggio e, talvolta, fino ai mesi estivi.

Concerti a Firenze (1980)
Uscita "fuori porta"

Il 25 marzo 1980 Florenza Barbalat, al pianoforte, inaugura il primo ciclo di concerti al Teatro dell'Oriuolo, a Firenze, il martedì sera. Fu la prima uscita "fuori porta" da parte del Centro dell'Arte

Dedicato (1980)
Un concerto di musiche di Gaspare Spontini

Il 26 ottobre del 1980, nella Sala Consiliare del Comune di Scandicci, concerto dedicato alle musiche teatrali di Gaspare Spontini, realizzato in collaborazione con Paolo Fragapane, docente al Conservatorio "L. Cherubini" ed insigne studioso dell’opera dell’Autore. Da allora, molti sono stati i concerti dedicati alla produzione dei compositori, in particolare quelli toscani, di nascita o di elezione. Oggi la Stagione dei concerti della Città di Scandicci si svolge regolarmente presso la Sala Consiliare, ma allora, nei primi anni, la Sala era concessa solo in occasione di eventi particolarmente rilevanti.

Contaminazioni (1981)
Incontro con la pittura e musiche di Vito Frazzi

L'11 gennaio 1981 viene allestita la prima mostra di pittura, con la partecipazione di Graziella Alfano, Arturo Cerra, Raffaele Del Savio, Renato De Spada, Ferruccio Fontanelli, Mario Manetti, Patrizia Pandolfini Renzi, Mario Spataro, Umberto Tofani. A questa iniziativa ne seguiranno altre, nella ricerca, che continua ancora oggi, di unire diverse forme d'arte. In questa occasione viene eseguito il "Quartetto" per archi di Vito Frazzi dal Nuovo Quartetto Bucarest.

Big band e Filarmonica "Bellini" (1981)
Tolmino Mariannini dirige la Big bend

Il 22 febbraio 1981, primo concerto, per il Centro dell’Arte "Vito Frazzi", della Big Band della Filarmonica "Vincenzo Bellini" di Scandicci diretta da Tolmino Marianini. E' sempre stato un piacere, per noi, ospitare nelle nostre stagioni le formazioni della Filarmonica "Bellini", dalla Big Band sino all'Antiqua Brass.

Duo violoncello e pianoforte (1982)
Due giovani musicisti

Il 22 novembre 1981 si esibiscono, in duo, il pianista Alberto Magnolfi e il violoncellista Volfango Dami: due giovani musicisti con cui il Centro ha mantenuto, negli anni, un rapporto basato sulla reciproca stima.

Orchestra del Centro dell'Arte "Vito Frazzi" (1982)
Una prova difficile

Il 21 gennaio del 1982, nella Sala Consiliare del Comune, si tiene un concerto dell'orchestra del Centro dell'Arte "Vito Frazzi". Grandi sono stati gli sforzi per organizzare una compagine tale da operare basandosi su un’idea guida: riunire musicisti di grande esperienza, ritiratisi dalle scene più impegnative ma ancora desiderosi di fare musica insieme, ed unirli a giovani esecutori, all'inizio della propria carriera, che avrebbero potuto da essi imparare ed apprendere il mestiere. Alla ricerca dei musicisti sono seguite le prove d'orchestra e, poi, alcuni concerti; le forze centrifughe sono state però superiori agli sforzi per tenere unito il gruppo: l'esperienza si è conclusa l'anno successivo.

I Concerti di Lastra a Signa e del Q 10 di Firenze (1982)
Si intensificano le collaborazioni

Nel 1982 viene organizzata una stagione di concerti in collaborazione con il Comune di Lastra a Signa, e inizia la collaborazione con il Quartiere 10 di Firenze (ciclo di concerti al Teatro di Rifredi, ogni lunedì sera).

I compositori fiorentini (1982)
Concerto per Valentino Bucchi

Nell’ambito delle iniziative volte a ricordare i compositori fiorentini, nel mese di ottobre del 1982 viene realizzato un concerto dedicato a Valentino Bucchi.

Musica contemporanea (1983)
Carlo Prosperi

Il 6 novembre del 1983 viene dedicato un concerto alle composizioni di Carlo Prosperi e dei suoi allievi del Conservatorio "L. Cherubini" (Claudio Boncompagni, Francesco Rizzi, Alberto Magnolfi). Il Centro dell'Arte ha sempre cercato, negli anni, di dare spazio ai giovani compositori e alle musiche di artisti contemporanei: un’attività che dovrebbe certamente essere ancora più intensa sia da parte della nostra associazione sia da parte di tutte le organizzazioni musicali.

Ultima manifestazione di questo tipo è la presentazione del libro "Passaporto pianistico per il nuovo millennio", curato da Giuseppe Fricelli, una raccolta di composizioni di autori contemporanei italiani, dedicate al pianoforte.

Il successo del concerto di musiche di Carlo Prosperi convince l'associazione ad organizzare un'altra manifestazioni nel marzo 1984, nella quale vengono eseguiti, in prima assoluta, i "Canti dell'Ansia e della Gioia" di Carlo Prosperi, insieme a "O Diotima" ed altre opere. Il concerto, caso eccezionale per l'Associazione, fu replicato il giorno successivo.

Le operine (1984)
Il Giocatore di Orlandini e la Contadina astuta di Pergolesi

Il 1984, però, fu l'anno delle operine. Furono messe in scena, infatti, il Giocatore di Orlandini e la Contadina astuta di Pergolesi, da un'orchestra di giovani e da una vera e propria compagnia teatrale composta da giovani attori e cantanti, con le scenografie di Armando Nocentini.

Una strada per Vito Frazzi (1984)
Un segno tangibile nella città

Alla fine del 1984, il Comune di Scandicci decise di intitolare una strada cittadina a Vito Frazzi: l’inaugurazione della targa fu preceduta da un concerto di musiche del Maestro (Leggenda per violoncello e pianoforte e Quartetto per archi). Un riconoscimento importante, che sottolinea la stretta collaborazione con l'Amministrazione Comunale, con la quale sono sempre stati intensi gli scambi.

Concerti all'Antella (1985)
Ancora collaborazioni

Dopo le stagioni concertistiche per il Quartiere 10 di Firenze ed il Comune di Lastra a Signa, un'altra stagione viene organizzata al di fuori del territorio scandiccese, in collaborazione con il Circolo Ricreativo dell'Antella: i concerti sono tenuti il venerdì sera ed il sabato pomeriggio.

Anno europeo della musica (1985)
Tricentenario della nascita di J. S. Bach

In occasione dell'anno europeo della musica, durante lo svolgimento della Fiera di Scandicci, nel Palazzetto dello Sport viene organizzata una manifestazione di tutto rilievo: l'orchestra dei giovani e gli allievi di pianoforte del Conservatorio "L. Cherubini" eseguono concerti per uno, due e quattro pianoforti e orchestra di J. S. Bach. Prolusione di Annalena Aranguren.

Operetta story (1986)
Piccola Storia di una affascinante leggerezza

Teatro nel teatro, questa piece scritta da Brunetto Salvini, con gli adattamenti musicali di Maurizio Pratelli, descrive l'allestimento di un'operetta e, nella scelta degli interpreti, presenta i più bei brani musicali. Rappresentata al Teatro "Aurora" di Scandicci, al Teatro di Rifredi a Firenze, a Tavarnuzze, Poggibonsi e all'Antella, costituisce una vera e propria produzione teatrale.

Coro a Scuola (1986 – 1989)
Animazione musicale nella scuola di San Giusto

Per circa tre anni, il Centro dell'Arte collabora con la Scuola elementare di San Giusto, per estendere l'insegnamento della musica ai giovanissimi, con lezioni d'insieme per le classi.

Dedicato (1987)
Eriberto Scarlino

Nei 25 anni dalla scomparsa del musicista, il 13 dicembre del 1987 fu tenuto un concerto con musiche del Maestro, nell’ambito delle manifestazioni dedicate ai musicisti fiorentini e a quelli che hanno operato a Firenze ed in Toscana.

Centenario della nascita di Vito Frazzi (1988)
Si consolida il rapporto con il Comune di San Secondo Parmense

Nel centenario della nascita di Vito Frazzi, presso il Comune di San Secondo Parmense, città natale di Frazzi, vengono illustrate le iniziative in ricordo del Maestro Frazzi. Si consolida il rapporto con il Comune di San Secondo Parmense, con il quale inizia uno scambio di manifestazioni culturali.

Centenario della nascita di Vito Frazzi (1988)
Tante iniziative in ricordo del musicista Frazzi

Al concerto nella Sala Consiliare del Comune di Scandicci, il 7 febbraio 1988, si affiancano analoghe iniziative al Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, al Teatro Regio di Parma, al Comune di San Secondo Parmense.

Concerti della Fiera (1989)
Una presenza ricorrente

La banda musicale di S. Caterina Val Senales, con il Gruppo folcloristico dell'Alto Adige, diretti da Johann Nischler, tengono un concerto durante la Fiera di Scandicci, l'8 ottobre 1989. Una lunga tradizione che ha associato sempre una manifestazione del Centro dell'Arte in occasione della Fiera di Scandicci, diventata ormai un evento di rilevanza regionale.

Dieci anni del Centro dell'Arte (1989)
All'Aurora Andrea Lucchesini e l'ORT

Nel 1989 il Centro dell’Arte compie 10 anni. Tra le molte iniziative: il concerto del pianista Andrea Lucchesini e quello dell'Orchestra Regionale Toscana, diretta da Donato Renzetti, entrambi al Teatro Aurora di Scandicci.

Il Teatro Studio (1990)
Un luogo prestigioso

Dopo 12 anni di attività svolta regolarmente a Le Bagnese, le manifestazioni domenicali si trasferiscono al Teatro Studio. Rimane fisso l'appuntamento della domenica mattina in questo Teatro: un momento importante, che evidenzia la ricerca di nuovi luoghi per esprimere la musica ed allo stesso tempo l'iniziativa di avvicinare alla cultura il pubblico scandiccese.

Mozart, duecento anni dopo (1991)
Omaggio a un grande compositore

Nel 1991, nella ricorrenza del bicentenario della morte di Mozart, il Centro organizza molte manifestazioni, in ricordo del grande compositore.

Celebrazioni Rossiniane (1992)
Il Coro del Cherubini nella Abbazia di San Salvatore a Settimo

Il 17 ottobre 1992, nella Chiesa dei SS. Salvatore e Lorenzo a Settimo di Badia a Settimo (Scandicci), Giuseppe Giglio, direttore del Conservatorio Cherubini di Firenze, dirige i solisti e il coro del Conservatorio, con la collaborazione pianistica di Marzia Formosa e Vincenzo Maxia. In occasione delle celebrazioni rossiniane, viene eseguita la Petite Messe Solennelle di G. Rossini.

Sala Consiliare (1993)
La Sala Consiliare torna a essere il luogo dei concerti

L'esperienza presso il Teatro Studio dura tre anni. Nel 1993 la stagione si trasferisce in maniera definitiva nella Sala Consiliare del Comune. In questo luogo deputato alla elaborazione della politica cittadina, in cui si promuovono le manifestazioni più importanti della vita civile, vero e proprio spazio che rappresenta la civitas, risuona in modo continuativo la musica dei nostri concerti, a significare che nel luogo rappresentativo della città, si ritrovano e si concentrano le forze comuni, nella condivisione di comuni ideali.

Centro dell'Arte Vito Frazzi - 15 anni (1994)
Ancora tre anni per la maggiore età

Per i 15 anni di attività del Centro dell'Arte, il 27 maggio 1994, l'orchestra degli allievi e i solisti del Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze, diretti da Massimiliano Matesic, eseguono il mottetto "Exultate, Jubilate" di W. A. Mozart e lo "Stabat Mater" di G. B. Pergolesi. Il concerto si tiene nella Chiesa dei SS. Salvatore e Lorenzo a Settimo a Badia a Settimo (Scandicci).

Musicisti fiorentini amici del Centro (1994)
Prosperi, Bartolozzi, Benvenuti e Scarlino: compositori di grande valore

In ossequio alla sua tradizione, da sempre a favore della divulgazione della musica contemporanea, il Centro dedica il concerto del 18 dicembre 1994 all’esecuzione di musiche di Carlo Prosperi, Bruno Bartolozzi, Arrigo Benvenuti ed Eriberto Scarlino.

Primavera con Frazzi (1995)
Omaggio al Maestro Vito Frazzi

A venti anni dalla scomparsa di Vito Frazzi, il 30 aprile 1995, presso la Sala Consiliare del Comune di Scandicci, sono eseguite musiche di Frazzi, con la partecipazione di Monica Benvenuti, Francesca Maggini, Marco Ghilarducci e Andrea Nanni. Prolusione di Mara Bercella.

Lezioni Concerto (1996)
Nuovi progetti e scambi con le scuole musicali di Scandicci

In collaborazione con la Scuola di Musica di Scandicci, vengono organizzate sei lezioni concerto, dal 9 maggio al 23 giugno. La collaborazione con la Scuola di musica riprende, poi, nel 2002, in una visione più ampia di rapporti e scambi tra le organizzazioni che fanno musica a Scandicci.

Satie ed il gruppo dei Sei (1996)
Liliana Poli e il Conservatorio Cherubini di Firenze

Il 27 ottobre 1996, Liliana Poli presenta un concerto scenico vocale con musiche di "Satie e del gruppo dei Sei". Una collaborazione con il Conservatorio e con Liliana Poli, artista di livello internazionale, con cui sono state organizzate successivamente molte interessanti iniziative.

Il Centro dell'Arte festeggia 20 anni (1999)
Due concerti: Andrea Lucchesini e la RAI BEPI BIG BAND

I vent'anni del Centro dell'Arte sono festeggiati con due significative iniziative: il concerto di Andrea Lucchesini nella Chiesa dei SS. Salvatore e Lorenzo a Settimo, a Badia a Settimo e il Concerto della RAI BEPI BIG BAND organizzato insieme al Circolo ARCI di Le Bagnese, al Teatro "Aurora" di Scandicci.

Messa di Cherubini (1999)
Concerto con il Coro Desiderio da Settignano

Il Coro Desiderio da Settignano, diretto da Johanna Knauf, con la collaborazione pianistica di Marta Rostro, esegue, il 7 novembre 1999, la Messa solenne breve in Sib Magg. di L. Cherubini, opera riscoperta dalla Knauf a seguito di una sua ricerca in archivi storici tedeschi.

Incontrando le nuove musiche (2000)
Giovani compositori verso il 2000

Un concerto in cui gli allievi delle Scuole di Composizione Sperimentale del Conservatorio di Musica "L. Cherubini" di Firenze (docenti: Mauro Cardi, Rosario Mirigliano) e dell'Istituto Musicale Pareggiato L. Boccherini di Lucca (docente: Pietro Rigacci) mostrano la maturità raggiunta, con tantissime realizzazioni ed esecuzioni di ottimo livello. Segue, il 9 gennaio del 2000, un concerto dedicato alle musiche di Bruno Rigacci.

50 anni della Casa del Popolo di Casellina (2000)
Il GAMES Ensemble a Casellina

Il Centro dell'Arte e il GAMS Ensemble di Scandicci, per i festeggiamenti dei 50 anni della Casa del Popolo di Casellina, organizzano, l'11 giugno 2000, un concerto, diretto da Volfango Dami, con la partecipazione di Ivan Zappia, flauto solista (il concerto è stato eseguito anche Sabato 27 Maggio, ore 21, nella chiesa Gesù Buon Pastore di Casellina).

E' una delle manifestazioni con le quali inizia la collaborazione tra alcune Associazioni scandiccesi, concretizzatasi successivamente in occasione di altre iniziative.

Giovanissima pianista (2000)
Un applauso per una pianista appena quattordicenne

Ottavia Maria Maceratini, appena quattordicenne, esegue, il 22 ottobre 2000, la "Polacca n. 2" di Franz Liszt, con grande maturità ed intensità espressiva, riscuotendo un caloroso successo di pubblico.

Paolo Fragapane (2000)
Un coro straordinario

Paolo Fragapane è stato un grande amico del Centro, con il quale ha collaborato per la realizzazione di numerosi concerti con musiche di Gaspare Spontini. Per ricordare lo studioso ed il maestro, i suoi allievi, ora docenti di importanti cattedre di Conservatorio, hanno dedicato i loro sforzi per porgere il tributo più bello ad un musicista: l’esecuzione delle sue musiche. Il coro degli insegnanti del "Cherubini", diretto da Joan Yakkey, esegue, il 3 dicembre 2000, la Messa "Ave Maris Stella", di Paolo Fragapane. Nel corso dello stesso concerto sono state eseguite musiche di Gaspare Spontini, il musicista al quale il Maestro aveva dedicato molti anni di studi.

Ars et Amici (2001)
Joan Yakkey dirige un coro Statunitense

Una collaborazione eccezionale, grazie a Joan Yakkey, porta a Scandicci il gruppo statunitense "Ars et Amici", che esegue un programma di musiche e danze rinascimentali, con riproduzioni di costumi e di strumenti musicali dell'epoca.

Stravinskij al Teatro Studio (2001)
Rossi, Lusini e i costumi realizzati all'Istituto d'Arte di Firenze

Già eseguita alcuni anni prima in forma strumentale, viene riproposta in forma scenica, l'Histoire du soldat di Stravinskij. L'allestimento, curato da Grazia Rossi e Rita Lusini, viene reso possibile anche grazie alla progettazione ed esecuzione dei costumi da parte del Corso di Perfezionamento dell'Istituto Statale d'Arte di Firenze, Sezione Moda e Costume, sotto la guida di Marcella De Faveri, Teresa Pasqui, Patrizia Soldani. Il concerto è tenuto nel Teatro Studio di Scandicci.

Giovanissimo pianista (2001)
Ancora un giovane pianista quattordicenne

Il 1° aprile 2001, abbiamo avuto il piacere di ascoltare Francesco Trivieri, pianista non ancora quindicenne, del quale abbiamo apprezzato la capacità comunicativa e, in particolare, la maestria nel dosare le infinite risorse timbriche che offre il suo strumento.

Il concerto del Berliner Philharmoniker Quartett a Scandicci (2002)
Diecimila euro, sono stati consegnati direttamente nelle mani dell'Arcivescovo Monsignor Giorgio Biguzzi

Il concerto del Berliner Philharmoniker Quartett a Scandicci, ha visto partecipare Giovanni Doddoli, Sindaco del Comune di Scandicci, e Simone Gheri, Assessore alla Cultura, che con i Consigli di circoscrizione e alcune associazioni del volontariato hanno permesso la piena riuscita dell'evento. La manifestazione, a sostegno dell'iniziativa "Liberiamo i bambini soldato" della Sierra Leone, ha coniugato un atto di solidarietà con la musica che, come altre espressioni artistiche, riesce a sensibilizzare gli animi verso chi ha bisogno di un gesto sincero di solidarietà. Nel nostro caso, la partecipazione della cittadinanza di Scandicci, che affollava il Teatro "Aurora", con la presenza di personalità del mondo culturale e del Presidente della Regione Toscana Claudio Martini, ha consentito di raccogliere diecimila euro, che sono stati consegnati direttamente nelle mani dell'Arcivescovo Monsignor Giorgio Biguzzi, che in Sierra Leone segue direttamente la causa dei "bambini soldato". Il Centro dell'Arte "Vito Frazzi", in questa iniziativa, è stato fortemente impegnato, sia attraverso l'opera di ispirazione e di coordinamento svolta dal nostro Vice Presidente Vincenzo Zappia, sia grazie al supporto amministrativo e contabile del tesoriere Ugo Boccagna.

In ricordo di Alfredo Bianchini (2003)
Musicista fiorentino

La XXIX Stagione dei concerti della Città di Scandicci inizia con una mattinata in ricordo di Alfredo Bianchini. Anche in questa occasione si è voluto ricordare un grande artista fiorentino.

Giovani e giovanissimi alla ribalta (2003)
La prima esperienza in pubblico

Una tradizione del Centro è quella di lasciare lo spazio per i concerti dei giovanissimi esecutori, i quali, eseguendo i loro brani, hanno modo di fare la loro prima esperienza a contatto con il pubblico.

Omaggio a Luciana Bartolacci (2003)
Gli allievi di Nanni e Bartolacci

Luciana Bartolacci ha condotto per molti anni una Scuola di canto che ha formato molti musicisti, avviatisi successivamente ad una brillante carriera artistica. Il concerto in suo omaggio è diventato l'occasione per ricordare anche Ciro Nanni, scomparso neanche un mese prima, che tanto amava la musica vocale e che aveva ospitato, nella sua casa, le lezioni di musica. Un emozionante concerto, quello del 23 novembre 2003, che ha visto stringersi nel ricordo dei due maestri gli allievi e gli amici presenti.

Duo pianistico Rosa Maria Scarlino - Giovanni Ciccon (2003)
Una straordinaria coppia di musicisti

Dopo una lunga, intensa e preziosa col-laborazione con il Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze, Giovanni Cicconi, che ne è stato direttore per tanti anni, ci regala un concerto in duo con Rosa Maria Scarlino.

Rassegna di Cori - 4a edizione (2004)
Tre serate con nove cori

La collaborazione con altre associazioni operanti sul territorio, come il Consiglio di Circoscrizione n. 2, la Casa del Popolo di Casellina, Il Circolo ARCI "Il Ponte", l'Associazione S. Matteo di Casellina, il Mercatino dei ragazzi per la solidarietà, "il luogo, la poesia", permette la realizzazione di una rassegna corale, ultimo episodio di numerose collaborazioni trasversali, al di fuori dei canali tradizionali e nei luoghi meno consueti. Determinante è stato il contributo di Joan Yakkey. Alla rassegna, che si è svolta in tre serate, hanno partecipato nove associazioni corali. La Rassegna Corale è coordinata da Vincenzo Zappia, Responsabile alla cultura del Circolo Arci "Il Ponte" ed è alla sua 4a edizione.

Passaporto pianistico per il nuovo millennio (2004)
Una antologia pianistica di Fricelli dedicata a Frazzi

Il libro "Passaporto pianistico per il nuovo millennio", edizioni Carisch-Milano, è un'antologia pianistica che Giuseppe Fricelli ha voluto dedicare al suo maestro Vito Frazzi. Fra i vari autori presenti nella pubblicazione e dei quali saranno eseguiti, durante la manifestazione, brani al pianoforte da parte di allievi del Maestro Fricelli, figurano Chailly, Margola, Vavolo, Rigacci (Bruno e Pietro), Scattolin, Carmassi, Riccardi, Ramous, Calligaris, Procaccini, Fellegara e lo stesso Fricelli.

Intermezzo (2004)
Giovani allievi in costume cantano

Nicoletta Calzolai, docente al Conservatorio "Cherubini", presenta alcuni brani tratti da famosi "Intermezzi" del Settecento ed eseguiti dai giovani allievi in costume.

Fernando Farulli: la vetrata 1974-2004 (2004)
Manifestazione per i trentanni dalla scomparsa

In collaborazione con il Comune di Fiesole, il Comune di Piombino, la Scuola di Musica di Fiesole e l'Associazione Fernando Farulli, in occasione della commemorazione della scomparsa di Fernando Farulli, avvenuta il 7 febbraio 1997, si è svolta una manifestazione davvero unica, che ha ricordato, a trent'anni di distanza, la realizzazione della splendida vetrata della Sala Consiliare ad opera dell'artista. Nella sala in cui da molti anni svolgiamo i nostri concerti, è stato con grande piacere che abbiamo offerto un tributo di riconoscenza all'artista ed al luogo in cui le nostre principali realizzazioni hanno vita. L’iniziativa ha avuto un grande successo, anche per la grandissima affluenza di pubblico. Il concerto, eseguito dall’Orchestra dei ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole, è stato diretto da Edoardo Rosadini, giovane talento scandiccese, già altre volte ospite delle nostre manifestazioni. Ai due giovanissimi solisti, Pietro Horvath e Giulia Novelli, ha fatto seguito l'esecuzione di un solista d'eccezione, Antonello Farulli, che partecipò al nostro secondo concerto, il 21 gennaio 1979. Nell’occasione è stato presentato il catalogo critico su "Fernando Farulli - La Vetrata 1974 - 2004" a cura di Luca Farulli e Vincenzo Zappia. Sempre nell’ambito di questa manifestazione, il 27 febbraio nella sala del Consiglio Comunale di Fiesole si è tenuto un dibattito con la presenza dei critici Sergio Troisi e Enrico Crispolti, con il coordinamento di Giorgio Luti. Si è discusso su: Fernando Farulli - "La logica della pittura".

Omaggio a Dino Campana (2004)
Musica e poesia

Dino Campana, morto il 1° marzo 1932 a Scandicci, riposa oggi alla Badia a Settimo. Roberta Vezzosi ha proposto uno spettacolo in cui alla voce di Dino Campana, che si esprimeva con le sue poesie, rispondeva Sibilla Aleramo, con brani tratti dal carteggio tra i due artisti. Non solo un tributo a Dino Campana, ma anche un ritorno alla Musica ed alla Poesia, forme d'arte che trascendono dal quotidiano.

8 marzo (2004)
Festa della donna

Il Centro dell'Arte Vito Frazzi ha partecipato ad un ampio insieme di iniziative organizzate dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Scandicci, volte a interpretare l'8 marzo come momento di reale riflessione sul ruolo della donna. Una collaborazione tra organizzazioni che operano sullo stesso territorio, che, pur perseguendo diversi obiettivi, possono comunque cooperare, realizzando manifestazioni congiunte.

Giovani scandiccesi (2004)

Nel corso degli anni sono state molte le possibilità di ascoltare giovani e valenti musicisti di Scandicci. Tra i molti giovani che abbiamo avuto il piacere di ascoltare, ricordiamo Marta Rostro, e poi, a ritroso, Paola Trebbi, Edoardo Rosadini, Ivan Zappia, Leonardo Masi... e molti altri ai quali vanno i nostri applausi, nella speranza di poterli riascoltare all’apice della loro carriera.

Gianni Ciccone (1979)
Un breve ricordo dedicato a...