I FRAZZI, QUEI BACH DELLA BASSA
di Gaspare Nello Vetro


Non può fare che piacere a un cultore della storia della musica dei territori del Ducato l'apprendere che, in occasione delle celebrazioni in onore di Vito Frazzi, sia San Secondo - il paese natale - che Firenze - la sede di tutta la vita operosa - ricordino questo musicista anche con l'esecuzione di alcune sue composizioni. Il lavoro che sto sempre "terminando" da vari anni, la mia tela di Penelope o Dizionario dei musicisti di Parma e Piacenza che dir si voglia, mi ha fatto scavare in quei meandri delle biblioteche dove, per la mancanza degli spogli, si annidano tante piacevoli sorprese; così, in occasione di questo centenario, voglio portare un nuovo piccolissimo contributo - il primo consistette in due saggi sulla rivista che allora pubblicava la Corale Versi, Momento Verdiano, nel 1976 - alle conoscenze su questo musicista. A don Armando Furlotti, compositore nativo della stessa San Secondo, si devono due memorie apparse una quarantina di anni fa in quei due rarissimi quaderni di Riflessi e profili in cui il sacerdote riversò le osservazioni musicali raccolte fin dagli anni della giovinezza. Dalla prima di queste apprendiamo un altro particolare sulle profonde e ramificate radici musicali di quella famiglia, radici che, con Vito Frazzi, fiorirono nella loro pianta più rigogliosa. Si sapeva che il padre, lo zio e i fratelli del musicista erano tutti attivi nel campo della musica, ma dal Furlotti apprendiamo ancora qualcosa di più. Egli infatti, nativo come abbiamo detto della stessa terra, scriveva che i Frazzi gli facevano ritornare al pensiero la famiglia Bach: "Ho letto che in una solenne circostanza, non so bene in che anno, in una città della Turingia, si diedero convegno tutti i Bach musicisti: la cronaca assicura che i convenuti superavano il centinaio! Verso la fine dell'Ottocento, nella Bassa parmense, a Soragna, Carzeto, San Secondo, Castellaicardi, erano tutti Frazzi che occupavano il posto di organista e di maestro delle bande locali ed erano tutti, più o meno lontanamente, legati da un vincolo di parentela […]". Ma torniamo a Vito Frazzi: l'altra notizia si deve alla Gazzetta di Parma del 30 novembre 1912, giorno in cui riportava una cronaca da San Secondo: "La compagnia d'operette F. Angelitti, che da alcune sere agisce nel nostro teatro suscitando l'applauso colle accurate esecuzioni d'un ricco e vasto repertorio, la sera del 30 novembre e 1° dicembre per iniziativa locale darà due rappresentazioni straordinarie dell'opera Don Pasquale di Donizetti. La compagnia sarà coadiuvata per l'occasione da alcuni altri applauditi artisti, espressamente scritturati. L'orchestra al completo, sarà diretta dal giovane e valente maestro Frazzi. L'aspettativa è vivissima in paese, il che dà a sperare ad un clamoroso successo". Non sappiamo quale sia stato l'esito, ma chissà non esista qualche cronaca locale di San Secondo che o prima o dopo ci svelerà l'arcano.

Gaspare Nello Vetro
(Gazzetta di Parma, lunedì 29 Febbraio 1988)